Highlights da New York: cosa ricorderemo di questa strana Fashion Week
A New York è tempo di fashion week. Le collezioni Autunno-Inverno ’21 si sono ritagliate il loro spazio in questo febbraio atipico, che sembra lontano anni luce dalle tradizioni del fashion system. Niente staffetta New York-Londra-Milano-Parigi concentrata in un massimo, più o meno, di 7 giorni ciascuna, nessuna frenesia.
In questo universo parallelo che si è creato nel 2020, fatto di show digitali, zero pubblico e tanta sperimentazione a livello di comunicazione, parlare di una vera e propria settimana della moda non ci viene facile. Davanti a un calendario strano, che conta poco più di cinque grandi nomi presenti (gli altri sono diventati praticamente indipendenti dal circuito CFDA), prima di concentrarsi su trend e look per la nuova stagione, viene naturale chiedersi: ha ancora senso parlare di fashion week e quanto è rilevante una piazza come quella di New York?
Vista la riduzione a quattro risicati giorni di eventi e presentazioni da remoto ci verrebbe da dire che no, quella che abbiamo appena visto non è una fashion week -ricordandoci però che siamo ancora in emergenza mondiale. Non c’è nessuna amarezza nel dirlo, contando l’ammontare di nuovi talenti, di brand emergenti che quasi non fanno sentire la mancanza dei soliti big names (nonostante la precipitosa "fuga" di Tom Ford che posticipa il suo show e si dimette da presidente del CFDA). New York ha indubbiamente perso il fascino e l’autorevolezza di un tempo, da diversi anni ormai non ha più un gran ruolo da protagonista.
Ma forse è questa la nuova chiave di lettura: prenderla come una destinazione dove a darsi appuntamento sono nuovi talenti e realtà più piccole, capaci però di arrivare ovunque attraverso nuovi mezzi comunicativi che vanno oltre la semplice catwalk da addetti ai lavori.
Ed ecco quindi cosa abbiamo scovato di davvero interessante: momenti, novità o trend rilevanti che vi vogliamo raccontare da vicino.
Le sfilate "old style"
Sono state poche, ma ci sono state. A organizzare degli show fisici, ovviamente privi di tradizionale pubblico, sono stati in pochi. Jason Wu, Proenza Schouler, Zimmermann, Gabriela Hearst, Ulla Johnson: il fascino della passerella resiste, con le giuste precauzioni, anche alla pandemia.
Il nuovo concetto di lookbook
Uno dei mezzi classici per presentare una collezione è ovviamente il lookbook. Quelli di oggi sono però vari, non sempre tradizionali, talvolta al limite dell'assurdo (in senso buono). Collina Strada, uno dei brand più innovativi e fuori dagli schemi, ha dato vita a delle gif dal gusto psichedelico e in apparenza disturbante, ma che celano in realtà un forte legame con le tematiche relative all'ambiente, all'uomo e alla natura, in cui ogni look con annesso modello compie una metamorfosi da uomo ad animale.
Tutti pazzi per Ella
Soprattutto Jack McCollough e Lazaro Hernandez, le due menti dietro al nome Proenza Schouler. Ella Emhoff è diventata una delle nuove trendsetter d'America nel momento in cui è apparsa alla cerimonia d'insediamento del nuovo Presidente, Joe Biden. Figlia del compagno della vice Kamala Harris, ha vestito in questi giorni i panni non solo di modella, ma anche di voce, per la nuova collezione del duo. E se una star era già nata, questa apparizione non può che averla consacrata del tutto.
Ode al winter white
Niente di nuovo diranno in molti, ma il total look bianco in inverno è ancora un oggetto del desiderio al quale si fatica a dare una forma. Per la prossima stagione l'invito è forte: head to toe si va in bianco. Lo dice il The Row di Ashley e Mary-Kate Olse e lo ribadisce Rosetta Getty.
Saranno must-have
Su questi ci va di scommettere eccome: gli stivali in vernice saranno i protagonisti del prossimo inverno; a punta o squadrati, alti o bassi sia di tacco che di gamba e in svariati colori.
Restiamo sempre in zona scarpe, ma con un concetto più legato all'abbinamento che a un pezzo vero e proprio. I sandali, laced-up, da indossare con calze più o meno velate o con la loro evoluzione in pelle.
Gli irriducibili dello street style
Sì, che quello che vedete è un cane in pelliccia e mini bag logata. Ci piace pensare che non si renda bene conto della situazione, che non sia stata una sua scelta di stile e che l'irriducibile qui sia più che altro il suo padrone. Perché, che ci si creda o no, fuori da quei pochi show che si sono tenuti a New York c'era fermento per guadagnarsi uno scatto. A qualsiasi costo, almeno in fatto di look. Fanno ancora notizia i look eccessivi costruiti a tavolino o le pesantezze estive in giornate di neve? No, ovvio. Ma ci fanno sempre tanta simpatia.
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