Ha avuto inizio a febbraio l'esperimento intenso e rivelatore che Alessandro Michele ha voluto svolgere attraverso le ultime collezioni e campagne Gucci.
Se all'inizio dell'anno con la FW 2021, avevamo preso parte alla messa in luce del dietro le quinte di una sfilata e all'opera di valorizzazione di chi le dà forma attraverso ore di lavoro, fisico e mentale, la nuova collezione chiude oggi il cerchio.
The final part of a fairytale: così viene descritta Epilogue, una collezione composta da 76 look che omaggiano gli anni '70, in quello che è ormai diventato, per chi ama etichettarlo talvolta superficialmente, l'inconfondibile "stile Gucci". Gli abiti e gli accessori, come lo styling, sono quel mix potente e originale che siamo abituati a osservare da diverse stagioni: sempre ricercati nelle splendide e articolate stampe, nei colori messi insieme al limite tra sapienza e casualità. Desiderabili e irraggiungibili per molti, ma allo stesso tempo vicini, perché parlano di libertà di espressione, di rottura dei canoni imposti e della gioia di mostrarsi diversi e autentici. E che riescono ancora una volta a superare i codici della moda tradizionale.
Ad accompagnare la collezione c'è una diretta streaming che svela gli atti preparatori di uno shooting, quello del lookbook, dal trucco all'allestimento del set; e che ci permette di sentirci parte di un evento speciale, come si sente dire in voiceover da Michele stesso, un occhio guardone all'interno del meccanismo di una campagna.
Epilogue è la terza e ultima puntata di una narrazione d'amore verso il proprio lavoro, e verso le persone che con Alessandro Michele lo rendono un lavoro ancora più speciale e meritano per questo di diventare protagoniste anche agli occhi del pubblico.
Qui i creatori diventano performer, si sente dire durante la diretta: sono i designer stessi a indossare i capi, non dei modelli di professione, ma le persone che lavorano nell'ufficio stile o in altri ambiti aziendali, e che contribuiscono quotidianamente al successo del marchio.
Sugli scatti gli appunti preparatori dei look, i nomi e le professioni di chi li indossa. Beatrice, handbags designer, Daniele, che disegna l'abbigliamento donna, Olivia, che disegna le collezioni kids.
Un epilogo che è al tempo stesso un inizio, un voler ricominciare. Un concetto che si lega fortemente all'attualità e ai mesi trascorsi, tra incertezza, paura e isolamento. Mesi che hanno fatto maturare in molti nomi del settore la voglia di ripartire cambiando il sistema moda classico. Sarà possibile? A quanto pare, qualcuno ci sta già riuscendo.
Credits: Gucci.com
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