Cosa ci aspettiamo dal Valentino di Alessandro Michele?
C'è una cosa che il mondo della moda sa fare molto bene nei minuti che seguono un annuncio: fare pronostici. Tanti sono sicuramente non richiesti, molti hanno un tono perentorio, altri ancora sono esagerati e lontani anni luce dalla realtà, ma la voglia di dare spazio e forma all'immaginazione che una grande annuncio può scatenare è difficile da tenere a bada.
Lo abbiamo visto fare pochi giorni fa, quando Pierpaolo Piccioli ha detto addio al ruolo di direttore creativo di Valentino e lo vediamo fare oggi che la Maison romana ha annunciato al mondo che al posto suo è in arrivo Alessandro Michele.
*** Alessandro Michele è il nuovo direttore creativo di Valentino ***
Non uno qualunque (non che ci aspettassimo questo anzi, forse non ci si poteva aspettare nessun'altra al di fuori di lui), ma il designer di cui tutti sentivano la mancanza. Quello che il 23 novembre 2023 aveva messo la parola fine a sette anni di amatissima - e fortissima anche in termini di vendite - direzione creativa da Gucci, ritirandosi momentaneamente all'ombra di voci che puntuali lo davano in trattative con marchi come Chanel o Fendi.
Ad avere l'onore di godere del suo ritorno è stata invece la Maison romana, con un colpo da maestro che a immaginarlo, così bene, non c'era riuscito davvero nessuno. Ma ora che le poltrone sono state assegnate, ora che tutto è stato rimesso in ordine e che tutti hanno un qualcosa da dire, noi non siamo certo da meno. Anche se all'abitudine di formulare sentenze preferiamo l'arte del porsi qualche quesito, provando magari a dargli risposta. Cosa dobbiamo aspettarci da Valentino secondo Alessandro Michele?
Alessandro Michele, come l'abbiamo conosciuto finora, è stato un nome e una mente creativa legata a un brand in particolare, al quale ha ridato un posizionamento e un'estetica riconoscibile, fortemente caratterizzata. Ci attenderà lo stesso, ma in chiave Valentino, o all'orizzonte ci sarà qualcosa di completamente diverso? In questa domanda vive anche il senso dell'immensa sfida che ha accettato di intraprendere lui in primis: tornare alla ribalta dopo aver fatto qualcosa di immenso e fare altrettanto, ma in modo differente. Doverlo fare poi in un mondo così ben delineato, come quello creato nell'ultimo decennio dalla direzione di Pierpaolo Piccioli sarà ancora più sfidante.
L'uscita finale di Alessandro Michele dopo la sfilata Fall/Winter 2020/21. Credits: Getty Images
L'Haute Couture secondo Alessandro Michele
Sopra: Alessandro Michele al MET Gala con Lana Del Rey e Jared Leto. Credits: Getty Images
La prima collezione che vedremo sfilare sarà la Primavera-Estate 2025, ma subito la mente di tanti è corsa a un elemento fondante della Maison, ovvero la Couture. Citata anche nelle prime parole di Michele messe a comunicato stampa per annunciare il suo nuovo ruolo, in cui si è dichiarato onorato di fare il suo ingresso "in una Maison de Couture", l'Alta Moda segnerà per lui un secondo debutto molto atteso. Un debutto che però ci fa dormire sonni tranquilli, perché negli anni abbiamo assistito a red carpet confezionati ad arte anzi, il suo Gucci è stato forse uno dei protagonisti maggiori di questi ultimi anni, dagli Oscar al MET Gala, passando per qualsiasi altro tappeto hollywoodiano e non.
Le "sue" celebrities
Sopra da sinistra: Petra Collins, Dakota Johnson, Alessandro Michele e Hari Nef. Credits: Getty Images
Quando Alessandro Michele ha lasciato Gucci, a dirgli addio sono stati anche tanti volti che avevano ricoperto il ruolo di ambassador. Harry Styles, Miley Cyrus, Dakota Johnson (che è stata avvistata proprio con Michele a passeggio per Roma nei giorni scorsi): sono solo alcuni dei nomi a lui legati, nomi che in queste ore in tanti immaginano di rivedere il prossimo ottobre sul front row di debutto, ma in Valentino head to toe.
La febbre da must-have
Sopra: scatto street style con un paio di mocassini Gucci. Credits: Getty Images
Un'altra cosa sulla quale ci sarà aspettativa, specialmente da parte di chi ha chiuso "l'affare", è l'avere nuovi must-have in grado di alzare la curva delle vendite. Come fecero il mocassino Jordaan o la sua versione sabot con suola in pelliccia, le tante borse lanciate negli anni, dalla Marmont al remake di Jackie, e ancora i cardigan, le felpe e le t-shirt impreziosite di ricami o slogan ad alta desiderabilità. Tutto questo sarà richiesto dalla dirigenza, punto che ormai muove cambi di direzione all'ordine del giorno, ma dovrà essere calato ad arte sul prodotto Valentino.
L'immaginario, il sogno. E Roma.
Sopra: Il finale della sfilata Valentino Haute Couture Fall/Winter 22/23 a Roma. Credits: Getty Images
Se c'è una cosa che Alessandro Michele ha saputo fare in modo magistrale è stato narrare delle storie attraverso le sue creazioni. Quello che è impossibile non aspettarsi è proprio questo, suggestioni, sogni da fare a occhi aperti, spunti storici. E ovviamente, a nutrire tutto questo, ci penseranno il suo vasto background culturale e artistico e il suo amore per la città in cui è nato, Roma.
Città nella quale Valentino Garavani ha posato la prima pietra del suo atelier, nel 1959, rendendola così anche la sua di città. Un luogo che ha celebrato durante tutta la sua carriera, un luogo che è stato celebrato anche da Pierpaolo Piccioli di recente, con una scenografica sfilata sulla scalinata di Trinità dei Monti.
Roma e il suo immenso patrimonio artistico, quanto la stessa cultura artistica di Garavani e il suo amore sconfinato per la bellezza, che rivediamo in Alessandro Michele, ci piace pensare saranno la chiave di questa nuova unione.
Sopra: Valentino Garavani ritratto nel suo atelier romano. Credits: Getty Images
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