Excelsior Milano raddoppia a Verona
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Il nuovo spazio per il lusso inaugura oggi in via Mazzini a Verona. Un bis che segue di un anno l'apertura dello store milanese. E dichiara senza mezzi termini il successo dell'operazione del Gruppo Coin
Il nuovo spazio per il lusso inaugura oggi in via Mazzini a Verona. Un bis che segue di un anno l'apertura dell' Excelsior milanese. E dichiara senza mezzi termini il successo dell'operazione del gruppo Coin
Come ha tenuto lui stesso a precisare, Stefano Beraldo ama allearsi solo con i più bravi. E per il nuovo Excelsior Milano di Verona l'amministratore delegato del Gruppo Coin (a fronte di un investimento di nove milioni) non ha fatto eccezione. Per uno spazio di 3.700 metri quadri, in un ex-cinema posizionato nell'area più aristocratica e raffinata della città, ha chiamato a raccolta degli indiscutibili talenti. Di Aldo Cibic è il recupero architettonico, che insiste sul concetto di trasparenza: «Le grandi vetrine assorbono la luce e tra i diversi piani ci sono degli strategici affacci che mettono visivamente in comunicazione la clientela». Vincenzo De Cotiis ha invece curato l'interior design: «Lo spirito di Verona è classico, nel senso più nobile della definizione. Mi sono ispirato al razionalismo e al fascino di certi magazzini primonovecenteschi. Con pavimenti in pietra lacustre e mobilio in ottone lasciato al naturale. Perché il tempo possa arricchirlo con la sua patina».
E i marchi? Al piano terra, oltre la selva della cosmesi che vanta nomi come Guerlain e La Mer, si avvistano clutch in rafia di Dolce & Gabbana, l'intrecciato distintivo per le borse di Bottega Veneta, e svariate tentazioni da capogiro di Valentino e Balenciaga. Si sale e la scena è riservata all'uomo, corteggiato con proposte tanto casual quanto formali. Nomi blasonatissimi, infine, per il secondo e terzo piano al femmilnile: Prada, Marni, Miu Miu, Givenchy, accanto a linee più giovanili e di ricerca. Artefice della scelta è Francesco Galli di Folli Follie , partner dell'iniziativa e esperto consumatissimo di moda. Col pallino della cortesia, come ha ribadito più volte: «Chi non accoglie i clienti con un sorriso non si trova nel posto giusto». L'idea è infatti che i quattro piani siano goduti come una gita piacevole, specie per i turisti che gravitano nell'area. «È giusto che si spendano cento euro per un biglietto dell'Arena, come anche tremila per un cappotto di Prada», esemplifica pragmaticamente Beraldo, pensando a un pubblico internazionale e dal gusto sofisticato. Anche in fatto di cibo, perché nell'interrato la food hall promette di fare faville. «Abbiano una flotta al nostro servizio per procurarci il pesce più presco. Per non dire dei bolliti di Armando Bordin, che sono la fine del mondo».
Prossima tappa Roma. E per chi cerca di appurare di più proprio non ce n'è: «Tutto ancora molto top secret».
© Riproduzione riservata
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