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Moda

ROTATE, l’audacia danese conquista Milano

ROTATE, l’audacia danese conquista Milano

foto di Sara Moschini Sara Moschini — 27 Ottobre 2025
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"Scandi-glam" e spirito audace: Jeanette Madsen e Thora Valdimars raccontano la nuova era del loro brand e svelano la nuova collezione

Milano 22 ottobre - In occasione di una cena esclusiva alla Galleria Montegani in collaborazione con The Flamel e Spacedelicious, il brand danese ROTATE ha presentato la sua nuova Holiday Collection. Tra luci soffuse, dettagli scintillanti e una selezione di piatti pensati per evocare l’estetica audace e glamour del marchio.

Abbiamo incontrato le fondatrici Jeanette Madsen e Thora Valdimars per ripercorrere l’evoluzione di ROTATE, dal debutto con cinque iconici abiti fino alle nuove frontiere di calzature, accessori e collaborazioni internazionali, e per scoprire come il brand continui a ridefinire l’idea di femminilità contemporanea con la sua visione “Scandi-glam”: audace, sensuale e profondamente sicura di sé.


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La campagna Holiday 2026


Qual era la visione originale di ROTATE e come si è evoluta dalla vostra prima collezione?

Jeanette: ROTATE è nata da un luogo molto personale. Lavorando insieme in una rivista di moda danese, ci siamo rese conto che mancavano abiti che fossero allo stesso tempo lussuosi e audaci, ma anche accessibili. La nostra visione era quella di creare capi per quei momenti speciali, in cui l’abito stesso diventa un ricordo. Siamo partite con cinque vestiti, ognuno di un colore diverso, ed era tutto incentrato sulla qualità, la sicurezza di sé e quel senso unico dell’occasione.

Thora: Gli ultimi cinque anni sono stati un percorso di definizione e raffinamento dell’universo ROTATE. Ora stiamo espandendoci in nuovi territori: calzature, accessori e collaborazioni con brand che ammiriamo. È un’evoluzione naturale, che però mantiene lo stesso cuore e la stessa emozione del primo giorno.


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Jeanette Madsen e Thora Valdimars alla cena di ROTATE a Milano



Come riuscite a restare fedeli al DNA del brand pur adattandovi alle nuove tendenze e alle esigenze dei clienti?

Jeanette: Per noi la chiave è rendere ogni pezzo speciale, qualcosa di inconfondibilmente ROTATE, che si voglia indossare per anni e che continui a entusiasmare. Disegniamo sempre pensando a ciò che noi stesse vorremmo avere, o a ciò che potremmo vedere addosso alle nostre amiche: così è naturale capire cosa funziona e come adattare i nostri capi alle esigenze del pubblico. Direi che siamo molto allineate su questo.

Thora: Prestiamo anche molta attenzione a ciò che risuona con le persone. Osserviamo sempre cosa piace, cosa può essere migliorato e cosa va ripensato. Le scarpe, per esempio, ci venivano richieste da anni, e anche se l’idea era presente fin dall’inizio, abbiamo aspettato il momento perfetto per lanciarle. È sempre un dialogo tra il nostro universo e la nostra community.

C’è stato un momento o una collezione che ha rappresentato un punto di svolta per ROTATE?

Jeanette: Direi la prima volta che H&M ci ha contattate per una collaborazione. Pensare che un marchio che ha lavorato con nomi come Martin Margiela, Paco Rabanne o Glenn Martens volesse collaborare con noi è stato davvero un momento “pinch me”. Quella prima partnership (che poi sono diventate due) ci ha fatto capire che stavamo creando qualcosa che davvero parlava alle persone.

Thora: Anche i momenti più piccoli contano. Mi emoziono ancora quando vedo qualcuno indossare ROTATE per strada. Mi fermo a guardarli, ad assorbire la scena, e penso che stiamo facendo qualcosa di giusto. E naturalmente, vedere persone come Lisa Rinna, Kim Kardashian, Chloë Sevigny, Julia Fox o Pamela Anderson con i nostri capi è un’altra forma di conferma: è surreale e profondamente gratificante.


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Gli ospiti della cena di ROTATE a Milano


Come collaborate creativamente? Qual è il vostro processo di design?

Jeanette: Iniziamo sempre cercando ispirazione negli archivi: a volte nella biblioteca danese, altre volte esplorando negozi vintage o archivi nascosti a Parigi, Londra o Milano. Tutto parte da una conversazione, da un’idea che accende qualcosa in entrambe, qualcosa che sappiamo di poter reinterpretare in modo tipicamente ROTATE.

Thora: Poi arriva la parte più pratica. Il nostro straordinario team interno traduce quelle idee in capi reali. Da lì, iniziano le prove, i ritocchi, i campioni, finché tutto non ci sembra perfetto. Non è un processo lento, ma uno dei momenti più belli è quando vediamo il primo prototipo prendere vita. Non c’è niente di paragonabile.

In che modo i vostri stili personali differiscono e come influenzano ROTATE?

Jeanette: Ogni capo che creiamo deve superare un piccolo test silenzioso: lo indosseremmo noi? Questo istinto è al cuore di ROTATE. Naturalmente, alcuni capi riflettono più il mondo di Thora, altri il mio, ma ci incontriamo sempre su ciò che ha quella scintilla, quell’energia che merita di esistere.

Thora: Io sono attratta da ciò che è audace, inaspettato, un po’ selvaggio. Jeanette tende a linee più eleganti e glamour. Eppure, fin dalla prima collezione, abbiamo trovato un ritmo comune: una sorta di “Scandi-glam”, audace, chic e sicuro di sé. È in quella tensione che ROTATE trova la sua essenza.


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La campagna Holiday 2026


Come integrate le vostre radici di Copenaghen in un brand che ora parla a un pubblico globale?

Jeanette: Penso che le nostre radici scandinave si riflettano nel modo in cui affrontiamo la semplicità: linee pulite, forme scolpite, ma sempre con il tocco ROTATE. In ogni capo c’è un filo sottile, qualcosa che puoi immaginare di indossare stagione dopo stagione.

Thora: Siamo anche molto attente alla qualità e alla durabilità. Ogni tessuto, ogni taglio è pensato affinché i capi possano essere indossati più e più volte. La responsabilità, in questo senso, non è solo pratica: diventa quasi parte della forza silenziosa che ci definisce e che risuona con il nostro pubblico globale.

L’estetica di ROTATE è molto sicura, sensuale, emancipata. Quali messaggi su femminilità e identità sperate di trasmettere?

Thora: Per me la femminilità è sfaccettata e profondamente personale. Non esiste un solo modo di essere donna. Ciò che conta è come occupi lo spazio, come affermi la tua presenza e come rivendichi la tua libertà.

Jeanette: La sicurezza non è qualcosa che ti viene dato: la devi conquistare. I nostri capi esistono per sostenere quella conquista, offrendo alle donne un modo per esprimersi: con audacia, senza scuse e con potere.

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State preparando nuovi progetti, come una collezione di scarpe. Com’è stato affrontare un capo così complesso?

Thora: È stato un viaggio incredibile. Nuovo, entusiasmante, ma anche una grande sfida. Gran parte del processo era per noi inedito, è stato come imparare una nuova lingua. Ma sapevamo esattamente cosa volevamo: qualcosa di potente, sensuale e scultoreo. Tradurre quella visione ha richiesto tempo: innumerevoli prototipi, infiniti aggiustamenti, una vera ossessione per i dettagli, ma è proprio questo che l’ha reso speciale.

Jeanette: Le calzature sono sempre state parte della nostra visione. Abbiamo lavorato con persone eccezionali che ci hanno aiutato a tradurre il nostro mondo in questa nuova categoria. Ogni silhouette – dai tacchi scultorei alle décolleté fino alle ballerine versatili – porta con sé quell’energia audace, quella fiducia in sé che vogliamo trasmettere. È un’evoluzione naturale, ma anche un sogno che si realizza.


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La campagna Holiday 2026


E le prossime collaborazioni con Chimi Eyewear e Love Stories Intimates? Come fate a far dialogare marchi diversi?

Thora: Tutto parte da una storia in cui entrambi i brand credono. Si tratta di trovare un linguaggio comune in cui due marchi possano coesistere, completarsi e valorizzarsi a vicenda. Quando visione ed energia si allineano, la collaborazione diventa spontanea.

Jeanette: È un sogno poter tradurre l’universo di ROTATE in altre categorie e mondi. Con Chimi e Love Stories Intimates, tutto è scattato naturalmente. Entrambi hanno personalità forti, ma i nostri universi si sono fusi in modo così armonioso che sembrano un’estensione naturale dell’estetica ROTATE.

Guardando indietro, di cosa siete più fiere nel percorso di ROTATE finora?

Jeanette: Ci sono stati tanti momenti che sembrano ancora irreali. Ma quelli più piccoli e magici sono quelli che restano: vedere qualcuno indossare ROTATE per strada, o una celebrità scegliere i nostri capi per un evento. Quegli attimi mi ricordano che ciò che creiamo arriva davvero alle persone, che vive oltre noi.

Thora: Esatto. Sono quei momenti fugaci e inaspettati. Ma sono anche orgogliosa del quadro generale: di come siamo rimaste fedeli alla nostra visione fin dal primo giorno. Abbiamo lottato per essa, superato limiti, seguito l’istinto e fatto salti nel vuoto. Vedere quella visione diventare qualcosa di reale, di vivo, è ciò che rende tutto questo così prezioso.


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