Aurora Fashion Week (pt.3)
Fotogallery Aurora Fashion Week (pt.3)
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Ultimo appuntamento con la moda russa dell'Aurora Fashion Week. Scopriamo tutte le novità dalla voce di Delphine Hervieu
È proprio vero che gli opposti si attraggono; le due estremità della passerella di una sfilata della stagione p/e12 rappresentano i due estremi della gamma della moda russa. L’ultimo giorno della Aurora Fashion Week a San Pietroburgo è stato occupato da tre sfilate, due approcci estremi e un punto di raccordo.
Accogliendo il primo invito ci siamo trovati in un’incredibile atmosfera di freddo estivo. La prima sfilata si è aperta con una pioggia di fiocchi di neve ed è proseguita tra cappellini di lana grossa, vestiti corti a palloncino e abiti-tuta. Il suggerimento è quello di cambiare le solite mete estive e scegliere invece una casa molto a nord o molto a sud (dove luglio-agosto sono mesi invernali). La prima domanda che viene in mente è: “chi è la mente creativa di questa idea caldo/freddo?” La risposta: Sandra Straukaite . La sua collezione ha un nome in codice, XXL, che si riferisce alle T-shirt tipiche dell’abbigliamento militare, molto “di tendenza” durante la Grande Depressione. I cappellini danno una svolta contemporanea ai look, evidenziata anche dai motivi ritagliati in 3D, per esempio sulle maniche. Sia per le donne che per gli uomini, le proposte di Sandra suggeriscono una T-estate da servire a temperatura ambiente.
Taglia unica, meta unica? No, se decidiamo di seguire Tosha, creatura della stilista con base a Londra Tamara Sariachvili , che conferma con la sua quarta collezione il suo interesse per la struttura anatomica umana. Così, la stilista ha disegnato silhouette sottili evidenziate da abiti e tute di taglio sartoriale, perlopiù grigio chiaro. I dettagli annodati contrastano con la semplicità della tavolozza cromatica e in generale delle forme. Un minimalismo arricchito e accessoriato, una formula che esprime un glamour moderno e riconosce la necessità di un lusso abbordabile. All’intersezione tra le strade divergenti che portano all’opulenza e all’estremo minimalismo, dove i generi sessuali si mescolano completamente, Tosha celebra il corpo femminile e lo accetta per quello che è. Il risultato è apparentemente spontaneo ma, per essere apprezzato appieno, richiede maturità e uno sguardo limpido.
Sicuri e felicemente soddisfatti dalle opzioni del tutto portabili della collezione p/e12 di Tosha, non eravamo del tutto pronti per uno scontro di moda o per una valanga di bigodini anni Cinquanta. “Il ventunesimo secolo sarà religioso o non sarà” (frase attribuita al politico e scrittore francese André Malraux)? Secondo lo stilista Bessarion , originario della Georgia, è così, ma i frutti della sua immaginazione suggeriscono una forma di religione più liberata, più vicina alla tendenza fetish già prevalente quest’inverno, dove le convenzioni sono state infrante e le suore adottano un atteggiamento da dominatrici. Il potere dei tagli compete con quello dei salmi. Sono in gioco sesso e religione, e mentre lo stilista pone domande sul collegamento tra le due cose, non c’è dubbio che queste siano per sempre legate l’una all’altra. Non c’è modo di separarle e non c’è motivo di farlo. Dopo abiti-bende che avvolgono e costringono il corpo, le vetrate colorate utilizzate come sfondo del finale aprono la porta a preghiere contemporanee che necessitano più di un buon sarto che di un dizionario aggiornato. Bessarion ha firmato l’ultimo episodio della versione russa della p/e12 prima di lasciar andare i suoi ospiti verso la loro destinazione notturna: il molto newyorkese Soho Rooms .
Qui mi sono goduta qualche pezzo di movimentata musica anni Ottanta, come "Something got me started" dei Simply Red, insieme a un ottimo menu vegetariano. Mentre mi avviavo verso l’uscita, un invitato molto alla moda mi ha consigliato, prima di lasciare San Pietroburgo, di fare un’ultima tappa da Mysteria Boutique . E così ho fatto. È sicuramente il negozio più all’avanguardia della città: tra i brand in vendita ci sono Newbark, Anne Valerie Hash, Rupert Sanderson, Mawi e Thierry Lasry...e così anche la mia missione di shopping locale è compiuta.
Dasvidania!
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