Dagli anni Settanta a oggi, "A different vision of Fashion" racconta la visione unica di un fotografo che ha rivoluzionato la moda
La lunga costa sabbiosa di Malibù, un gruppo di modelle giovani, poco truccate e vestite soltanto da una camicia bianca. Siamo nel 1988 e questa immagine è destinata a rivoluzionare l'estetica femminile, ribaltando i codici estetici della moda dei tempi. Il fotografo dietro all'obiettivo è Peter Lindbergh.
Le donne ritratte in bianco e nero, con quella grana tipica della pellicola, posano per lui in tutto il mondo. Volti di una Hollywood gloriosa, modelle icona, pop star. L’universo di Lindbergh viene raccontato alla Venaria Reale, a Torino, attraverso la mostra “A different vision of fashion photography”, aperta al pubblico da sabato 8 ottobre fino al 4 febbraio 2018.
A curare gli archivi del fotografo, per ben tre anni, ci ha pensato Thierry-Maxime Loriot. E l'intento è quello di approfondire lo sguardo dell’artista attraverso immagini di repertorio, scatti inediti, provini, appunti e polaroid, per restituire allo spettatore una visione il più completa possibile.
« Il rifiuto di piegarsi alla perfezione della copertina patinata è il marchio di fabbrica di Peter Lindbergh. »
Peter Lindbergh è tedesco, nasce nel 1944 a Lissa, frequenta l’Accademia di Belle Arti a Berlino per poi trasferirsi ad Arles e successivamente viaggiare in autostop tra Spagna e Nord Africa. A Krefeld studia pittura libera ma è nel 1971 che inizia la sua carriera come fotografo.
Trasferitosi a Düsseldorf segue come assistente Hans Lux, fotografo tedesco, e inizia a collaborare con la rivista storica Stern per la quale lavorano già nomi del calibro di Helmut Newton e Guy Bourdin.
La svolta avviene nel decennio succesivo, nel 1988 quando a Peter viene chiesto di scattare la cover del nuovo numero di Vogue America. Le modelle stile Upper-East class proposte dall’editor dei tempi non convincono il fotografo, “La mia idea di donna era ed è completamente diversa. Lo feci presente e mi chiesero di mostrare cosa fosse per me la femminilità”.
Così Lindbergh si sposta a Los Angeles e sceglie sei modelle, le fa vestire con delle semplici camicie bianche, poco truccate, con i capelli appena bagnati dall’acqua, le fa posare insieme. Sorridenti, leggere e spensierate, non sanno che in quel momento stanno cambiando i codici estetici di un intero sistema. Ma la cover viene rifiutata da Vogue America e finisce su Vogue UK.
Il resto è storia: tra i nuovi volti ci sono Linda Evangelista, Tatjana Patitz e Christy Turlington, scelte da George Michael come protagoniste di Freedom e da Gianni Versace come testimonial del brand.
“Il rifiuto di piegarsi alla perfezione della copertina patinata è il marchio di fabbrica di Peter Lindbergh, l’essenza di immagini che scrutano l’anima più vera del soggetto, che si tratti di un personaggio più o meno famigliare o famoso”. Suzy Menkes analizza in maniera lucida la vera virtù del fotografo tedesco, attraverso le sue immagini è possibile cogliere la vera natura del soggetto, qualsiasi sia il suo grado sociale.
Grazie a Swarovski, partner premium della mostra, e alla collaborazione con il Museo Kunsthal di Rotterdam, è stato possibile spostare l’esibizione anche a Torino, in un posto incantato come la Reggia Venaria.
Un pit-stop d’obbligo per tutti gli appassionati di fotografia ma non solo.
Photo Credit Courtesy of Peter Lindbergh, Paris Gagosian Gallery
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