La moda per l'Ucraina: Camera della Moda supporta UNHCR e le altre iniziative per l'emergenza

Circa una settimana fa le drammatiche immagini degli scontri e del conflitto in Ucraina irrompevano nella nostra quotidianità e durante la fashion week di Milano, portando lo spettro di una guerra sempre più vicina.
Un clima strano, quasi surreale, in bilico tra l'entusiasmo per una manifestazione che sembrava tornata (quasi) alla normalità pre-pandemia, e la preoccupazione crescente per le notizie che giungevano dall'Est Europa.
La discussione nell'ambiente si è subito polarizzata: da un parte chi riteneva che la fashion week dovesse fermarsi o comunque mandare segnali forti, dall'altra chi sosteneva l'importanza di proseguire, soprattutto in un momento ancora molto delicato per la moda italiana, dopo due anni di forti difficoltà per il settore e per chi, di moda, ci vive (e parliamo di migliaia di posti di lavoro in Italia).
C'è chi come Armani ha voluto dare, nell'ultimo giorno di sfilate, un segnale con uno show senza musica, in rispetto alle sofferenze della popolazione ucraina. Chi, come il marchio Bottega Veneta, di ritorno nel calendario milanese e al debutto con il nuovo direttore creativo, Matthieu Blazy, ha deciso di lanciare sui propri social messaggi di supporto e un invito a donare, con tanto di link diretti, alle associazioni che stanno portando soccorso agli ucraini in fuga dal paese in guerra.
Difficile dire oggi cosa sia giusto e cosa sbagliato, analizzare se quanto è successo a Milano (e che probabilmente accadrà a Parigi) sia stato l'approccio corretto o se si poteva gestire la situazione in modo diverso.
In tutto questo la Camera Nazionale della Moda italiana ha deciso di dare il proprio contributo annunciando la propria adesione all’iniziativa di solidarietà lanciata da UNHCR, Agenzia ONU per i rifugiati, per l’emergenza umanitaria, già attiva sul territorio ucraino e impegnata in prima linea nel sostegno delle migliaia di persone che stanno figgendo dall'Ucraina e necessitano aiuto.
E lo fa destinando al progetto i contributi derivati dalla sala sfilata della Milano Fashion Week appena conclusa. CNMI aveva già collaborato più volte in passato con UNHCR e di recente con il progetto “Fashion Deserves the World”. I fondi raccolti da UNHCR verranno destinati alla più immediata forma di aiuto, ovvero la cash based assistance insieme a beni di prima necessità, sia all’Ucraina, che ai Paesi limitrofi (tra cui Moldova e Romania); coperte, stuoie per dormire, tende per famiglie, kit per l’inverno, sacchi a pelo, taniche d’acqua, articoli sanitari, kit per bambini e lampade solari.
“La moda costruisce ponti, promuove l’unione tra le persone e lo scambio culturale, diffonde valori di inclusione. In questi giorni di crisi internazionale è importante ricordare come ciascuno possa contribuire alla costruzione di un mondo migliore ed un futuro sostenibile e solidale. La nostra attenzione è rivolta a tutte le persone che soffrono.” il messaggio di Carlo Capasa, Presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana.
La raccolta fondi, aperta a tutti i brand di moda e alle associazioni di settore, ha già visto l'adesione di grandi nomi della moda, come Valentino che ha fatto una donazione di 500mila euro a UNCHR.
Anche Gucci ha deciso di sostenere la causa con una donazione di 500mila dollari attraverso CHIME FOR CHANGE, il programma del marchio che supporta molte cause sociali.
Anche Giorgio Armani ha aderito alla raccolta promossa da CNMI a favore di UNCHR e ha annunciato anche una donazione di capi di prima necessità destinati ai profughi che verranno distribuiti attraverso la Comunità di Sant’Egidio, già presente e attiva nelle zone di confine.
Intanto anche Oltrealpe, in piena Paris Fashion Week, le maison francesi si stanno mobilitando per la causa: Louis Vuitton x UNICEF, la partnership di lungo corso che il marchio supporta dal 2016, ha disposto una donazione di un milione di euro e si è attivata fornendo ai bambini e alle famiglie in Ucraina, aiuti umanitari, compreso l'accesso all'acqua pulita, forniture sanitarie e educative, servizi di protezione dell'infanzia e assistenza psicosociale.
La moda, insomma, non "resta a guardare" e cerca di dare il proprio contributo e supporto a quanto sta succedendo. Speriamo che questo sia solo l'inizio e che piccole e grandi realtà del sistema aderiscano all'iniziativa.
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