Fashion Chat: intervista alla cantante e artista Laila Al Habash
Nata nel 1998 a Roma e con una marea di pensieri e parole che trovano posto nei testi delle canzoni che compone da quando aveva 13 anni: Laila Al Habash (su Instagram @lailaalabastro) è uno dei nuovi volti e una delle voci più interessanti della discografia italiana.
Se il suo nome vi risulta sconosciuto (per ora), eccovi qualche informazione su di lei e, soprattutto, perché dovreste aggiungerla in playlist.
Le sue prime canzoni, caricate quasi per gioco su Bandcamp (piattaforma che permette di caricare proprio audio ndR), catturano l'attenzione di Stabber, uno dei produttori più quotati degli ultimi anni (ha lavorato con Raphael Gualazzi, Coma_Cose, Coez e molti altri) e nel 2019 la portano a pubblicare alcuni singoli con Bomba Dischi, la casa di artisti come Calcutta e Carl Brave.
Da "Come quella volta", il suo primo singolo, a "Ponza", uno degli ultimi pezzi prodotti con l'etichetta Undamento, Laila è un'artista alla ricerca del suo spazio ma che ha ben chiaro come far sentire la sua voce.
Tanto che Zalando l'ha scelta, assieme a Livio Cori e BigMama (Marianna Mammone) per "Voce allo stile", una campagna che celebra giovani artisti musicali, portando al centro lo streetwear come stile ma soprattutto strumento di espressione.
Milano, Roma e Napoli, le città dei protagonisti, diventano i palcoscenici ideali su cui i tre si muovono mentre interpretano, ognuno a modo proprio, "Nessuno mi può giudicare" canzone di Caterina Caselli, inno di libertà.
Per il lancio della campagna, proprio nella settimana "cult" della musica in Italia, abbiamo scambiato quattro chiacchiere proprio con Laila.
Com'è cominciato il tuo viaggio nel mondo della musica?
È cominciato mentre ero ancora a scuola, registravo delle demo da sola che avevo messo su Bandcamp. Stabber, bravissimo producer che ha prodotto tutte le mie canzoni, per qualche casuale coincidenza astrale è capitato sul mio profilo e mi ha chiesto subito di lavorare insieme. Da lì non ho più smesso.
Quanto è importante per te la moda - o meglio, lo stile - nella definizione dell'immagine di un'artista e nel suo percorso?
Vedo lo stile come un mezzo di comunicazione, un modo per far capire meglio chi sono. È la via più immediata, d’altronde basta letteralmente guardare. Cerco di dedicare ai dettagli di un look la stessa attenzione che dedico a un certo suono o a una certa parola in una canzone.
Come definiresti il tuo stile personale? Cosa ti piace indossare?
Mi piace mischiare gli anni Settanta con i Novanta. Mi piace il velluto, i pantaloni a zampa, il satin, le maniche larghe con orecchini e anelli giganti, pantaloni over e crop top. Anche musicalmente sono le mie annate preferite, quelle dove sono usciti i dischi che amo.
Hai preso parte, insieme ad altri artisti italiani, alla nuova campagna di Zalando, un progetto che celebra lo stile streetwear. Che esperienza è stata per te?
Sono contenta di poter fare parte di un progetto che celebra lo streetwear, le strade e la musica classica italiana. Sono tutti elementi che sento vicinissimi a me, al mio carattere e al mio lavoro. E poi è stato un onore girare nella città in cui sono cresciuta, palcoscenico delle mie esperienze e dei miei primi concerti, Roma.
Sempre per questo progetto di Zalando hai reinterpretato la canzone "Nessuno mi può giudicare" di Caterina Caselli, un successo degli anni 60. La conoscevi? Come hai lavorato su questa cover?
La conoscevo molto bene. Sono una fan di Caterina Caselli e una grande appassionata di musica italiana anni Sessanta. È una canzone forte, che parla di ribellione, erano gli anni delle contestazioni giovanili, i giovani avevano voglia di cambiare il mondo. Ho cercato di dare a questa canzone una forma più mia, io e Plastica abbiamo campionato le batterie di un mio pezzo e cambiando il ritmo si è creato un groove più R’n’B, ma che mantiene la stessa serietà e presa di posizione dell’originale.
Quali sono le tue fonti di ispirazione in fatto di stile? Hai una "musa " (o più muse) di riferimento?
Da sempre amo Raffaella Carrà e prendo tanta ispirazione da lei. Studio i suoi costumi, guardo persino le puntate di Milleluci del 1978 per studiare le sue movenze e il suo stile, quella nei suoi confronti è una passione che dura da sempre. Mi piace molto però anche lo stile più contemporaneo, ammiro lo stile di Joy Crookes e Little Simz, A$AP Rocky e Solange Knowles. In generale trovo interessanti i look semplici ma che risaltano la personalità di chi li indossa. Non credo che sia necessario indossare per forza brand famosi o fissarsi con le tendenze di moda, per me un lavoro di styling è ben fatto quando non risulta troppo costruito: il risultato, anche se dietro ad ogni dettaglio c’è tanta ricerca, deve sembrare semplice e allo stesso tempo efficace.
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