Gucci Love Parade: la sfilata a Los Angeles è una lettera d’amore a Hollywood
Definire semplicemente sfilata quanto andato in scena ieri sera sulla leggendaria Hollywood Boulevard a Los Angeles sarebbe alquanto riduttivo. Il termine più adatto potrebbe essere kolossal, vista la parata di ospiti presenti - oltre cinquecento - e la sontuosità dei look - altrettanto numerosi - portati in passerella da Alessandro Michele per la sua “Gucci Love Parade”, seconda collezione presentata nell'anno del centenario della maison, dopo “Gucci Aria”.
Lo show, annunciato con un invito degno di un noir hollywoodiano - un messaggio scritto a mano su un fazzoletto, accompagnato dall’impronta di un bacio - ha preso il via sulle note di “Bachelorette” di Björk rivelando, uscita dopo uscita, la passione sfrenata dello stilista per il mondo di celluloide.
«Mamma lavorava nel cinema come assistente di una casa di produzione. Ricordo i suoi racconti, dettagliati e scintillanti, su quella fabbrica di sogni - ha spiegato lui stesso in una nota - C'era il pallore alabastro di Marilyn Monroe e la sua voce diafana. C’erano i guanti neri satinati di Rita Hayworth e i capelli di seta di Veronica Lake, così come l’incanto seduttivo di Rock Hudson e il vertiginoso trasformismo di Kim Novak. Tutto aveva il sapore della fiaba».
Ricordi e personaggi che hanno trovato espressione in passerella sotto forma di long dress bordati di pieghe e diademi, abiti in tulle drappeggiato decorati da serpenti e boa di piume colorati, completi maschili portati con tanto di panciotto e papillon e copricapi di ogni foggia e stile.
A solcare la Walk of Fame con le stelle rosa dedicate alle celebrità sono stati centinaia di modelli e modelle di ogni genere e taglia perché «con la moda hai il dovere di dare una voce, la bellezza è ovunque», accanto a star come Jared Leto (che vedremo a breve sul grande schermo nell'atteso “House of Gucci”), Miranda July e Macaulay Culkin, l’ex bambino prodigio di “Mamma ho perso l’aereo”.
Ma a catturare l’attenzione degli ospiti - da Gwyneth Paltrow a Diane Keaton, passando per Lizzo, Billie Eilish e i nostri Maneskin, tutti accomodati su sedie pieghevoli da regista in canvas logato GG - è stato anche il tripudio di accessori che ha accompagnato le diverse mise: oltre ai già citati copricapi, nel guardaroba Gucci hanno trovato posto occhiali a mascherina, alte cinture-bustier in latex, eclettici gioielli da naso, bijoux in metallo, stivali e maxi plateau.
Immancabili le borse, punta di diamante della griffe fiorentina: pochette, belt bag e modelli a mezzaluna da portare a mano o a tracolla, insieme all’ultima arrivata (già cult) “Gucci Diana”, reinterpretazione del modello con manici in bambù, lanciato per la prima volta nel 1991.
A chiudere la sfilata, un emozionato Michele in tuxedo oversize e jeans, quasi incredulo di questo sogno divenuto realtà.
Ph. Kevin Tachman
«È qui, nella città degli angeli, che ho incontrato le persone più stravaganti, fuori tempo, refrattarie a qualsiasi idea di ordine. Le ho sempre osservate come in processione alle pendici dell’acropoli dei sogni. Bramose di offrirsi in dono nella loro unicità. Una parata di esseri incantati e profondamente liberi, che attraversa una terra dove non c’è passato, né futuro: solo il miracolo dell’immaginifico. Mamma me lo raccontava sempre: Los Angeles risplende di una magia senza tempo, sfiora le divinità e si fa mitologia del possibile».
Ph: Getty Images, Press office
Ph. Cover: Cosimo Sereni
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