«Sono passati cento anni. Cento rivoluzioni terrestri che interrogano il fluire del tempo. Cento giri intorno al sole per tornare a quella primavera dove tutto si preparava a gemmare e a rifrangersi. Un tempo importante che deve essere festeggiato».
Con queste parole Alessandro Michele ha introdotto la nuova collezione di Gucci, dal titolo “Aria”, presentata in streaming sui canali social del marchio e anticipata nei giorni scorsi da un Save the Date decisamente sui generis: lo stilista ha inviato ai suoi ospiti virtuali il “GUCCIQUIZ!”, una sorta di magazine di enigmistica rivisitato in chiave modaiola con giochi, cruciverba e rompicapi legati alla storia della maison fiorentina, di cui dal 2015 è il direttore creativo.
Ma a far salire l'hype alle stelle sono state soprattutto le voci circolate alla vigilia dello show su una possibile collaborazione con Balenciaga. Indiscrezioni che hanno trovato in un certo senso conferma all'interno della collezione. Più che di una partnership, in realtà si tratta - a detta dello stesso Michele - di un «esperimento di hackeraggio» in cui l’heritage di Gucci diviene oggetto di contaminazioni, metamorfosi e reazioni esplosive.
Il racconto della collezione è stato affidato a un cortometraggio co-diretto dal direttore creativo e da Floria Sigismondi, visionaria regista e fotografa che nel corso della sua pluripremiata carriera ha prestato l’obiettivo ad artisti del calibro di Rihanna, David Bowie, Christina Aguilera e Sigur Ros, oltre ad aver firmato alcune campagne proprio per il brand dalla doppia G.
I primi frame ci portano davanti alla porta di un club londinese, un riferimento a Guccio Gucci, che qualche anno prima di aprire la sua bottega di pelletteria in Via della Vigna Nuova, a Firenze, si era trasferito nella capitale britannica e aveva lavorato come ascensorista presso il Savoy hotel.
Tra luci al neon e macchine fotografiche l’eterogenea visione di Alessandro Michele prende forma. È il mondo equestre a fare da fil rouge alle 94 uscite, scandite dal ritmo martellante di una colonna sonora rap con la parola Gucci ripetuta in loop (l'apertura è affidata all'ipnotica "Gucci Gang" di Lil Pump).
I morsetti diventano body pieces in stile bondage, richiamando la femminilità sexy e provocatoria di Tom Ford, al timone della maison dal ‘94 ai primi 2000; gli stivali e i cappelli da equitazione incorniciano gli abiti in pizzo e gli immancabili tailleur; i frustini diventano un accessorio da matchare con la borsa.
Non mancano i richiami alle stampe d’archivio - dall’iconico motivo Flora al pattern GG - che si mescolano in maniera del tutto inedita al logo di Balenciaga.
Alessandro Michele ha attinto al «rigore anticonformista» di Demna Gvasalia (creative director della casa di moda francese) ma anche al glamour della vecchia Hollywood, interrogandosi sulle «implicazioni antropologiche di ciò che brilla» e lavorando con tessuti vinilici e paillettes.
Il risultato è un guardaroba atemporale e alchemico, illuminato da una moltitudine di gioielli: spille, orecchini, chocker e septum dell' “Hortus Deliciarum”, la linea di Alta Gioielleria Gucci portata in passerella per la prima volta.
A concludere la galvanizzante narrazione di Michele, un ultimo, memorabile, colpo di scena, con i i modelli e le modelle catapultati in una dimensione totalmente diversa, onirica e lussureggiante: un giardino fiabesco popolato da pavoni, cavalli e animali di ogni genere, dove liberarsi di qualsiasi peso e lasciarsi abbracciare dalla natura.
È questa la vera festa per lo stilista, «un'immersione profonda ed estatica in tutto quello che oggi ci manca in maniera struggente: una festa d’aria».
Gucci Aria: focus sulle borse della collezione
Il Gucci pensiero passa immancabilmente per gli accessori, borse in primis. Sono già destinate a diventare cult la Jackie 1961 e la Horsebit 1955 marchiate Balenciaga, così come la Bamboo Bag inventata da Guccio Gucci negli anni Cinquanta e divenuta celebre grazie a icone dell’epoca come Ingrid Bergman e Liz Taylor, che la sfoggiavano dentro e fuori dal set.
Già oggetto di restyling nel 2010, questo modello è stato rivisitato attraverso stampe celebrative per i 100 anni del marchio, insieme a secchielli, tote e belt bag.
Ma la borsa simbolo di questa collezione è senza ombra di dubbio la clutch a forma di cuore umano tempestata di cristalli scintillanti, pensata per farci finalmente «tornare a sognare».
Gucci Aria: le borse della collezione per i 100 anni della maison
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Ph. Credits: Getty Images, Kevin Tachman
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