Una chiacchierata con: Giacomo Giorgio, l'attore di "Mare Fuori", nuovo volto di DoDo
Ci siamo abituati a vederlo nei panni del tenebroso Ciro Ricci, tra i personaggi più amati di "Mare Fuori", la serie tv diventata un cult non solo tra i giovanissimi, o in quelli, misteriosi e tormentati di Lorenzo in "Sopravvisuti" ma Giacomo Giorgio in realtà ha anche una vena solare e giocosa e un sorriso contagioso.
L'attore napoletano, che si divide tra tv e cinema, veste ora dei panni tutti nuovi, quelli di testimonial: è infatti uno dei protagonisti della campagna Primavera Estate 2023 di DoDo, House of DoDo, ovvero un luogo - anche fisico - dove vivere appieno le proprie emozioni.
Luogo che verrà svelato proprio in questi giorni a Milano, in via Manzoni 26, dove aprirà i battenti un nuovo flagship store del brand, una "casa" che sprigiona ottimismo e positività, dove esprimere attraverso i gioielli se stessi, la propria personalità e, sopratutto, le proprie emozioni.
E sono proprio le emozioni il "motore" della vita e della carriera di Giacomo che nelle immagini della campagna posa con disinvoltura leggerezza accanto ad Alice Campello, Alice Maselli e Mikaela Naeze Silva, tra le pareti tangerine della "house" of DoDo.
Abbiamo colto l'occasione per scambiare quattro chiacchiere con Giacomo Giorgio e farci raccontare direttamente da lui com'è nato questo feeling con DoDo e come vive le sue passioni, a partire da quella per la recitazione, e cosa ha in serbo per noi...
Giacomo, com'è nato questa collaborazione con il brand DoDo? Cosa ti piace del marchio e in quali dei suoi valori ti riconosci?
«La collaborazione con il brand è nata grazie ad un interessamento reciproco, è un marchio che ha sempre fatto in qualche modo parte della mia vita. Ricordo quando avevo 16 anni e portavo al polso un bracciale con un cordino e le iconiche “pepite” d’argento. L'ho sempre seguito, da lontano e nel mio privato, mi piaceva il lavoro che facevano e i volti che sceglievano per le loro campagne, secondo me molto coerenti, giusti. Quando mi è stato proposto di partecipare al cast della campagna di quest’anno mi sono sentito molto orgoglioso di fare parte del racconto che avevano in progetto di sviluppare, ora posso portare i loro gioielli che mi piacciono da sempre perché sono semplici ma raffinati. Ogni volta che mi guardo il polso mi ricordo di quel ragazzino di 16 anni che ad ogni piccolo traguardo andava a comprare con i risparmi una pepita di DoDo».
Il grande pubblico ti ha scoperto con Mare Fuori e il personaggio di Ciro ma la tua passione per la recitazione, abbiamo scoperto, nasce da molto più tempo, da quando eri piccolo. Com'è nato questo amore?
«Penso che la strada dell’attore nasca molto prima di te. In qualche modo c’è qualcosa di segnato. Anatomicamente mi sento di dire che si nasce con il “Cuore d’attore”, un cuore agile che pompa emozioni e vive ogni secondo. Quando in scena lo sento battere forte penso di avere un cuore così, dalla nascita, che resiste e vive questi attimi di dimenticanza dalla realtà. Il primo amore è scoccato quando ero molto piccolo. Vidi a teatro l'opera “Miseria e Nobiltà”. Tanta fu l’emozione durante e dopo lo spettacolo che, guardando quegli attori dissi “Io voglio essere come loro, e vivere la loro vita” e da allora così è stato, e non ho mai avuto dubbi. Lo sarà per sempre è anche oltre. È un modo per dimenticare chi sono ed essere qualcos’altro o forse essere chi sono veramente sotto qualcun altro. È un sacrificio d’amore, il sacrificio più bello del mondo e durerà per sempre. D’altronde la fine non esiste, i personaggi in quei minuti vivono per sempre conquistando l’immortalità».
Il successo di "Mare Fuori", e la riconoscibilità che ne è derivata, è stato qualcosa di travolgente e anche un po' inaspettato. Come vivi questo momento?
«Lo vivo con molta serenità e orgoglio. C’è una grande parte della mia anima in quei minuti, anche una parte che è stata difficile da accettare di possedere e rendere pubblica per me. Cerco sempre di trovare la verità in ogni secondo e in ogni angolo di spazio anche quando quest’ultima costa cara. In qualche modo me lo sentivo che avevo tra le mani qualcosa di importante ma la realtà ha superato di gran lunga l’immaginazione. Sarò per sempre grato a tutto l’amore che quotidianamente il pubblico mi dimostra e spero di esserne sempre all’altezza. Mi riempiono il cuore, d’altronde sono un ragazzo del Sud, un po’ troppo romantico!»
Dopo "Mare Fuori "e "Sopravvissuti", ci puoi dare una piccola anticipazione su quali saranno i tuoi progetti futuri?
«Dopo "Sopravvissuti" ho girato "Diabolik" 2 e 3 per il cinema. Mentre dal prossimo autunno vi aspetto con due nuovi progetti. Una serie RAI “Noi Siamo Leggenda” che parla di ragazzi con superpoteri e una serie coprodotta da Italia e Inghilterra per Rai 1 “Il caso Claps” per la regia di Marco Pontecorvo che parla della storia vera di Elisa Claps la ragazza uccisa a Potenza e lasciata in una chiesa per 17 anni. È una storia a cui tengo particolarmente, sia perché era importante venisse raccontata sia perché interpreto Luciano Claps, il fratello di Elisa».
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