I negozi verso la riapertura il 18 maggio: cosa aspettarsi e come cambierà il nostro modo di fare shopping?
Parola d’ordine RIPARTIRE.
L’Italia si avvia verso la fase due che prevede la riapertura del commercio al dettaglio dal 18 maggio, data in cui riavvieranno la loro attività anche musei, mostre e biblioteche.
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Dopo la ripartenza della produzione all’ingrosso del 4 maggio, i negozi si preparano quindi ad aprire le porte ai clienti, non senza molti accorgimenti e significativi cambiamenti da conoscere prima di fruire di tali servizi.
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Scopriamo insieme il codice di comportamento e le linee guida che sembrano delinearsi in questi giorni.
1) Ingressi contingentati
Proprio come per i supermercati, i negozi potranno ospitare un numero limitato di clienti, che è stato calcolato in una persona e due commessi per ogni 40 mq, in modo da garantire un adeguato distanziamento.
Di conseguenza, all’ingresso di molte attività commerciali si formeranno delle file direzionate, con percorsi guidati per entrare e uscire (ove possibile con ingressi separati) al fine di non imbattersi l’uno con l’altro.
2) Utilizzo delle mascherine e protezioni
L’utilizzo di protezioni come mascherine e guanti usa e getta sarà obbligatorio per ogni membro dello staff dell’attività e altamente raccomandato a chi visita il negozio.
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Per questo molti commercianti e catene come Mango (che sta gradualmente riaprendo tutti i punti vendita in Europa) si stanno organizzando con l’acquisto di grandi quantità di mascherine da far indossare ai propri clienti in caso non ne fossero forniti.
Davanti alla cassa dovrà essere messa poi una separazione in perspex a protezione di entrambe le parti durante l’operazione di pagamento.
3) Sanificazione
Per mantenere il luogo igienizzato e il più sterile possibile, il locale dovrà essere sanificato secondo rigidi protocolli sia dal personale del negozio che da imprese di pulizie specializzate utilizzando sostanze a base alcolica, raggi UV e ozono.
Sarà importante anche il ricambio dell’aria e dei filtri dell’aria condizionata (che però non è ancora chiaro se potrà essere usata o meno).
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Indumenti e calzature, dopo essere stati provati e non acquistati, dovranno essere igienizzati. Come? Tanti gli interrogativi dei commercianti che si stanno chiedendo che strumenti e modalità usare (ozono? vapore?) e a quanti gradi il capo può dirsi sanificato (solo sopra i 90 gradi?), senza nascondere naturali preoccupazioni sull’eventuale danneggiamento che questo potrebbe causare ai tessuti più delicati come la seta.
4) Orari e ritmi nuovi
L’obiettivo, sopratutto nei primi mesi, sarà quello di evitare gli orari di punta che rendano poco gestibile il flusso dei clienti. Qual è il modo migliore per farlo? C'è chi pensa con appuntamenti one by one presi telefonicamente o tramite app e chi a ridurre e diversificare gli orari di apertura.
Sicuramente il rapporto negoziante/cliente sarà più intimo, consapevole e "protetto" e ci saranno tantissime iniziative dedicate (Wi-Fi aperto a chi attende in fila? sedie, acqua e tavolini? forme di intrattenimento che "attirino" le persone?)
Sarebbe inutile negare i vincoli stringenti e le difficoltà che questa pandemia continuerà a causare nell'immediato futuro ma la creatività, l'energia e la voglia di ricominciare dei venditori e degli acquirenti è certamente molto più forte.
Non dimentichiamo che il comparto moda, per il nostro paese, è una delle voci importanti più del PIL nazionale. Di sicuro ripartire sarà necessario e farlo in sicurezza ancora di più.
Questo porterà necessariamente a un cambio delle nostre abitudini di shopping. Ma, come spesso accade, potrebbe diventare - e ce lo auguriamo tutti - anche un'occasione per sviluppare nuove strategie di acquisto.
La moda riparte, ecco come:
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