Fotogallery Roberta: la parola all’orecchino
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Spetta all'accessorio raffinare il messaggio che si vuole dare di sé. Così Roberta Sarchi ci introduce alla sua collezione di orecchini vintage
“Quando si sceglie un abito contano la personalità e l'umore. Spetta poi all'accessorio raffinare il messaggio che si vuole dare di sé”. È la premessa di Roberta alla sua collezione di orecchini vintage, esibita per l'occasione nello spazio dove il suo lavoro e la ricerca di un ideale estetico coincidono: lo studio di pubbliche relazioni ed eventi G.A.R.B.O. , con quel nome sospeso tra l'evocazione di una grazia d'altri tempi e l'immaginario glam dell'indimenticabile Greta. Mentre conversiamo ammiro il bel pavimento in esagoni verniciati, tipico degli interni primonovecenteschi. A tratti chiazze di nudo cemento. “Con Ilaria, socia ed amica, abbiamo grattato via le orribili mattonelle sovrapposte a quelle originarie. Il recupero della memoria è una forma di rispetto della bellezza”. Del resto lo spunto iniziale della raccolta viene come un'eredità dalla madre di Roberta, donna di gusto col pallino dell'abbinamento. “Ogni sua mise era un accordo perfetto con scarpe e borsa, senza tralasciare gli immancabili orecchini. Molti me li ha donati proprio lei”.
Vassoi e cassettini sono ricolmi di centinaia di modelli, alcuni originalissimi. Pendenti a forma di barchette origami e di scatole dei cornflakes, una mini Tour Eiffel fluorescente che si accende nel buio delle discoteche, la goccia di un abat-jour riadattata a monile. Non mancano degli Enrico Coveri e Krizia originali degli anni '80. “Scontato dire che si tratta di una collezione “vivente”, i cui pezzi indosso abitualmente. Per il giorno amo un'immagine fresca e pulita, quindi mi concedo solo una piccola perla. A sera mi riconosco meglio in un esuberante chandelier. Mi è sempre piaciuto giocare con l'identità”. Parole che suonano come un manifesto d'intenti per Roberta, agente e talent scout sì, ma anche assidua collaboratrice dello storico locale milanese Plastic .
Unico divieto: l'oro giallo. “Proprio non riesco a portarlo. Preferisco l'ottone e il rame, con quella meravigliosa patina di brunito. O piuttosto la resina, un materiale molto amato dai nuovi designer di gioielli”. Il senso della tradizione e l'ironia di una mente spregiudicata, aperta alle sollecitazioni del moderno. Roberta è tutto questo. Con in più un paio di orecchini, ovviamente.
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