Il senso di Paolo per le scarpe
Fotogallery Il senso di Paolo per le scarpe
...
Toglieteli tutto ma non le sue stringate. La collezione di Paolo Fiore vive con lui, passo dopo passo
Toglietegli tutto ma non le sue stringate. La collezione di Paolo Fiore vive con lui, passo dopo passo
Scatole impilate con cura, una polaroid a svelarne il contenuto. Paolo, che nella vita fa il visual merchandiser, custodisce la sua collezione così. Almeno da quando vive a Milano. “Ho potuto dare libero sfogo alla passione solo lontano da casa. Mia madre, maniaca dell'ordine, non mi avrebbe permesso di ammucchiare così tante scarpe”. Scarpe dunque, che rispondono ad una precisa idea dello stile. “Al mattino ogni mio look inizia da loro. È un gesto automatico. Tanto quanto accendere l'iPod per scacciare il sonno a suon di musica.”. Le regole sono precise. “Se sotto abiti importanti e capispalla strutturati ci si aspetta un paio dall'attitudine formale, io calzo scarpe povere, magari vecchie. Altrimenti vale il contrario. Stringate snob sotto un jeans strappato o una qualsiasi mise decostruita, inaspettata, sbagliata. Lo sbaglio è necessario alla grazia”. Quest'armonia degli opposti, necessaria per rendere contemporanea la propria immagine, rivive nella scelta dei pantaloni. “Fondo stretto, scarpa affusolata. Fondo più largo, modello con spessa suola in gomma”. Ma mai a punta. E nemmeno di vernice. Il lucido lo trovo trash. Perciò dico no anche al vitello spazzolato”.
Alcune calze a tinte vivaci, scorte nel cassetto dell'armadio, sembrerebbero tradire una contraddizione. Ma Paolo spiega subito. “Non le porto mai, le possiedo per amore della varietà. Mi si vede solo e sempre con calze dalle tonalità polverose”. Poi l'occhio cade su alcune sneaker, stesso modello ma colore diverso. “La ripetizione è una tecnica fondamentale nell'allestimento delle vetrine. Tipico caso di deformazione professionale applicato alle scarpe”. Tra le chicche da vero intenditore quelle in pelle di elefante e foca, dalla particolare finitura rugosa. “Non se ne producono più per la comprensibile salvaguardia delle specie. Una rarità preziosa”. Eppure sono gli anfibi vissuti il pezzo più caro. “Mi seguono ovunque, specie quando viaggio per lavoro. Sono più P.R. di me”.
© Riproduzione riservata