Giannico: ergonomia e voluttà
Fotogallery Giannico: ergonomia e voluttà
...
Per la collezione di scarpe Giannico il giovanissimo Nicolò Beretta coniuga tradizione manifatturiera italiana e gusto per l'eccentricità colta
Per la collezione di scarpe Giannico il giovanissimo Nicolò Beretta coniuga tradizione manifatturiera italiana e gusto per l'eccentricità colta
Il sito di Giannico si apre sugli scatti di campagna. Riconosciamo le modelle riverse sul pavimento, l'emorragia di vernice, gambe e natiche in vista di un omaggio a Guy Bordin. Sul corpo nudo solo scarpe, quelle che disegna Nicolò Beretta. Lui non è neppure ventenne; un prodigio, secondo molti addetti ai lavori. Nato a Milano, a quattordici anni si trasferisce in Australia al seguito dei genitori. È lì che matura l'idea di una collezione tutta sua.
Ai suoi occhi il nuovo progetto deve conservare un fondo innegabile d'italianità. Italiana è la manifattura, prodotta nel distretto calzaturiero della Riviera del Brenta. Italiana la creatività, con quel tipico estro che gioca negli accostamenti materici preservandone però un esito dolce e femminile.
Sulla scocca della décolletée una sfera giocosa, un ricciolo di pelle a contrasto sul listino che allaccia la Mary Jane, un ciuffo di pelliccia sul sandalo. E le ballerine? Sfoggiano, sulle punte, una testa di cervo dorata. «Amo ispirarmi alle più diverse espressioni artistiche», spiega. Salvo poi concedersi sempre un vezzo, una firma riconoscile: la suola in verde mela. Sinuose e seducenti le forme, esaltate nella tarsia cromatica e nelle traforature al laser. Libero e originale il gusto degli abbinamenti. Sul vitello spuntano minuscoli cristalli di plastica, il pitone si sposa al vinile, la tomaia è foderata di piume. Piacevole senso dell'eccentricità,
© Riproduzione riservata
© Riproduzione riservata