Tre personalità unite dalla musica: vi presentiamo la band di Pesaro alla conquista del mondo
Si sono conosciuti sette anni fa, a Pesaro, frequentavano gli stessi posti, avevano gli stessi interessi e soprattutto tanta voglia di suonare: unire le forze e creare una band è stato un passo quasi naturale. Parliamo dei Be Forest, band formata da Nicola, Costanza ed Erica, tra le realtà più interessanti della scena musicale alternativa in Italia.
Tutto inizia nel 2011 con il disco di debutto "Cold", oggi in uscita con una ristampa in edizione limitata e con una serie di date in varie città italiane.
Li abbiamo incontrati nella loro terra, le Marche, dove abbiamo scattato fotografie e chiacchierato sotto il sole mite di ottobre.
Be forest
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Partiamo dal passato. Quando avete deciso di formare una band?
Nicola: Era il 2010. Frequentavamo gli stessi posti, gli stessi negozi di dischi, ci incontravamo per concerti. Alla fine ritrovarci per suonare insieme è stato spontaneo.
Chi sono quei musicisti che vi hanno spinto a voler imparare a suonare uno strumento?
Nicola: Magari farà ridere, ma io ho iniziato a suonare la chitarra con i Blink 182.
Parlando di voi spesso si tira in ballo lo shoegaze di molte band anni ’90. Era questa la direzione che volevate per il vostro sound?
Erica: In realtà non c’è stata nessuna volontà di voler richiamare una determinata scena. L’insieme delle nostre personalità e dei nostri tre passati musicali ha fatto sì che il suono, alla fine, fosse questa cosa qua.
In questi anni avete suonato moltissimo, anche all’estero, avete notato un approccio alla musica diverso per quanto riguarda il pubblico?
Erica: Sì, soprattutto tra l’Europa e l’America. Lì l’approccio al live è diverso, il pubblico è più abituato ad accogliere suoni differenti. E poi anche l’attitudine di suonare è più punk: ognuno porta le sue cose, nel locale magari non ci sono spie o mixer e si suona comunque.

Il momento che vi ha emozionato di più in questi anni di Be Forest qual è stato?
Costanza: Sicuramente il primo tour in America. Per me ed Erica era la prima volta, e l’approccio con un nuovo Paese è stato notevole. Il fatto che fossimo lì per suonare, poi, è stata un’emozione in più.
Erica: Io non ho mai avuto il sogno americano e mi sono ritrovata in un posto che superava continuamente tutte le mie aspettative. È stata una carica emotiva che mi sono portata dietro per un bel po’.
Nei tanti viaggi che fate - siete reduci, tra l’altro, da un mini tour in Messico - immagino che ci sia anche il momento dello shopping. C’è un capo che avete acquistato all’estero a cui siete legati?
Erica: Io sono un’acquirente seriale di giubbotti e scarpe, ma solo perché mi rendo sempre conto di sentire più freddo di quello che avevo previsto.
Costanza: Io compro tutte le cose che mi ispirano di più. Parto con la valigia semivuota e torno con il doppio della roba. Il mio armadio è un insieme di cose prese dai giri con il tour.
Nicola: Io sono molto legato a una giacca che ho trovato in una lavanderia, nel cesto delle cose dimenticate dai clienti. È una XXL americana, verde militare.
« Il nostro è uno stile casual, dove per casual si intende casuale! »
Per la vostra estetica sul palco vi ispirate a qualche artista?
Costanza: All’inizio mi piaceva molto Alison Mosshart dei The Kills. Però non parlerei di ispirazione. Più che altro sono un potpourri di colori, di stili, sono un mash-up di fantasie. Il nostro è uno stile casual… dove casual sta proprio per casuale!

State lavorando al nuovo disco. Anticipazioni?
Nicola: È molto scuro e nebbioso.
Erica: Ma anche circolare e argentato.
Costanza: Per la scrittura dei testi è un discorso di sensazioni. Ognuno può interpretarli a proprio modo.
Oltre alla musica, quali sono i vostri interessi?
Costanza: Io studio riflessologia plantare.
Erica: Mi è sempre piaciuta l’arte, ho studiato all’Accademia di belle arti, la direzione è sempre stata più o meno quella.
Nicola: Leggo fumetti, stampo dischi, guardo film.
C’è un posto in cui vorreste suonare dove non siete ancora arrivati?
Costanza: In Giappone.
Nicola: Ma anche in Svezia.
Nel futuro dei Be Forest cosa c’è?
Nicola: Pensiamo al nostro disco e, sempre che il mondo non finisca, anche a suonare, suonare, suonare.
Words by Sabrina Patilli
Production: Sara Moschini
Fotografia: Rosaline Shahnavaz
Moda: Francesca Crippa
Grooming: Vanessa Geraci
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