Ivana Lotito: Guerriera come tutte le donne
Dal set di Gomorra al cinema e alla televisione. Incontriamo Ivana Lotito in un esclusivo set moda
Per Ivana Lotito (Azzurra Avitabile in Gomorra) recitare è una missione che la rende ancora più completa. Originaria della Puglia, ha iniziato la sua avventura nel cinema a Roma dove, dopo anni di studio, ha ottenuto quello che voleva.
Questa è una storia sulla meritocrazia, il valore che Ivana mette sempre al primo posto. È lei la protagonista del nostro shooting e dell’intervista, dove abbiamo parlato di lavoro, femminilità e, ovviamente, anche di vestiti. Lei ne è addicted.
Ivana Lotito
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Quali sono i punti in comune tra te e il personaggio che interpreti in Gomorra, Azzurra?
Il personaggio di Azzurra ha avuto una grandissima evoluzione nella terza serie, soprattutto grazie alla sua maternità. C’è stata una coincidenza tra finzione e realtà, perché anche io ho da poco avuto un bambino. Azzurra ha una grande dose di lucidità, è istintiva e passionale, molto materna, e queste sono tutte cose che mi appartengono. Poi lei è anche figlia di suo padre, ha ereditato sentori legati al mondo della criminalità. Nel mio caso non è così!
L’essere diventata mamma ha cambiato il tuo modo di recitare?
Sì tantissimo. La maternità è un’esperienza totalizzante: potenzia la tua capacità sensoriale, la tua sensibilità s’inspessisce tantissimo e sei in grado di avvertire molte più cose. Diventare madre mi ha dato una carica energetica fortissima, perché ti costringe ad aumentare le tue risorse, devi velocizzare, ti devi dare molto più da fare. Sono anche molto stanca, è vero, ma molto più piena di vita.
Che set è quello di Gomorra?
È un set fantastico, si è in una grande famiglia e sono tutti grandissimi professionisti, dei numeri 1. Si punta alla qualità più alta ma lo si fa sempre con leggerezza. Lavorare in questo modo è bello, come se fosse un terreno sicuro e senza insidie. Sono fiera di farne parte.
Non solo Gomorra, il tuo CV è pieno di esperienze, sia in Tv che al cinema. Quando hai deciso che recitare sarebbe stata la tua vita?
L’ho sempre desiderato, da quando ero piccola. Mia mamma lavorava in un negozio d’abbigliamento quindi per me è sempre stato facile trovare travestimenti: mi mettevo davanti allo specchio e facevo finta di essere la cliente entrata poco prima. Poi la passione è continuata nel tempo. Ho finito il liceo, sono andata a Roma a studiare Lettere e Filosofia, e ho frequentato diverse scuole di recitazione.
È stato difficile conciliare università e recitazione?
No, quando desideri fortemente fare qualcosa vale la pena sacrificarsi. I miei mi hanno supportato tantissimo.
Il tuo primissimo provino lo ricordi?
Certo, era per un film di Luciano Melchionna che si chiamava Gas. Tra l’altro l’ho fatto con Riccardo Scamarcio che non era ancora famoso. Né io, né lui abbiamo avuto la parte ma ero ugualmente soddisfatta: il regista mi vide a teatro e volle fortemente che ci provassi. Mi sentivo felice solo per questo.
Oggi in base a cosa scegli una parte?
Io valuto tutto: non punto alla quantità delle scene, ma alla qualità, alla storia che viene raccontata. Ad esempio, ho accettato di essere in Tutto può succedere 3, che andrà in onda prossimamente, perché sapevo che mi sarei divertita e avrei lavorato bene.
Se volessimo conoscerti di più, cosa dovremmo sapere di te?
Che ho anche una vita che somiglia moltissimo alla normalità: quando non sono sul set sono una guerriera, come tutte le mamme e le donne del mondo. Mi sveglio prestissimo, porto mio figlio al nido, pulisco casa, mi stanco! Mi sento fortunata di poter fare questo lavoro che mi regala tantissime identità, avere solo il ruolo di moglie e mamma sarebbe più limitante. Sento la necessità di sperimentare tante variabili dell’essere umano, non soltanto una.
« Sul set mi sento realizzata, sento di poter dare del bene »
Che rapporto hai con la moda? Come ti vesti di solito?
Ne sono dipendente, ho un po’ un addiction. Sono cresciuta in mezzo ai vestiti in Puglia, quindi ho sempre amato le scarpe e sapevo i nomi di tutte le modelle. Sono nata nel culto di Gianni Versace e Claudia Schiffer. Ogni tanto torno nel vecchio negozio di mia mamma ed è sempre come se andassi al luna park.
Come si è evoluto il tuo modo di vestire nel tempo?
Nel tempo ho apprezzato uno stile più minimale, hanno avuto la meglio le linee dritte e semplici, però l’amore per i tacchi non è mai svanito. Mi piacciono i capi che esaltano il corpo femminile e non lo nascondono, purché siano eleganti.
Per una prima o una serata di lavoro importante, in base a cosa scegli il tuo outfit?
In base a ciò che mi sta meglio e che mi esalta, che mi fa sentire bella. La comodità non la prediligo mai! Scelgo capi di mio gusto che esaltano la mia figura.
E per i colori?
Nero, nero, solo nero. Insieme al bianco, il più elegante.
Cosa c’è nel tuo futuro ora?
Ci sarà Gomorra 4, a breve inizieremo le riprese. Sono molto curiosa di vedere il film di Sergio Rubini, con Rocco Papaleo, nel quale sono la coprotagonista femminile. S’intitola Il Grande Spirito. Sarò poi in Solo 2, la serie di Stefano Mordini, insieme a Marco Bocci.
C’è qualcosa che vorresti dire alle ragazze che sognano di diventare attrici?
Cercate di capire che tipo di motivazione si ha nel voler fare questo lavoro, tutto il resto viene di conseguenza. Io credo nel talento e nella meritocrazia, non esiste nessun’altra forma di consenso. Non si diventa attori perché si è particolarmente bello o bella e non credo neanche alle storie casuali. Bisogna essere motivati e anche avere una dose di esperienze nella vita forti: essere attori è un po’ come essere poeti o medici, cioè grandi studiosi dell’essere umano. Tutto questo non è un sacrificio se hai una missione.
Riusciresti a fare altro nella vita?
No, non saprei fare altro e poi recitare mi rende estremamente felice. Sul set mi sento realizzata, sento di poter dare del bene.
Words by Sabrina Patilli
Fotografia: Paolo Colaiocco
Moda: Francesca Crippa
Grooming: Ginevra Pierin
Sitting Editor: Sara Moschini
Thanks to Apollo Club Milano for the beautiful location
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