Fjona Cakalli nasce a Tirana nel 1987, si trasferisce con la famiglia in Italia quattro anni dopo e fin da bambina coltiva la passione per i videogame. Poco più che ventenne crea techprincess.it, il primo portale italiano dedicato ai videogiochi e gestito interamente da ragazze. Oggi è una tech influencer che spazia dalla tv al web. Scoprite cosa ci ha raccontato nell’intervista.
Ci racconti chi sei e cosa fai nella vita?
Dopo i social di parole (Facebook), foto (Instagram), video (TikTok) e ora anche voce (Clubhouse), quale sarà il prossimo social secondo te? Non so perché ma ho la sensazione che i blog potranno riprendere lo spazio che si meritano. Lo so, il blog non è una piattaforma social, ma credo che tutto quello in cui viviamo appartenga a un cerchio che a un certo punto si chiude e tutto ricomincia da capo, spesso in modo migliore di prima.
Abbiamo visto negli ultimi anni proteste prendere voce e potere grazie ai social: sarà sempre di più così? I social possono avere davvero un ruolo nel definire la storia?
I social hanno, in molti casi, contribuito a modificare la percezione della nostra immagine, a volte in positivo (la body positivity e la sua diffusione), altre in negativo (l'ambire a stereotipi finti o comunque "filtrati"). Tu che ne pensi?
Io ho sempre promosso la genuinità, la trasparenza e l’accettazione sui miei social, e proprio a questo ho pensato quando ho progettato il podcast Fjona Cakalli Talks: la nostra società tende a giudicare ancora le donne per il proprio aspetto fisico, per il proprio impatto estetico sulla società. Ho voluto raccontare storie senza filtri (e anche senza tagli) di donne impavide. Più “superpoteri” e meno giudizi futili in modo da focalizzarsi sulle cose che contano per davvero.
Fjona Cakalli
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Quali step dovrebbe fare il sistema moda italiano per essere davvero inclusivo oggi?
Credo che la moda, nel corso degli anni, abbia dovuto necessariamente adattarsi alla società: nuovi concetti in netta antitesi con l’omologazione, nuovi canoni di bellezza e perfezione. Basti pensare a Winnie Harlow che sfila sulle passerelle dei brand più importanti, esponendo fiera la vitiligine. Aaron Philip la modella nera, transgender e disabile scelta da Moschino o Armine Harutyunyan, diventata volto di Gucci, dall’aspetto non convenzionale. Tutti profili lontani dal preconcetto di perfezione che imperava nel passato.
La moda negli ultimi anni è stata letteralmente travolta e pervasa dai social: l'hanno resa di sicuro più aperta e democratica. Come te la immagini nel futuro?
Come dicevo prima, per stare al passo con i tempi, la moda si è dovuta per forza adattare alla società. Esempio lampante è l’apertura di Tod’s, brand storico e di nicchia italiano, a Chiara Ferragni come nuovo membro del Cda. La vicinanza della Ferragni alle nuove generazioni e la sensibilità nei progetti di solidarietà sono, tra i tantissimi, aspetti fondamentali e imprescindibili per le maison così legate alla tradizione. E si andrà sempre di più in questa direzione, anche e soprattutto grazie ai social network e al loro potere positivo (anche se credo sia proprio una nostra responsabilità renderli sempre più veri e positivi).
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