Daniela Collu: «Quando la vita si oppone, prova con uno smalto glitter»
Abbiamo affrontato con Daniela Collu, conduttrice televisiva e radiofonica, alcuni temi come l’immagine femminile, il rapporto con i follower e la voglia di mettersi in gioco per ciò che si è
Questo è il primo di una serie di incontri che noi di Grazia.it faremo con alcune persone speciali per farci raccontare il loro mondo.
Iniziamo con Daniela Collu, conduttrice televisiva (attualmente su Raidue tutti i martedì sera con Sbandati) e radiofonica, autrice di programmi TV come Grande Fratello, Stato Civile l’amore è uguale per tutti e solo per citarne alcuni.
Partiamo subito a bomba, secondo te “la moda” ci odia davvero?
La moda spesso non lascia nessuno spazio di comodità. Ci dicono tutti che dovremmo sentirci a nostro agio nei nostri panni ma proviamo a pensare “ai panni” che ci vengono proposti. Sono quasi sempre scomodi. Pensiamo ai tacchi. Chi è che sta comoda tutto il giorno sui tacchi? Vogliamo invece parlare di quanto è bello struccarsi? Pensiamo a quanto ci piacciono i momenti in cui stiamo in pigiama. Alla fine la moda che mi piace di più è quella che ci vuole felici: non scomode, non affamate, non tutte uguali.
Tu lavori con l’immagine: qual è il tuo pensiero a riguardo visto che hai lavorato da entrambi i lati ovvero dietro le quinte e, da alcune stagioni con Strafactor, sul palco?
Nasco nel web con il mio blog Stazzitta nell’era in cui eri semplicemente un nickname. Sono stata chiamata da agenzie e scelta per quello che scrivevo. Allora non eri “una faccia” riconoscibile come succede adesso con Instagram. Sono diventata autrice grazie alla mia scrittura. Quando mi hanno chiesto di andare in TV l’ho fatto volentieri perché mi sono stati proposti programmi che mi piacevano. Di certo non sono stata scelta per la mia immagine. O magari non solo. Questo, tutto sommato, è un bel momento per noi donne. Finalmente ci sono ruoli attivi e possiamo portare altro rispetto al nostro corpo. Possiamo smettere di considerarci a una dimensione ed essere sfaccettate. Nonostante ci siano ancora molte resistenze del “sistema”. Ti faccio un esempio pratico di quello che intendo: una cosa che mi ha fatto (e mi fa) impazzire è che di tutto il gruppo di Strafactor (Drusilla Foer, Jack la Furia ed Elio) quella a cui davano sempre consigli non richiesti sull’abbigliamento e sull’aspetto sono stata io. Strafactor è un programma comico, un programma parodia. Potrò vestirmi come mi pare? Potrò rivendicare il diritto di essere goffa? Perché devo rientrare nella casellina della perfezione estetica a tutti i costi? Davvero la buona riuscita di una puntata dipende da un abito? Non credo.
Come mai secondo te si tende a dare dei ruoli specifici alle donne in televisione?
Perché risulta più semplice agli autori costruire un canovaccio di ruoli predefiniti ma secondo me si sottovaluta la capacità del pubblico di abbracciare il cambiamento. Ci sono donne di grande carattere che sono apprezzate e che non rinunciano a tutti gli aspetti della propria femminilità. Penso a Paola Cortellesi, a Michelle Hunziker, a Geppi Cucciari, a Simona Ventura che è stata una delle prime a esporsi in modo completo senza chiedere il permesso a nessuno. Certo, bisogna avere voglia di sperimentare, di rischiare partendo già da come ci proponiamo noi stesse.
Come vivi i social network e come ti rapporti con chi ti segue?
Cominciamo col dire che sono stata da tutte e due le parti. Un sacco di tempo fa mi sono messa a commentare Miss Italia su Twitter. Ho commentato così tanto, così tanto che mi hanno bloccato l’account perché pensavano fossi un bot di spam. Stavo sempre lì a dire la mia su ogni cosa. Oggi sono cambiata, non lo faccio più. Sono più consapevole e alcune cose scritte in passato oggi non le scriverei più. Ho - per fortuna - cambiato il mio modo di pensare e di ragionare. La prima volta che ho fatto X Factor andavo in onda con un computer davanti e leggevo alcuni tweet. Un tizio mi scrisse in diretta ma chi è questa cicciona? chi l’ha messa lì? quel vestito le sta malissimo. Gli ho risposto ironicamente in un momento di pausa dicendogli che ormai non potevo cambiarmi e come potevo fare quindi per ribaltare la situazione? Lui a quel punto mi ha risposto di nuovo ma no, ma stai benissimo anzi ce ne fossero come te. Il meccanismo è proprio questo: fai una cosa senza pensare ma dall’altra parte qualcuno ti può ascoltare e non è più possibile far finta di niente quando te ne accorgi. La mia strategia verso chi mi segue è in genere di essere distaccata in modo sano. Perché devo farmi appesantire o condizionare da alcuni giudizi negativi soprattutto se sono di persone che non conosco? Lo stesso cerco di essere equilibrata quando ricevo complimenti e di non basare autostima e soddisfazione professionale dai like su Instagram. Il mio atteggiamento rimane uguale: vado avanti per la mia strada a fare quello che mi piace fare.
A proposito, avrai notato anche tu che sui social le persone non sono molto propense a perdonarti il fatto che ti accetti per come sei (scusa la frase fatta ma ci sta).
Secondo me la situazione è binaria: ci sono persone che ti seguono perché ti ammirano e altre perché ti detestano. Mi chiedo: ha davvero senso seguire qualcuno che non ti piace? Detto questo non posso lasciare però che l'attenzione, negativa o positiva, che ricevo mi influenzi in modo sistematico. Ci sarà sempre qualcuno che ti vuole diversa da come sei. A me piace scattarmi delle foto e spesso il motivo per cui lo faccio è per tirarmi su. Mi fa piacere essere apprezzata ma il motivo principale per cui lo faccio è per vedermi meglio di come mi sto vedendo o mi percepisco in quel momento.
Il pubblico oggi ha una voce, gli spettatori sono commentatori e viceversa, dicono la loro dappertutto, come ti rapporti rispetto a questa cosa?
A volte, per quanto riguarda il mio lavoro, decido di leggere i commenti ma lo faccio consapevole di trovare pensieri che possono mettermi in discussione. E va bene anche questo perché può essermi utile.
E rispetto a Instagram?
Ti racconto un fatto per cui le mie amiche mi prendono sempre in giro. A volte esco di casa senza trucco esattamente come sono e mi va in quel momento. Se mi fermano chiedendomi ma tu sei… io rispondo eh no, non sono io. Perché non posso essere 24 ore su 24 quella che tu vuoi che io sia o vedi in TV o su Instagram. E sai che c’è? Va bene così per me.
Sulla bellezza in genere, come possiamo riuscire a smettere anche noi stesse di metterci etichette, di provare a pensare davvero fuori dagli schemi senza ghettizzarci ulteriormente?
È un tema femminile anche questo: mi chiedo, succede agli uomini? No. Non sentirai mai dire Gerry Scotti, il noto presentatore calvo. Perché invece se si deve “raccontare” una donna si finisce sempre col farlo connotandola dal punto di vista fisico? Se ci pensiamo sta tutto anche nel linguaggio. Ho smesso di dire e di accettare dagli altri la definizione di “donna con le palle”. Sembra una cosa da poco ma non lo è. Parte tutto da lì. Dalle cose che diciamo tutti i giorni e che possono ingabbiarci.
Raccontaci dei tuoi “trucchi” di sopravvivenza beauty.
Ma allora volete i miei trucchi per quando non voglio fare le cose e per quando la vita mi si oppone eh? Ok, uno smalto glitter. Dopo una giornata pesante se decido di uscire lo stesso mi basta una passata di smalto glitter e sono pronta. È come se mi mettessero in mano una di quelle girandoline per capodanno. Mi cambia subito l’umore in meglio lo smalto glitter. Poi per me fondamentale: non ho mai, mai fatto una riunione di lavoro o un incontro importante senza aver fatto lo shampoo. Amo lavarmi i capelli, la giornata parte bene quando lo faccio. Viaggio spesso, treni, aerei, auto e cerco di spostarmi leggera per cui adoro lo shampoo solido di Lush. Mai più senza. Ho dei capelli molto forti. Se non ho il mio shampoo preferito con me uso qualsiasi cosa e comunque i miei capelli non mi tradiscono per fortuna. Quando ho tempo dopo la palestra applico il balsamo e lo tengo come impacco mentre faccio dieci minuti di bagno turco perché il calore aiuta. Il mio beauty è leggero e i prodotti a cui sono legata sono tutti molto basici ma devono fare quello che gli chiedo. Come il rossetto rosso, il mascara nero. Un altro trucco? Se ti esce quel maledetto brufolo che non ti deve uscire, scollatura. Risultato garantito: nessuno si accorgerà del foruncolo.
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Special thanks to: Sara Moschini, Canon
Hair & Make up: Melly Sorace
#onmyvanitytable series created by Daniela Losini
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