Aurora Leone: La parità ha bisogno anche di una risata
In passato le comiche erano una minoranza rispetto agli uomini. Ma ora si sta affermando una nuova sensibilità che premia sempre più i talenti femminili. Lo racconta a Grazia Aurora Leone dei The Jackal, che qui spiega perché la necessità di essere politicamente corretti non dovrà ingabbiare l’ironia
É da quando ero piccola che ho l’indole a comunicare, cresciuta di pari passo con me, soprattutto ai tempi del liceo quando sono diventata rappresentante d’istituto. È stato lì il primo banco di prova in cui ho capito di avere un pubblico e che dovevo essere in grado di farmi seguire. Inoltre ho sempre avuto una particolare predilezione per la comicità e l’ironia, nata in famiglia. Per me non c’è reazione più bella di una risata, perché avvicina molto alle persone. La parte più complessa è stata trasformare un’indole in una professione. Fare spettacoli richiede impegno e un metodo non indifferenti. Dico sempre che uno spettacolo drammatico se non fa piangere non fa niente, ma se uno spettacolo comico non fa ridere finisce tutto in quel preciso istante. Quando progetto uno spettacolo non mi pongo limiti, penso solo che ci sono persone che hanno pagato un biglietto e vogliono ridere. Essere donna e far ridere non è mai stato un limite per me. O forse sono io che non l’ho mai sentito come tale. Anzi, crescendo ho percepito una grande apertura verso la visione femminile da parte della nuova generazione di comici. I The Jackal, gruppo di cui faccio parte, mi hanno scelta proprio perché portavo un nuovo punto di vista, quello femminile. Il mio primo video con loro è stato sul ciclo, visto che da soli non riuscivano a parlarne in modo onesto. Non so se qualcuno si sia scandalizzato ma per noi era giusto fare quel pezzo.
Di politicamente corretto si parla tanto di questi tempi, ma io penso che non debba sconvolgere la comicità e la satira. Nell’ultimo video fatto con i The Jackal abbiamo trattato il tema delle elezioni e in quell’occasione, nel preparare il video, abbiamo insistito sul fatto che un comico deve poter parlare di qualsiasi cosa. Esistono però i contesti e i modi, e questi fanno la differenza. Il live è una modalità di espressione molto libera, parlare in teatro è diverso che farlo in tv in prima serata dove ti possono guardare i bambini. Per il resto possiamo parlare di tutto. Quest’inverno sarò a teatro con uno spettacolo che ho deciso di chiamare Vero a metà, perché parte dal presupposto che quello che dice un comico non deve essere preso troppo seriamente. Perché è vero a metà. Questo è un punto di partenza per giudicare un comico che si esprime su determinati argomenti. Mi fa più paura chi non è comico, ma magari un politico, e certe frasi le dice prendendosi sul serio. La storia ci insegna quanto la politica sia il miglior pozzo da cui poter attingere per la comicità, ma sappiamo già che non tutto il pubblico reagirà allo stesso modo. Quando fai il comico parti dal presupposto che non piacerai a tutti, non avrai mai il cento per cento dei consensi. Apprezzo la meravigliosa quantità di meme che stanno uscendo in questi giorni e che spesso, anche con sarcasmo, ci strappano un sorriso. Spesso gli autori rimangono anonimi ma sono fuoriclasse. Anche loro hanno un grande compito per noi cittadini. La loro voce deve esserci, anche per chi non li considera politicamente corretti.
Di Aurora Leone (testo raccolto da Annalia Venezia)
© Riproduzione riservata