Sara Fregosi: L'amore vero vale più di un like
Sui social siamo abituati a mostrare non tanto ciò che siamo, ma quello che vorremmo essere. L’attivista arcobaleno Sara Fregosi ha scritto un romanzo che insegna a non nascondere le proprie fragilità. Perché, spiega qui, solo così potremo essere amati come meritiamo
Nella nostra era, quella dei social, innamorarsi è estremamente facile. Eppure sembra quasi che la maggior parte di noi abbia dimenticato che cosa significhi davvero amare qualcuno.
In un’epoca in cui la velocità è il fulcro della nostra esistenza, inabissarsi nel mondo interiore degli altri esseri umani non va più di moda. Penso questo mentre scorro il feed di Instagram, ormai da un’ora buona, al punto da essermi fatta venire la nausea. All’improvviso vengo sopraffatta da un senso di vuoto, che mi afferra e mi porta in luoghi della mia anima che non credevo nemmeno lontanamente potessero esistere. E se anche io fossi stata infettata dall’estrema superficialità di un amore che non arriva mai al cuore? Oggi la fase del corteggiamento si riduce a un misero e superficiale doppio tocco sullo smartphone: un “like”. Basta un attimo per invaghirci, senza nemmeno passare dai sentimenti.
I più romantici trovano addirittura il coraggio di lanciarsi nell’arduo compito di reagire alle “stories” dell’oggetto d’amore, oggi più oggetto che mai, con l’emoji di una fiamma o di un cuore. Un passo azzardato, che cerca di infiltrarsi nelle profondità più recondite e inesplorate dell’altro: non è da tutti sbilanciarsi in questo modo. Niente a che vedere con la banalità di un tramonto sul mare, mano nella mano. Nel caso in cui questa strategia d’amore non dovesse funzionare, poco importa: si passa all’oggetto successivo. Intanto, basta scorrere il polpastrello sullo schermo. In un mondo del genere, un’icona digitale a colori è il gesto più romantico che ci si possa aspettare. Ma, se ci si può innamorare con tanta rapidità, non resta che qualche misero millisecondo d’amore. L’avvento dei social ha cambiato drasticamente la nostra visione del mondo e degli altri: ci offrono la preziosa possibilità di conoscere persone provenienti da qualsiasi parte del pianeta, annullando distanze e barriere un tempo insormontabili. Ma non sono riusciti ad avvicinare le anime.
I social media sono una grande vetrina, in cui ognuno di noi ha l’enorme privilegio di poter scegliere a chi rivolgere il sentimento d’amore esclusivamente in base alle misere briciole di identità che l’altro decide di concederci. Chiunque, sui social, ha la possibilità di mostrarsi non tanto per quello che è, quanto più per quello che vorrebbe essere: è come se mostrassimo agli altri la nostra immagine distorta, riflessa in uno specchio che non coglie altro al di fuori dei nostri pregi.
Idealizziamo chiunque, solo per vedere rispecchiate quelle aspettative grandiose che abbiamo riposto in un profilo di cui conosciamo soltanto un nome scelto accuratamente fra altre mille possibilità. Forse la verità è che cerchiamo qualcosa che manca in noi stessi, senza mai riuscire a trovarlo. Perché prima dobbiamo capire di che cosa abbiamo bisogno per colmare il nostro cuore. Solo allora potremo trovare il coraggio di uscire alla luce del sole e forse mostrarci fragili.
Di Sara Fregosi
© Riproduzione riservata