6 podcast self-help da ascoltare per vivere meglio e più felici

Dai podcast di mindfulness a quelli che aiutano a rilassarsi e a dormire meglio.
Da quelli per imparare a gestire l’ansia e lo stress per ritrovare la serenità e la gioia nelle piccole cose di tutti i giorni, ai podcast che insegnano, episodio dopo episodio, come costruire relazioni positive con gli altri, o sviluppare le proprie potenzialità per diventare più produttivi e crescere a livello professionale.
** Qui tutti i nostri consigli per vivere meglio, più felici e più a lungo **
I podcast psicologici, o motivazionali, sono un ottimo spunto per iniziare a riflettere su se stessi e sulle proprie potenzialità più o meno inespresse.
Ce n'è per ogni bisogno: vi presentiamo i migliori (secondo noi).
6 podcast psicologici e motivazionali per vivere meglio
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Podcast motivazionali per la crescita personale
Motivazione e crescita personale
A circa tre anni dall’uscita del primo episodio, nel novembre 2021, Edoardo Braccini, autore del podcast Motivazione e crescita personale fornisce a chi lo ascolta consigli utili per affrontare con grinta e coraggio, senza paura, le piccole sfide di tutti i giorni.
Sono pillole motivazionali della durata di pochi minuti; in ciascun episodio l'autore affronta un tema con tono amichevole, in maniera semplice ma non semplicistica, cercando di andare dritto al nodo della questione, senza troppi preamboli. Fa da sfondo al messaggio positivo di ogni puntata, una musica scelta appositamente per aggiungere un guizzo in più di carica ed energia.
Nella sinossi del primo episodio (del 2021) è contenuta la premessa di tutte le puntate a seguire: “Non potrai mai crescere e migliorare se non sei disposto a sbagliare. Non potrai mai essere libero se non sei disposto ad essere giudicato. Non potrai mai farcela se non sei disposto a metterti alla prova. Non potrai mai scoprire il tuo vero potenziale se non hai il coraggio di vivere veramente…”.
Lo si trova su Apple Podcast, Spotify e Audible.
Podcast di meditazione per migliorare la qualità della propria vita
Benessere H24. Ambienti e Situazioni
Un percorso di meditazione in formato podcast, focalizzato su quattro temi che connotano la quotidianità di ciascun individuo: casa, lavoro, viaggi e natura.
In 21 tracce, da 20 minuti l’una, la voce di Daniel Lumera (biologo naturalista, docente nell'area delle scienze del benessere e della meditazione), accompagnata dal suono del pianoforte di Emiliano Toso (PhD, musicista compositore e biologo cellulare), guida l’ascoltatore nell’apprendimento e quindi nell’applicazione di tecniche di respirazione e benessere, di rilassamento e consapevolezza. Obiettivo: tirare fuori il meglio da ogni situazione di vita personale e professionale.
La sezione dedicata alla casa si concentra sulle tecniche di meditazione e riattivazione dell’energia vitale. Ma anche sul rilassamento, la ricapitolazione, l’integrazione dei vissuti quotidiani e le pratiche per favorire un buon riposo e un sonno rigeneratore.
Quella dedicata al lavoro stimola i processi mentali e intuitivi, migliorando la qualità del tempo e delle relazioni. L'autore ricorre a tecniche di centratura, lucidità, chiarezza e rigenerazione mentale adatte anche alle brevi pause lavorative.
La sezione dedicata al viaggio è improntata a rendere ogni spostamento un’esperienza di consapevolezza e di ispirazione, al fine di aumentare il proprio benessere psicofisico.
Quella dedicata alla natura, invece, è ideata per trasformare i momenti all’aria aperta in percorsi di salute ad alto impatto sulla qualità della vita. Anche qui Lumera utilizza tecniche di meditazione, anche dinamiche, associate al contatto con l’ambiente.
“Benessere H24”, quindi, è un viaggio a tappe che, episodio dopo episodio, porta più lucidità, equilibrio, energia vitale nell'ascoltatore. Una sorta di kit di strumenti che stimolano le abilità cognitive e l’intelligenza emotiva dell'individuo, che si riscoprirà più centrato nel presente, ispirato, capace di ascoltare e di ascoltarsi. Contenuto in esclusiva su Audible.
Podcast per chi vuole migliorar(si) sul lavoro
My Turn
My Turn è un podcast che punta a dare un sostegno a tutte le persone che stanno per fare il loro ingresso nel mondo del lavoro.
Come si scrivono un CV e una cover letter? Come si costruisce un networking? E ancora, come si cerca un’occupazione? E in tema di public speaking e negoziazione, che cosa ha senso dire?
Di questi e altri temi, la giornalista Francesca Milano parla e discute in sei episodi con vari studenti e studentesse del Politecnico di Milano. E non saranno le solite raccomandazioni: obiettivo della serie è analizzare, con un approccio fresco, quegli aspetti, in genere poco trattati, che oggi fanno davvero la differenza. Tra gli altri, per esempio, il personal branding e l’utilizzo strategico dei social network.
A dare utili e pratici consigli sono anche esperti ed esperte che, di volta in volta, dialogano con i ragazzi e le ragazze del politecnico.
“MY TURN” è una serie di Chora Media in collaborazione con il Career Service del Politecnico di Milano.
Podcast per la crescita personale
Le parole ribelli
Dopo le fortunate Le parole giuste e Le parole magiche, lo scrittore, consulente e imprenditore bresciano Paolo Borzacchiello, considerato uno dei massimi esperti di intelligenza linguistica, firma e legge una nuova serie dedicata alla magia del linguaggio.
Ne Le parole ribelli, l’autore prende in esame parole di uso comune e ne trasforma il significato, facendole diventare uno strumento prezioso per la crescita personale e professionale di ciascun individuo. Lo fa anche ribaltando in maniera curiosa e a tratti inedita il significato di alcuni proverbi e modi di dire che nella loro interpretazione classica possono costituire un ostacolo alla piena realizzazione di sé.
Infine, l'autore spiega a chi lo ascolta come gestire, con le parole giuste, le diverse personalità che a tutti capita di incontrare quotidianamente, sia dal vivo sia sui social. Contenuto in esclusiva su Audible.
Dear Alice
Condotto da Alice Bush, ex ingegnere, definita ingegnere della felicità, e life coach, Dear Alice è un podcast sulla crescita personale.
L’autrice e lettrice in ogni puntata (in uscita ogni martedì e venerdì alle 7AM) risponde alle domande della sua ampia e variegata community offrendo spunti di riflessioni e condividendo esperienze di vita reale.
Dear Alice parla di chi ha la voglia di mettersi in gioco per migliorare la sua vita, un giorno alla volta. Tra le tante questioni a cui Bush ha già risposto negli episodi precedenti (tutti disponibili online), alla puntata intitolata: “Cinque convinzioni che uccidono la crescita professionale”, analizza e smentisce alcuni falsi miti della serie: Se vuoi puoi; Al cuor non si comanda; I soldi non fanno la felicità, etc.
O ancora, nel recente “Come migliorare la relazione di coppia per creare un progetto di vita insieme?” svela quali sono i tre ingredienti fondamentali per una relazioni di coppia che funziona.
Mentre in un’altra puntata dal titolo “Essere sicuri di sé e umili allo stesso tempo: è possibile?” spiega che la vera umiltà deriva dalla sicurezza e quindi dimostra che coniugare i due aspetti apparentemente disgiunti è fondamentale per crescere in tutti gli ambiti della propria vita.
Disponibile su Spotify.
Podcast per vivere meglio e in modo più sostenibile
Vivere Naturale
Basta uscire dai classici schemi imposti dalla quotidianità, dall’abitudine e dalla ripetizione per scoprire che esistono molti modi diversi e alternativi di vivere la vita di tutti i giorni.
Attraverso un podcast in 10 episodi, da 45 minuti l’uno, Giacomo Astrua (dietista e nutrizionista esperto di alimentazione e performance) e Daniele Vecchioni (esperto di corsa e movimento e fondatore del metodo “Correre Naturale”), analizzano lo stile di vita odierno, raccontando come esso sia spesso dannoso per la salute e il benessere. E, partendo dalle cattive abitudini propongono una via recuperare quelle sane e più naturali.
Per farlo non servono formule magiche o scelte estreme: basta solo seguire il proprio corpo e la propria natura. In ogni puntata i due esperti si confrontano in tono amichevole e “goliardico”, discutono e provano a dare soluzioni concrete per migliorare sin da subito la qualità della propria vita.
Provando anche a dare risposte semplici a questioni annose, che da sempre mettono “in crisi” i più. Tra queste: “La pasta fa ingrassare e correre fa male alle ginocchia: miti da sfatare”.
E ancora, al centro della puntata intitolata “L’alimentazione naturale”, tra le tante diete - chetogenica, vegana, del capello (e si potrebbe continuare a lungo) - esiste quella perfetta?
Contenuto in esclusiva su Audible.
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Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la scelta

C’è una scelta che, durante le feste, ritorna con puntualità quasi rituale sulle nostre tavole: pandoro o panettone?
Apparentemente banale, questa preferenza divide gusti e abitudini familiari da generazioni, ma può essere letta anche come un piccolo segnale del nostro modo di vivere il Natale.
Al di là delle mode e delle infinite varianti artigianali, il dolce delle feste resta un simbolo potente; legato all’idea di comfort, tradizione e piacere condiviso.
Senza voler trasformare una scelta gastronomica in un test di personalità, è interessante osservare come la psicologia attribuisca al cibo un valore emotivo e identitario.
Preferire il pandoro o il panettone non svela i nostri segreti più nascosti, ma può raccontare qualcosa del nostro rapporto con la semplicità, la complessità e il bisogno di rassicurazione o di varietà, proprio nel periodo dell’anno in cui queste dinamiche emergono con più forza.
**Le 5 personalità che si trovano durante le vacanze di Natale: quale siete?**
Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la vostra scelta
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Se siete team pandoro
Chi è team pandoro spesso cerca nel Natale (e nel cibo) una forma di rassicurazione.
Il pandoro è lineare e senza sorprese: stesso sapore, stessa consistenza, stesso rituale ogni anno. Psicologicamente, questa scelta può riflettere una personalità che ama le cose chiare, riconoscibili, che funzionano senza troppe complicazioni.
Il pandoro piace a chi tende a preferire il comfort emotivo alla sperimentazione, a chi trova benessere nella ripetizione e nelle tradizioni così come sono. Non è una chiusura al nuovo, ma un bisogno di stabilità: in un periodo già carico di stimoli, impegni e aspettative, scegliere qualcosa di semplice diventa un modo per alleggerire.
È la scelta di chi nel Natale cerca una pausa dal rumore, più che un’esperienza da esplorare. Un dolce che non chiede di essere interpretato, ma solo gustato.
Se siete team panettone
Chi invece è team panettone tende ad avere un rapporto più fluido con la varietà e l’imprevisto.
Il panettone è stratificato, imperfetto, pieno di elementi diversi che convivono insieme: dolcezza, acidità, consistenze differenti. Non è mai identico a sé stesso, e forse è proprio questo il suo fascino.
Dal punto di vista psicologico, chi lo preferisce è spesso più aperto al cambiamento, meno infastidito dalle sfumature della vita e più attratto dalle esperienze complesse. Scegliere il panettone significa anche accettare ciò che non piace a tutti (uvetta e canditi) ma che fa parte del “pacchetto”. Un atteggiamento che racconta tolleranza, adattabilità e curiosità.
Il panettone è il dolce di chi vive le feste come un momento di convivialità vera, fatta di differenze che si incontrano. Di chi ama mescolare, provare, cambiare versione ogni anno. È la scelta di chi non cerca solo conforto, ma anche stimoli, storie, contaminazioni.
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Questi comportamenti quotidiani (apparentemente normali) peggiorano l'ansia senza che ce ne accorgiamo

Ci sono giornate in cui non sappiamo spiegare bene perché ci sentiamo irritabili, sotto pressione, come se il corpo corresse più veloce della testa. Spesso diamo la colpa al lavoro, ai ritmi frenetici della vita, ai colleghi anticipatici, al meteo o semplicemente al periodo dell’anno.
Può essere però che a contribuire a questa sensazione ci siano abitudini minuscole, talmente automatiche da non farci più caso.
Secondo diversi terapeuti, molte delle nostre routine quotidiane (dal modo in cui iniziamo la nostra gioranta al modo in cui usiamo lo smartphone) attivano il sistema nervoso senza che ce ne rendiamo conto. E così un po’ alla volta, giorno dopo giorno, contribuiscono a rafforzare quell'ansia, quella tensione di fondo costante che sembra arrivare “dal nulla” ma che in realtà ha radici molto concrete.
Niente allarmismi: la buona notizia è che, una volta identificate, queste micro-abitudini si possono correggere con piccoli cambiamenti sostenibili. E gli effetti sul benessere mentale possono essere sorprendenti.
**5 frasi da non dire mai a una persona ansiosa (e cosa dire invece)**
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Il telefono al risveglio, il multitasking continuo e quelle “micro-scosse” che attivano il sistema nervoso
Molti comportamenti che ci sembrano innocui sono, in realtà, tra i principali responsabili dell’ansia quotidiana.
Il primo della lista? Guardare il telefono appena svegli. Quello che sembra un gesto normale, controllare notifiche, messaggi, social, non dà al cervello il tempo di passare gradualmente dal sonno alla veglia. Al contrario, lo espone immediatamente a un flusso di informazioni, stimoli e richieste che attivano la risposta allo stress già dal primo minuto della giornata.
A questo si aggiunge il nostro stile di vita iper-veloce: multitasking costante, pause saltate, pasti mangiati in fretta o direttamente rimandati, riunioni che si accavallano, email che arrivano a raffica. Corpo e mente non hanno mai un vero momento per rallentare e ricalibrarsi. È la condizione perfetta per alimentare ansia, stress e irritabilità.
Anche i micro-stress ripetuti, come le notifiche del telefono o l’email che lampeggia sullo schermo del pc, hanno un impatto maggiore di quanto pensiamo. Funzionano come piccole scosse al cervello; brevi, ma continue. Il risultato? Il sistema nervoso resta in iper-attivazione, come se fosse sempre pronto a reagire a una minaccia, anche quando in realtà non c’è.
Non è un caso che molte persone raccontino di “non riuscire più a rilassarsi davvero”: il corpo rimane in modalità fight or flight anche mentre siamo seduti sul divano. Una condizione sottile, invisibile, ma che alimenta anisao a lungo termine.
Poco sonno, troppi schermi e una routine che non rispetta i ritmi naturali
Un altro fattore chiave è il sonno. Quando dormiamo troppo poco (o male) le aree del cervello che regolano le emozioni diventano più reattive. E così, ciò che in un giorno normale sarebbe un piccolo fastidio (una mail urgente, un imprevisto, una discussione) diventa un detonatore emotivo. Siamo più suscettibili, più stanchi, più vulnerabili allo stress.
Il problema è amplificato dal tempo passato davanti agli schermi, soprattutto nelle ore serali. La luce intensa del computer o della televisione comunica al cervello che “non è ancora ora di dormire”, interferendo con la produzione di melatonina e con la capacità di disattivare gradualmente il sistema nervoso. E quando andiamo a letto con lo smartphone in mano, portiamo con noi anche tutte le sue notifiche, informazioni e stimoli non elaborati. Il risultato? Un sonno meno profondo, più risvegli notturni e maggiore anisao al mattino.
Infine, c’è un elemento spesso sottovalutato: il sovraccarico decisionale. Tra lavoro, messaggi, social, email, appuntamenti, scadenze e notifiche, ogni giorno prendiamo centinaia di micro-decisioni. Questo crea un affaticamento mentale che il nostro sistema non è progettato per sostenere a lungo senza pause. E quando il cervello si sente “sovraccarico”, l'ansia trova terreno fertile.
Cosa possiamo fare per controllare e ridurre l'ansia
La buona notizia è che per ridurre l'ansia non servono cambiamenti drastici: spesso bastano piccoli aggiustamenti inseriti nella routine quotidiana.
Gli psicologi suggeriscono, ad esempio, di evitare di iniziare la giornata con il telefono in mano. Concedersi anche solo dieci o quindici minuti di “risveglio lento”, senza notifiche né stimoli digitali, aiuta il sistema nervoso a non attivarsi subito in modalità allerta.
Allo stesso modo, introdurre brevi pause durante la giornata (anche solo una manciata di secondi per fare stretching, chiudere gli occhi e fare un paio di respiri profondi) permette al corpo di ritrovare un ritmo più regolare e meno reattivo.
Un altro accorgimento utile riguarda le notifiche: limitarle significa ridurre quel flusso costante di micro-sollecitazioni che mantiene la mente in tensione.
Anche la gestione degli schermi serali può fare una grande differenza: tenere il telefono lontano dal viso o ridurre il tempo trascorso online prima di dormire aiuta il cervello a produrre melatonina e a prepararsi al riposo.
Infine, muoversi un po’ ogni giorno, anche per pochi minuti, contribuisce a sciogliere la tensione accumulata e a rimettere in circolo energie più equilibrate. È un modo semplice per ricordare al corpo che non deve restare sempre in modalità emergenza: può rallentare, respirare, ritrovare il proprio centro.
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Ecco il segreto per impacchettare i regali di Natale in 4 mosse

Impacchettare i regali di Natale per molti è un task più difficile e impegnativo che scegliere e comprare un pensiero per tutti.
Nonostante la sua apparente semplicità, l’idea di carta stropicciata, scotch visibile e fiocchi sbilenchi può mettere in crisi tutti, ma soprattutto gli amanti della precisione con poca dimestichezza coi lavoretti manuali.
La buona notizia però è impacchettare i regali di Natale in modo ordinato ed elegante non richiede talento artistico né materiali costosi, ma solo un po’ di metodo e qualche accorgimento pratico.
Con pochi passaggi mirati e un approccio più attento ai dettagli, anche il pacchetto più semplice può trasformarsi in una confezione curata e armoniosa, capace di valorizzare il regalo e di fare la una bellissima figura sotto l’albero, senza l’effetto improvvisato dell’ultimo minuto.
**5 trucchi per scrivere bigliettini di auguri di Natale originali (senza chiedere a ChatGPT)**
Come impacchettare i regali di Natale: i consigli da seguire passo dopo passo
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1. Scegliere carta e materiali (pochi, ma giusti)
Il primo errore quando si cerca di capire come impacchettare i regali è pensare che servano mille decorazioni. In realtà, meno materiali si usano, più il pacchetto risulta elegante.
La scelta della carta è fondamentale: meglio una carta leggermente più spessa, facile da piegare e meno soggetta a strapparsi. Le carte troppo sottili o lucide, invece, tendono a segnarsi subito e a rendere le pieghe imprecise.
Per andare sul sicuro, puntate su colori neutri o naturali (come carta kraft, bianco, verde bosco, rosso scuro) e abbinate un solo elemento decorativo: uno spago, un nastro in tessuto, un filo dorato. Anche materiali semplici come carta da pacchi e spago da cucina possono diventare molto chic se usati con coerenza.
2. Tagliare e piegare con precisione (il passaggio che fa la differenza)
Uno dei segreti di come impacchettare i regali bene è la precisione. Prima di tutto, misurate la carta appoggiando il regalo al centro e assicurandovi che i lati coprano completamente l’oggetto senza eccessi. Troppa carta rende difficile gestire le pieghe, mentre troppo poca vi costringerà a rattoppare all’ultimo minuto.
Quando piegate, fatelo con calma: passate il dito lungo i bordi per segnare le pieghe e ottenere linee nette. Anche i lati corti vanno chiusi con ordine, piegando prima verso l’interno e poi verso il centro.
Questo passaggio, spesso sottovalutato, è quello che trasforma un pacchetto “fatto in fretta” in uno visivamente pulito.
3. Chiudere bene (e nascondere lo scotch)
Un altro punto chiave di per impacchettare i regali di Natale alla perfezione è la chiusura. Lo scotch serve, ma non deve mai essere protagonista. Usatelo solo dove serve davvero e cercate di nasconderlo all’interno del pacchetto o sotto le pieghe. Se la carta è stata tagliata correttamente, basteranno pochissimi pezzetti.
Il resto del lavoro può farlo il nastro o lo spago: un giro semplice, un nodo ben stretto e magari un doppio passaggio intorno al pacchetto sono più che sufficienti.
Evitate fiocchi troppo grandi o complessi se non siete pratiche: un nodo pulito risulta sempre più elegante di un fiocco sproporzionato.
4. Il dettaglio finale che personalizza davvero il regalo
L’ultimo passaggio è quello che rende il pacchetto unico. Non serve esagerare: un solo dettaglio basta. Un bigliettino scritto a mano, un rametto di pino, una fettina d’arancia essiccata, un’etichetta in carta riciclata.
Il consiglio è di scegliere un dettaglio coerente con il resto del pacchetto e ripeterlo su tutti i regali: questo crea un effetto armonioso sotto l’albero e dà subito l’idea di cura e attenzione.
Alla fine, imparare come impacchettare i regali di Natale non significa puntare alla perfezione, ma dedicare qualche minuto in più a un gesto che parla di tempo e presenza. Ed è proprio questo, spesso, il regalo più bello da ricevere.
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Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, più comfort, più tecnologia

Chi è al volante, guida rilassato. I passeggeri a bordo, intanto, si godono il viaggio in classe extra-comfort. Un’alchimia perfetta, frutto delle qualità distintive del Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, comfort, tecnologia, sostenibilità e accessibilità, il tutto made in Europe, a Rennes, in Francia, nello storico stabilimento del marchio.
Se nel sovraffollato mercato dei SUV farsi notare non è facile, la nuova ammiraglia Citroën non passa di certo inosservata. Non è solo per il restyling estetico, è anche per quell’evoluzione di sostanza che ha portato la vettura verso un’idea di funzionalità e di utilizzo superiore. In un mercato dove spesso ci si concentra solo sulle prestazioni o sul design delle linee, infatti, Citroën punta sull'ergonomia.
Il risultato? Un SUV diverso da tutti gli altri, progettato per chi vive l’auto come un’estensione della propria casa, per chi affronta il traffico quotidiano o lunghi trasferimenti stradali e cerca un ambiente che "ammortizzi" non solo le buche, ma anche lo stress della giornata. Il modello è ideale per le famiglie, ma anche per il mercato B2B/fleet.
Design più maturo e scolpito
Rispetto alle linee arrotondate del passato, il Nuovo SUV Citroën C5 Aircross adotta un volto più deciso e aerodinamico. Il frontale è stato completamente ridisegnato, sono nuovi i fari a LED e altri dettagli eleganti che ne esaltano il carattere e fanno la differenza.
Un "tappeto volante"
Uno dei punti di forza della vettura è il sistema di sospensioni con smorzatori idraulici progressivi (Progressive Hydraulic Cushions®). In parole semplici? Significa che l’auto assorbe le buche e le irregolarità del terreno in modo fluido, regalando quella sensazione di "tappeto volante" tipica della tradizione Citroën.
Come nel salotto di casa
Se il design esterno cattura l’occhio, è l’abitacolo del Nuovo SUV C5 Aircross a convincere definitivamente chi cerca un’esperienza di guida decompressiva.
Citroën ha lavorato per trasformare l’interno in un vero e proprio "salotto". Il concetto di Sofa Design si traduce in sedute ampie e accoglienti, un’illuminazione ambientale estesa, la presenza di elementi d'arredo e l’uso di tessuti che riprendono i codici dell'interior design.
A seconda degli allestimenti, l’uso dell’Alcantara o della pelle con impunture a contrasto non serve solo all'estetica, ma trasmette una sensazione tattile di calore.
Sotto il rivestimento superficiale, i sedili nascondono uno strato di 15 mm di schiuma strutturata che evita l'effetto di "affossamento" tipico delle sedute troppo morbide, garantendo sostegno posturale anche dopo ore di viaggio.
Accanto alla comodità, il sistema di Ambient Lighting - illuminazione d’ambiente - definisce l’atmosfera desiderata a bordo: i punti luce discreti posizionati nei vani portaoggetti, nel tunnel centrale e lungo la plancia creano una luce soffusa che riduce l’affaticamento visivo durante la guida notturna.
Questa "bolla luminosa" esalta i volumi dell'abitacolo e aumenta la percezione di spazio e protezione, rendendo l'ambiente accogliente come una stanza ben illuminata.
Tutto a portata di mano
L’ottimizzazione dell’ergonomia sul Nuovo SUV C5 Aircross passa per una riprogettazione della console centrale, ora più pulita e razionale.
La seduta è alta per dominare la strada, ma qui è stata affinata per garantire che ogni comando sia dove il conducente si aspetta di trovarlo. Il nuovo posizionamento dello schermo da 10" è studiato per essere perfettamente in linea con lo sguardo, riducendo i movimenti della testa e permettendo di mantenere la massima concentrazione sulla guida. L'obiettivo è semplice: fare in modo che il conducente abbia tutte le informazioni davanti a sé e a portata di mano, in modo da poter guidare in tranquillità e ridurre lo stress, con l'ausilio di schermi digitali che offrono chiarezza e grafica accattivante.
Gamma completamente elettrificata
Per la prima volta anche 100% elettrico, Nuovo SUV C5 Aircross è disponibile in due versioni, la più equilibrata e accessibile Comfort Range, dotata di un motore da 210 CV / 157 kW abbinato a una batteria da 73 kWh, per un'autonomia di 520 km, e la Long Range, con motore da 230 CV/170 kW e una batteria da 97 kWh, presto ordinabile, che offrirà un’eccezionale autonomia di 680 km.
Non mancano Nuovo SUV C5 Aircross Hybrid 145 Automatic, la porta d'ingresso all'elettrificazione offerta a 28.900 euro, e Nuovo SUV C5 Aircross Plug-In Hybrid 195 Automat
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