Finalmente zona bianca! Ecco cosa fare a Roma nel weekend del 19 e 20 giugno

Cosa fare a Roma nel primo weekend in zona bianca?
Roma si stringe attorno alla Nazionale ed è pronta a tifare gli Azzurri domenica in vista della sfida contro il Galles.
Dove vederla? Alla Birreria di Eataly dove vi aspetteranno maxischermi, degustazioni brassicole e panini speciali.
Sempre in tema gastronomico due nuove aperture: Carpaccio in Prati (carnivori avvisati!) e Maido a Monti (un “viaggio culinario” in Giappone).
Per non farsi mancare nulla, come un bel bicchiere di vino, questo fine settimana torna in tutto il Lazio la manifestazione Cantine Aperte.
E se come dice un detto popolare “A pancia piena si ragiona meglio”, dopo tutte queste leccornie ecco altre tre iniziative da tenere a mente: l’arte di All About Bansky, le proiezioni di Cinema in Piazza e gli spettacoli teatrali di Fuori Programma.
Qui sotto vi aspettano molti altri suggerimenti: dopo mesi di chiusure c’è tanto tempo da recuperare, noi vi diamo qualche spunto e a voi la scelta!
Cosa fare a Roma nel weekend del 19 e 20 Giugno
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Europei di calcio da Eataly
Anche in occasione di Italia - Galles (domenica alle ore 18.00) la Birreria di Eataly si trasforma in ‘Birreria dello Sport’ con maxischermi per seguire la partita in compagnia di birre artigianali e panini preparati appositamente per gli Europei di Calcio.
Come quello intitolato agli Azzurri, “Italia”, che sarà disponibile durante tutto il Campionato (quindi fino all’11 luglio): pane alla farina di enkir, hamburger di Fassona piemontese de La Granda, pomodoro cuore di bue, bufala e crema di basilico.
In onore invece dei prossimi avversari il “Galles”, pizzetta con agnello sfilacciato, porro stufato, provola e riduzione di birra rossa.
Per ogni squadra che affronterà la nostra Nazionale lo store di Ostiense “schiererà” un sandwich dedicato che sarà disponibile a partire da due giorni prima e fino a due giorni dopo il match.
Dunque un’occasione di condivisione dopo tanti mesi di isolamento ma sempre nel rispetto delle normative anti Covid: a disposizione oltre quattrocento metri quadrati (tra interno e terrazza) con tavoli opportunamente distanziati.
Indirizzo: Piazzale 12 Ottobre 1492.
Bansky al Chiostro del Bramante
All About Bansky è il titolo della mostra (fino al 9 gennaio 2022) che il Chiostro del Bramante dedica all’artista misterioso famoso in tutto il mondo per le sue opere di denuncia sociale su temi di attualità eseguite con la tecnica dello stencil.
Da Love is in the Air a Girl with Balloon, da Queen Vic a Napalm, da Toxic Mary a HMV, dalle stampe ai progetti discografici per le copertine di vinili e CD, sono oltre duecento i pezzi in esposizione ospitati nell’edificio rinascimentale realizzato dall’architetto Donato Bramante e provenienti da collezioni private.
A completare il percorso espositivo tre video per rivivere i momenti più significativi del percorso dello street artist di Bristol tra cui un documentario esclusivo e inedito che racconta i suoi vent’anni di carriera.
Biglietto intero 15 euro dal lunedì al venerdì; 18 euro sabato e domenica.
Cinema in Piazza
La kermesse Cinema in piazza, promossa dall’associazione Piccolo America di Roma e in programma fino al 1 agosto, è tornata in questa settima edizione con una novità: ad affiancare le arene di San Cosimato (Trastevere) e della Cervelletta (Tor Sapienza) è arrivata una terza sede per le proiezioni al parco di Monte Ciocci in zona Valle Aurelia.
A tagliare simbolicamente il nastro questo sabato sarà Carlo Verdone che presenterà “Brutti, sporchi e cattivi” di Ettore Scola in omaggio a Nino Manfredi.
Il giorno successivo l’altro grande ospite al Parco di Monte Ciocci sarà Enrico Vanzina che introdurrà “Febbre da Cavallo – La Mandrakata” del fratello Carlo: un omaggio al fratello regista scomparso nel 2018 e al grande Gigi Proietti.
Questa sera invece, a piazza San Cosimato, Antonietta de Lillo e Daniele Vicari presenteranno “Il resto di niente” di Antonietta de Lillo (2004, 103 minuti), film drammatico tratto dal romanzo di Enzo Striano e ambientato nella Napoli di fine ‘700 dove la protagonista Eleonora Pimentel De Fonseca, ragazza nobile portoghese, si ribella alle tradizioni della società e, insieme ad altri giovani aristocratici, si fa voce della rivoluzione partenopea del 1799 battendosi per gli ideali di uguaglianza, libertà e fraternità.
Al Parco della Cervelletta sarà proiettato “Terra e libertà” di Ken Loach (1995, 109 minuti): un giovane inglese, David Carr, operaio disoccupato, iscritto al partito comunista, s’imbarca per la Spagna e si arruola per combattere contro i franchisti.
In Aragona, davanti alle trincee del generale Franco, David entra in una compagnia comandata da Lawrence, dove fa amicizia con un francese, un italiano e un irlandese.
In programma questo fine settimana tante altre proiezioni e incontri tutti ad accesso libero fino a esaurimento posti ma solo su prenotazione tramite registrazione.
Fuori Programma
Prende il via Fuori Programma, il festival internazionale di danza contemporanea in scena al quartiere Quarticciolo fino al 4 luglio e all’Arena Teatro India fino al 15 luglio con spettacoli, incontri con gli autori, residenze creative, laboratori e progetti speciali sotto la direzione artistica di Valentina Marini.
Tema e titolo di questa sesta edizione è la “Geografia delle relazioni”. La programmazione inizia con Tempi Moderni – La commedia rivista per la prima volta a Roma dal 23 al 25 giugno al Parchetto Modesto di Veglia al Quarticciolo nei pressi dei Cortili del Quarticciolo.
Progetto ideato dal coreografo Roberto Castello e promosso dall’associazione Aldes per dare una risposta alla chiusura dei teatri portando le performance direttamente sotto casa del pubblico, Tempi Moderni è un format che propone mini-varietà replicabili in giro per corti, cortili e piazzette ispirate allo spettacolo popolare dei primi del ‘900.
Sostituendo il pagamento di un biglietto con la richiesta di offerte, da parte del pubblico, di beni di prima necessità da redistribuire ai residenti del quartiere in difficoltà attraverso la rete di assistenza sociale del territorio, Tempi Moderni coniuga un’offerta di teatro popolare alla responsabilità sociale, innescando una microeconomia del dono che libera il teatro dalla logica commerciale e lo riconnette alla sua dimensione naturale di comunità.
A Fuori Programma 2021 Tempi Moderni presenta in anteprima Un Dante corretto bravo grazie, un testo originale di Andrea Cosentino, diretto da Roberto Castello con le coreografie di Erica Bravini.
È una conferenza-spettacolo dadaista e irriverente sull’Inferno di Dante a settecento anni dalla morte del Sommo Poeta.
Cantine aperte 2021
Se vi siete persi il consueto appuntamento di maggio con Cantine aperte questo fine settimana avrete modo di rimediare.
Torna eccezionalmente, sabato e domenica, una nuova edizione della rassegna dedicata all’enoturismo organizzata dal Movimento Turismo del Vino con centinaia di aziende che apriranno le loro porte per visite guidate, degustazioni e trekking in vigna.
Il tutto accompagnato da prodotti locali come salumi, formaggi, porchetta, prodotti biologici e sottolio, dolci, miele e marmellate.
Per scoprire tutte le cantine aderenti e prenotare basta visitare il sito di MTV (associazione no profit che annovera oltre ottocento fra le più prestigiose case vinicole d'Italia).
Per il Lazio parteciperanno all’evento due aziende in provincia di Latina, Casale del Giglio (Aprilia) e Tenuta Pietra Pinta (Cori), la viterbese Fattoria Madonna delle Macchie a Castiglione in Teverina e, ultima ma più vicina alla Capitale, Cantinamena a Campoleone Lanuvio.
Giardino di Ninfa
Cercate qualcosa da fare all’aria aperta? Se in più avete voglia di fare una gita fuori porta il consiglio è di visitare il Giardino di Ninfa a Cisterna di Latina, a circa ottanta chilometri a sud di Roma.
Aperto tutti i sabati e le domeniche (fino al 1° novembre), si tratta di un giardino all’inglese di otto ettari con più di mille specie di piante e cento di uccelli tra cui meravigliosi cigni: si può girarlo in autonomia con l’aiuto di guide cartacee o in pdf e con l’assistenza di personale a disposizione lungo il percorso.
Biglietto intero 15 euro.
Emma all’Auditorium Parco della Musica
Venerdì e sabato Emma Marrone farà tappa all'Auditorium Parco della Musica per due concerti nella Cavea (entrambi alle ore 21.00) in occasione del nuovo tour in cui presenterà live i brani del suo ultimo disco di inediti, “Fortuna”.
Per l’ex giudice di X Factor sarà anche l’occasione per celebrare insieme al pubblico i primi dieci anni di carriera e ripercorrere i suoi più grandi successi.
Nuove aperture - Carpaccio
Il nome non mente. Questo nuovo ristorante nel quartiere Prati è l’indirizzo che ogni carnivoro dovrebbe segnarsi.
Le specialità di Carpaccio? La carne alla griglia (T-bone, Fiorentina, Costata e New York Steak) e, neanche a dirlo, varie proposte di carpaccio.
Da provare, su tutti, il “Cipriani” con lemon dressing, germogli e parmigiano in scaglie, il “Kaffir (foglie di lime, mayo allo zenzero, lemon grass, spicy dressing), la “Cacciatora” - condito con vinaigrette alla cacciatora, timo, rosmarino, pimienton, olive, capperi - e per i palati più raffinati il “Truffle” preparato con scaglie di tartufo, pane crunchy, burro nocciola.
Tutta la carne proviene da allevamenti certificati sia italiani che internazionali quindi in menù troverete razze da tutto il mondo come la piemontese, danese, spagnola, argentina, angus americana e australiana.
Non mancano hamburger in diverse versioni e altre proposte di crudo come le tartare (“alla francese” con senape di Digione, salsa worcester, fiori di cappero, lemon dressing e “all’italiana” con olive, fiori di cappero, mandorle, erbe fini, lemon dressing).
Carta dei vini di grande qualità con una selezione che spazia dalla Francia alle pendici dell’Etna passando per le colline abruzzesi.
In cantina non mancano neanche Sassicaia, Tignanello e molte altre etichette di altissimo livello.
Indirizzo: via Ennio Quirino Visconti, 8B.
Nuove aperture - Maido
Dove mangiare lo street food giapponese a Roma? La risposta è Maido il nuovo locale di Monti che rende omaggio a un piatto tipico di Osaka nato negli anni ’30, l’okonomiyaki.
Se non lo avete mai sentito prima allora è l’occasione giusta per provarlo perché è buonissimo: si tratta di una frittella di grano alla piastra (teppan) a cui si possono aggiungere diversi ingredienti come carne, pesce, verdure, uova.
Oggi piatto originale e sfizioso - da provare anche a Milano negli altri due ristoranti Maido - ma un tempo pasto umile e nutriente per i soldati nipponici impegnati nel secondo conflitto mondiale.
Al civico 122 di via Urbana il viaggio culinario verso il Sol Levante prosegue anche con altre specialità come le classiche polpette di riso onigiri, salmone con salsa teriyaki, le palline fritte di polpo tokoyaki, vari tipi di ramen (vegan, vegetarian e chashu con lonza a fette, porro, aglio, cipollotto, uovo marinato in soia, sake, mirin e zenzero, alga nori) oltre a bowl di riso e soba (simili ai nostri spaghetti).
E per concludere assaggiate i doroyaki, dolcetti giapponesi tipo pancake, e i mochi a base di pasta di riso colorati e gommosi. Kanpai!
Anche il brindisi da Maido si fa in puro stile giapponese con un bel bicchiere di sake.
Le proposte analcoliche invece vanno dalla ramune (bibita gassata dal retrogusto di limone) al tè verde giapponese ryokucha.
Indirizzo: via Urbana, 122.
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Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la scelta

C’è una scelta che, durante le feste, ritorna con puntualità quasi rituale sulle nostre tavole: pandoro o panettone?
Apparentemente banale, questa preferenza divide gusti e abitudini familiari da generazioni, ma può essere letta anche come un piccolo segnale del nostro modo di vivere il Natale.
Al di là delle mode e delle infinite varianti artigianali, il dolce delle feste resta un simbolo potente; legato all’idea di comfort, tradizione e piacere condiviso.
Senza voler trasformare una scelta gastronomica in un test di personalità, è interessante osservare come la psicologia attribuisca al cibo un valore emotivo e identitario.
Preferire il pandoro o il panettone non svela i nostri segreti più nascosti, ma può raccontare qualcosa del nostro rapporto con la semplicità, la complessità e il bisogno di rassicurazione o di varietà, proprio nel periodo dell’anno in cui queste dinamiche emergono con più forza.
**Le 5 personalità che si trovano durante le vacanze di Natale: quale siete?**
Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la vostra scelta
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Se siete team pandoro
Chi è team pandoro spesso cerca nel Natale (e nel cibo) una forma di rassicurazione.
Il pandoro è lineare e senza sorprese: stesso sapore, stessa consistenza, stesso rituale ogni anno. Psicologicamente, questa scelta può riflettere una personalità che ama le cose chiare, riconoscibili, che funzionano senza troppe complicazioni.
Il pandoro piace a chi tende a preferire il comfort emotivo alla sperimentazione, a chi trova benessere nella ripetizione e nelle tradizioni così come sono. Non è una chiusura al nuovo, ma un bisogno di stabilità: in un periodo già carico di stimoli, impegni e aspettative, scegliere qualcosa di semplice diventa un modo per alleggerire.
È la scelta di chi nel Natale cerca una pausa dal rumore, più che un’esperienza da esplorare. Un dolce che non chiede di essere interpretato, ma solo gustato.
Se siete team panettone
Chi invece è team panettone tende ad avere un rapporto più fluido con la varietà e l’imprevisto.
Il panettone è stratificato, imperfetto, pieno di elementi diversi che convivono insieme: dolcezza, acidità, consistenze differenti. Non è mai identico a sé stesso, e forse è proprio questo il suo fascino.
Dal punto di vista psicologico, chi lo preferisce è spesso più aperto al cambiamento, meno infastidito dalle sfumature della vita e più attratto dalle esperienze complesse. Scegliere il panettone significa anche accettare ciò che non piace a tutti (uvetta e canditi) ma che fa parte del “pacchetto”. Un atteggiamento che racconta tolleranza, adattabilità e curiosità.
Il panettone è il dolce di chi vive le feste come un momento di convivialità vera, fatta di differenze che si incontrano. Di chi ama mescolare, provare, cambiare versione ogni anno. È la scelta di chi non cerca solo conforto, ma anche stimoli, storie, contaminazioni.
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Questi comportamenti quotidiani (apparentemente normali) peggiorano l'ansia senza che ce ne accorgiamo

Ci sono giornate in cui non sappiamo spiegare bene perché ci sentiamo irritabili, sotto pressione, come se il corpo corresse più veloce della testa. Spesso diamo la colpa al lavoro, ai ritmi frenetici della vita, ai colleghi anticipatici, al meteo o semplicemente al periodo dell’anno.
Può essere però che a contribuire a questa sensazione ci siano abitudini minuscole, talmente automatiche da non farci più caso.
Secondo diversi terapeuti, molte delle nostre routine quotidiane (dal modo in cui iniziamo la nostra gioranta al modo in cui usiamo lo smartphone) attivano il sistema nervoso senza che ce ne rendiamo conto. E così un po’ alla volta, giorno dopo giorno, contribuiscono a rafforzare quell'ansia, quella tensione di fondo costante che sembra arrivare “dal nulla” ma che in realtà ha radici molto concrete.
Niente allarmismi: la buona notizia è che, una volta identificate, queste micro-abitudini si possono correggere con piccoli cambiamenti sostenibili. E gli effetti sul benessere mentale possono essere sorprendenti.
**5 frasi da non dire mai a una persona ansiosa (e cosa dire invece)**
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Il telefono al risveglio, il multitasking continuo e quelle “micro-scosse” che attivano il sistema nervoso
Molti comportamenti che ci sembrano innocui sono, in realtà, tra i principali responsabili dell’ansia quotidiana.
Il primo della lista? Guardare il telefono appena svegli. Quello che sembra un gesto normale, controllare notifiche, messaggi, social, non dà al cervello il tempo di passare gradualmente dal sonno alla veglia. Al contrario, lo espone immediatamente a un flusso di informazioni, stimoli e richieste che attivano la risposta allo stress già dal primo minuto della giornata.
A questo si aggiunge il nostro stile di vita iper-veloce: multitasking costante, pause saltate, pasti mangiati in fretta o direttamente rimandati, riunioni che si accavallano, email che arrivano a raffica. Corpo e mente non hanno mai un vero momento per rallentare e ricalibrarsi. È la condizione perfetta per alimentare ansia, stress e irritabilità.
Anche i micro-stress ripetuti, come le notifiche del telefono o l’email che lampeggia sullo schermo del pc, hanno un impatto maggiore di quanto pensiamo. Funzionano come piccole scosse al cervello; brevi, ma continue. Il risultato? Il sistema nervoso resta in iper-attivazione, come se fosse sempre pronto a reagire a una minaccia, anche quando in realtà non c’è.
Non è un caso che molte persone raccontino di “non riuscire più a rilassarsi davvero”: il corpo rimane in modalità fight or flight anche mentre siamo seduti sul divano. Una condizione sottile, invisibile, ma che alimenta anisao a lungo termine.
Poco sonno, troppi schermi e una routine che non rispetta i ritmi naturali
Un altro fattore chiave è il sonno. Quando dormiamo troppo poco (o male) le aree del cervello che regolano le emozioni diventano più reattive. E così, ciò che in un giorno normale sarebbe un piccolo fastidio (una mail urgente, un imprevisto, una discussione) diventa un detonatore emotivo. Siamo più suscettibili, più stanchi, più vulnerabili allo stress.
Il problema è amplificato dal tempo passato davanti agli schermi, soprattutto nelle ore serali. La luce intensa del computer o della televisione comunica al cervello che “non è ancora ora di dormire”, interferendo con la produzione di melatonina e con la capacità di disattivare gradualmente il sistema nervoso. E quando andiamo a letto con lo smartphone in mano, portiamo con noi anche tutte le sue notifiche, informazioni e stimoli non elaborati. Il risultato? Un sonno meno profondo, più risvegli notturni e maggiore anisao al mattino.
Infine, c’è un elemento spesso sottovalutato: il sovraccarico decisionale. Tra lavoro, messaggi, social, email, appuntamenti, scadenze e notifiche, ogni giorno prendiamo centinaia di micro-decisioni. Questo crea un affaticamento mentale che il nostro sistema non è progettato per sostenere a lungo senza pause. E quando il cervello si sente “sovraccarico”, l'ansia trova terreno fertile.
Cosa possiamo fare per controllare e ridurre l'ansia
La buona notizia è che per ridurre l'ansia non servono cambiamenti drastici: spesso bastano piccoli aggiustamenti inseriti nella routine quotidiana.
Gli psicologi suggeriscono, ad esempio, di evitare di iniziare la giornata con il telefono in mano. Concedersi anche solo dieci o quindici minuti di “risveglio lento”, senza notifiche né stimoli digitali, aiuta il sistema nervoso a non attivarsi subito in modalità allerta.
Allo stesso modo, introdurre brevi pause durante la giornata (anche solo una manciata di secondi per fare stretching, chiudere gli occhi e fare un paio di respiri profondi) permette al corpo di ritrovare un ritmo più regolare e meno reattivo.
Un altro accorgimento utile riguarda le notifiche: limitarle significa ridurre quel flusso costante di micro-sollecitazioni che mantiene la mente in tensione.
Anche la gestione degli schermi serali può fare una grande differenza: tenere il telefono lontano dal viso o ridurre il tempo trascorso online prima di dormire aiuta il cervello a produrre melatonina e a prepararsi al riposo.
Infine, muoversi un po’ ogni giorno, anche per pochi minuti, contribuisce a sciogliere la tensione accumulata e a rimettere in circolo energie più equilibrate. È un modo semplice per ricordare al corpo che non deve restare sempre in modalità emergenza: può rallentare, respirare, ritrovare il proprio centro.
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Ecco il segreto per impacchettare i regali di Natale in 4 mosse

Impacchettare i regali di Natale per molti è un task più difficile e impegnativo che scegliere e comprare un pensiero per tutti.
Nonostante la sua apparente semplicità, l’idea di carta stropicciata, scotch visibile e fiocchi sbilenchi può mettere in crisi tutti, ma soprattutto gli amanti della precisione con poca dimestichezza coi lavoretti manuali.
La buona notizia però è impacchettare i regali di Natale in modo ordinato ed elegante non richiede talento artistico né materiali costosi, ma solo un po’ di metodo e qualche accorgimento pratico.
Con pochi passaggi mirati e un approccio più attento ai dettagli, anche il pacchetto più semplice può trasformarsi in una confezione curata e armoniosa, capace di valorizzare il regalo e di fare la una bellissima figura sotto l’albero, senza l’effetto improvvisato dell’ultimo minuto.
**5 trucchi per scrivere bigliettini di auguri di Natale originali (senza chiedere a ChatGPT)**
Come impacchettare i regali di Natale: i consigli da seguire passo dopo passo
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1. Scegliere carta e materiali (pochi, ma giusti)
Il primo errore quando si cerca di capire come impacchettare i regali è pensare che servano mille decorazioni. In realtà, meno materiali si usano, più il pacchetto risulta elegante.
La scelta della carta è fondamentale: meglio una carta leggermente più spessa, facile da piegare e meno soggetta a strapparsi. Le carte troppo sottili o lucide, invece, tendono a segnarsi subito e a rendere le pieghe imprecise.
Per andare sul sicuro, puntate su colori neutri o naturali (come carta kraft, bianco, verde bosco, rosso scuro) e abbinate un solo elemento decorativo: uno spago, un nastro in tessuto, un filo dorato. Anche materiali semplici come carta da pacchi e spago da cucina possono diventare molto chic se usati con coerenza.
2. Tagliare e piegare con precisione (il passaggio che fa la differenza)
Uno dei segreti di come impacchettare i regali bene è la precisione. Prima di tutto, misurate la carta appoggiando il regalo al centro e assicurandovi che i lati coprano completamente l’oggetto senza eccessi. Troppa carta rende difficile gestire le pieghe, mentre troppo poca vi costringerà a rattoppare all’ultimo minuto.
Quando piegate, fatelo con calma: passate il dito lungo i bordi per segnare le pieghe e ottenere linee nette. Anche i lati corti vanno chiusi con ordine, piegando prima verso l’interno e poi verso il centro.
Questo passaggio, spesso sottovalutato, è quello che trasforma un pacchetto “fatto in fretta” in uno visivamente pulito.
3. Chiudere bene (e nascondere lo scotch)
Un altro punto chiave di per impacchettare i regali di Natale alla perfezione è la chiusura. Lo scotch serve, ma non deve mai essere protagonista. Usatelo solo dove serve davvero e cercate di nasconderlo all’interno del pacchetto o sotto le pieghe. Se la carta è stata tagliata correttamente, basteranno pochissimi pezzetti.
Il resto del lavoro può farlo il nastro o lo spago: un giro semplice, un nodo ben stretto e magari un doppio passaggio intorno al pacchetto sono più che sufficienti.
Evitate fiocchi troppo grandi o complessi se non siete pratiche: un nodo pulito risulta sempre più elegante di un fiocco sproporzionato.
4. Il dettaglio finale che personalizza davvero il regalo
L’ultimo passaggio è quello che rende il pacchetto unico. Non serve esagerare: un solo dettaglio basta. Un bigliettino scritto a mano, un rametto di pino, una fettina d’arancia essiccata, un’etichetta in carta riciclata.
Il consiglio è di scegliere un dettaglio coerente con il resto del pacchetto e ripeterlo su tutti i regali: questo crea un effetto armonioso sotto l’albero e dà subito l’idea di cura e attenzione.
Alla fine, imparare come impacchettare i regali di Natale non significa puntare alla perfezione, ma dedicare qualche minuto in più a un gesto che parla di tempo e presenza. Ed è proprio questo, spesso, il regalo più bello da ricevere.
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Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, più comfort, più tecnologia

Chi è al volante, guida rilassato. I passeggeri a bordo, intanto, si godono il viaggio in classe extra-comfort. Un’alchimia perfetta, frutto delle qualità distintive del Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, comfort, tecnologia, sostenibilità e accessibilità, il tutto made in Europe, a Rennes, in Francia, nello storico stabilimento del marchio.
Se nel sovraffollato mercato dei SUV farsi notare non è facile, la nuova ammiraglia Citroën non passa di certo inosservata. Non è solo per il restyling estetico, è anche per quell’evoluzione di sostanza che ha portato la vettura verso un’idea di funzionalità e di utilizzo superiore. In un mercato dove spesso ci si concentra solo sulle prestazioni o sul design delle linee, infatti, Citroën punta sull'ergonomia.
Il risultato? Un SUV diverso da tutti gli altri, progettato per chi vive l’auto come un’estensione della propria casa, per chi affronta il traffico quotidiano o lunghi trasferimenti stradali e cerca un ambiente che "ammortizzi" non solo le buche, ma anche lo stress della giornata. Il modello è ideale per le famiglie, ma anche per il mercato B2B/fleet.
Design più maturo e scolpito
Rispetto alle linee arrotondate del passato, il Nuovo SUV Citroën C5 Aircross adotta un volto più deciso e aerodinamico. Il frontale è stato completamente ridisegnato, sono nuovi i fari a LED e altri dettagli eleganti che ne esaltano il carattere e fanno la differenza.
Un "tappeto volante"
Uno dei punti di forza della vettura è il sistema di sospensioni con smorzatori idraulici progressivi (Progressive Hydraulic Cushions®). In parole semplici? Significa che l’auto assorbe le buche e le irregolarità del terreno in modo fluido, regalando quella sensazione di "tappeto volante" tipica della tradizione Citroën.
Come nel salotto di casa
Se il design esterno cattura l’occhio, è l’abitacolo del Nuovo SUV C5 Aircross a convincere definitivamente chi cerca un’esperienza di guida decompressiva.
Citroën ha lavorato per trasformare l’interno in un vero e proprio "salotto". Il concetto di Sofa Design si traduce in sedute ampie e accoglienti, un’illuminazione ambientale estesa, la presenza di elementi d'arredo e l’uso di tessuti che riprendono i codici dell'interior design.
A seconda degli allestimenti, l’uso dell’Alcantara o della pelle con impunture a contrasto non serve solo all'estetica, ma trasmette una sensazione tattile di calore.
Sotto il rivestimento superficiale, i sedili nascondono uno strato di 15 mm di schiuma strutturata che evita l'effetto di "affossamento" tipico delle sedute troppo morbide, garantendo sostegno posturale anche dopo ore di viaggio.
Accanto alla comodità, il sistema di Ambient Lighting - illuminazione d’ambiente - definisce l’atmosfera desiderata a bordo: i punti luce discreti posizionati nei vani portaoggetti, nel tunnel centrale e lungo la plancia creano una luce soffusa che riduce l’affaticamento visivo durante la guida notturna.
Questa "bolla luminosa" esalta i volumi dell'abitacolo e aumenta la percezione di spazio e protezione, rendendo l'ambiente accogliente come una stanza ben illuminata.
Tutto a portata di mano
L’ottimizzazione dell’ergonomia sul Nuovo SUV C5 Aircross passa per una riprogettazione della console centrale, ora più pulita e razionale.
La seduta è alta per dominare la strada, ma qui è stata affinata per garantire che ogni comando sia dove il conducente si aspetta di trovarlo. Il nuovo posizionamento dello schermo da 10" è studiato per essere perfettamente in linea con lo sguardo, riducendo i movimenti della testa e permettendo di mantenere la massima concentrazione sulla guida. L'obiettivo è semplice: fare in modo che il conducente abbia tutte le informazioni davanti a sé e a portata di mano, in modo da poter guidare in tranquillità e ridurre lo stress, con l'ausilio di schermi digitali che offrono chiarezza e grafica accattivante.
Gamma completamente elettrificata
Per la prima volta anche 100% elettrico, Nuovo SUV C5 Aircross è disponibile in due versioni, la più equilibrata e accessibile Comfort Range, dotata di un motore da 210 CV / 157 kW abbinato a una batteria da 73 kWh, per un'autonomia di 520 km, e la Long Range, con motore da 230 CV/170 kW e una batteria da 97 kWh, presto ordinabile, che offrirà un’eccezionale autonomia di 680 km.
Non mancano Nuovo SUV C5 Aircross Hybrid 145 Automatic, la porta d'ingresso all'elettrificazione offerta a 28.900 euro, e Nuovo SUV C5 Aircross Plug-In Hybrid 195 Automat
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