Cosa fare a Roma a Gennaio: mostre, eventi e appuntamenti

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Cosa fare a Roma nel mese di gennaio? Ecco tutti gli appuntamenti in programma tra cultura, spettacoli e concerti

Gli eventi di gennaio a Roma da non mancare.

Un’agenda aggiornata con tutte le iniziative più interessanti organizzate nella Capitale e dintorni, dall’enogastronomia all’arte, dal teatro allo sport, dai festival alla cultura.

Sempre con un occhio alle nuove aperture, per restare aggiornati sulle ultime novità.

Vi raccontiamo tutto, di seguito i dettagli.

Cosa fare a Roma a gennaio

(Continua sotto la foto)

Tolkien alla GNAM

Mostre

Tolkien alla GNAM

Tra le grandi mostre a Roma inaugurate nel 2023, continua anche con il nuovo anno quella dedicata a John Ronald Reuel Tolkien, autore della saga del Signore degli anelli e de Lo Hobbit.

A cinquant’anni dalla scomparsa del filologo e scrittore inglese, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea ospita fino all’11 febbraio l’esposizione Tolkien. Uomo, Professore, Autore che ne racconta il percorso umano, il lavoro accademico, la potenza narrativa, la forza poetica in un viaggio senza eguali che permetterà agli appassionati e al grande pubblico di essere introdotti nella grandezza di uno dei massimi esponenti del genere fantasy e di comprendere quanto la sua vita e la straordinaria conoscenza del mondo antico siano alla base del suo processo creativo.

L’immersione nell’universo da lui creato si realizza mediante un articolato percorso espositivo tra manoscritti autografi, lettere, memorabilia, fotografie e opere d’arte ispirate alle visioni letterarie di un autore unico e poliedrico.

Orari: martedì - domenica dalle 9.00 alle 19.00

Biglietti: intero 10 euro

Indirizzo: viale delle Belle Arti 131

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Eventi

Festa della Befana

A piazza Navona prosegue la Festa della Befana, storica kermesse dedicata a romani e turisti, grandi e piccoli, con tanti eventi speciali in calendario e un mercatino di delizie gastronomiche, addobbi e giocattoli fino a sabato 6 gennaio.

Proprio nel giorno del gran finale la Befana arriverà a piazza Navona portando doni e dolciumi a tutti i bambini, in contemporanea a tanti spettacoli, musica e allegria.

E la Befana arriverà anche nel parco di Villa Doria Pamphili per una festa en plen air aperta a tutti i bambini, giunta alla IV edizione: l’evento, organizzato da ViVi - Villa Pamphili con il patrocinio di Roma Capitale - XII Municipio e in collaborazione con Teatro Villa Pamphilj, è gratuito e avrà inizio alle 10.30 per proseguire fino alle 12 con tanto di spettacolo di circo. 

 

Brunch & Lab all'Hotel De La Ville

Anche nel 2024 proseguono gli appuntamenti Brunch & Lab all’Hotel De La Ville (5 stelle del gruppo Rocco Forte Hotels a due passi da Trinità dei Monti): domenica 21 gennaio sarà la volta del laboratorio di gemmologia, dove gli ospiti impareranno i primi rudimenti per analizzare le pietre con lenti di ingrandimento da gioielliere, a cui seguirà il brunch al ristorante Mosaico.

Il brunch domenicale (dalle 12.30 alle 15.00) prevede un buffet all’italiana con una serie di proposte dolci e salate curate dallo chef Fulvio Pierangelini, Creative Director of Food di Rocco Forte Hotels, con tanto di live music e intrattenimento dedicato ai più piccoli negli spazi adiacenti al ristorante.

Infine, ultimo workshop tematico l’11 febbraio a tema flower design con Sebastian Flowers.

Info: I laboratori Brunch & Lab sono disponibili su prenotazione per un massimo 15 ospiti e prevedono la partecipazione al laboratorio, seguita dal brunch domenicale, al costo di 80 euro per gli adulti e 40 euro per i bambini dai 3 ai 12 anni.

Indirizzo: via Sistina 69

 

Tea time da ViVi

Durante le feste torna l’appuntamento con il Tea Time organizzato da ViVi che continuerà tutti i giorni fino a sabato 6 gennaio: da ViVi - Le Serre ad attendere ci sono le creazioni della Pastry Chef Francesca Cascia interamente realizzate con ingredienti biologici, includendo anche proposte vegan e gluten free, come mini-cake vegane al cioccolato, carrot cake, cioccolatini e biscotti fatti a mano, cheesecake, torte di mele, i tipici dolci portoghesi ‘pastel’ e molto altro.

Oltre ai dolci dal buffet, la proposta prevede una bevanda a scelta tra infusi, tè bio, cioccolata calda con panna fresca, tisane e caffetteria biologica a firma Mogi.

Da ViVi - Piazza Venezia la formula del Tea Time si compone invece di una bevanda calda a scelta da accompagnare a un menu degustazione di mini-cake.

Chi invece sceglierà di ritagliarsi un pomeriggio passeggiando per i tradizionali mercatini di Natale di piazza Navona da ViVi - Piazza Navona troverà una ricca carta di tè, infusi e cioccolate calde oltre a deliziosi dolci dal menu alla carta, come brownies fatti in casa, scones con panna e marmellata di fragole, tiramisù con crumble al caffè.

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Musica

Concerti

Concerti nel mese di gennaio a Roma? L’anno nuovo inizia con quattro date di Queen at The Opera (dal 18 al 21 gennaio) all’Auditorium Conciliazione, un grande show di rock sinfonico con la reinterpretazione dei classici della band di Freddy Mercury.

Doppia data invece per Coez e Frah Quintale insieme al Palazzo dello Sport venedì 26 e sabato 27 gennaio in occasione del tour Lovebars che li porterà in giro per i palazzetti di tutta Italia.

 

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Sport

Corsa di Miguel 2024

Domenica 21 gennaio torna La Corsa di Miguel (24esima edizione), manifestazione organizzata dal Club Atletico Centrale in ricordo del poeta podista desaparecido argentino: oltre alle due prove sui 10 chilometri (competitiva e non competitiva), prevista anche una 3 chilometri Strantirazzismo.

Il ritrovo è previsto per tutti, agonisti e amatori, a partire dalle ore 7.00 allo Stadio dei Marmi: la partenza sarà poi alle ore 9.30 da Lungotevere Maresciallo Diaz mentre l’arrivo allo Stadio Olimpico.

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Ristoranti da provare e nuove aperture

Ineo all’Anantara Palazzo Naiadi

Un viaggio tra i sapori di tutto il mondo. E non poteva essere altrimenti la cucina di Heros De Agostinis, alla guida del ristorante di fine dining dell’Anantara Palazzo Naiadi (brand thailandese leader nell’ospitalità di lusso)

Nato a Roma, ma con ascendenze eritree, sin da piccolo lo chef è stato abituato ad accostamenti senza barriere e confini che ne hanno fatto un tratto distintivo della sua proposta gastronomica.

Da una parte un’innata attrazione verso gusti speziati, come per esempio il berberè, un mix di peperoncino, zenzero, aglio, cardamomo e cannella, che ha imparato ad apprezzare sin da bambino; dall’altra un forte attaccamento alla città d’origine, Roma, e alla sua tradizione culinaria.

Contaminazioni che non potevano che ritrovarsi a tavola, da Ineo, il cui nome è più di un presagio: in latino significa avere inizio, ma per De Agostinis è un grande ritorno. Nella sua Roma e vicino al quartiere dove è cresciuto, l’Esquilino, dopo varie esperienze internazionali che l’hanno portato in Europa, Asia e Medio Oriente.

L’Anantara Palazzo Naiadi (ex Boscolo Exedra Roma) che dopo una lunga ristrutturazione ha inaugurato a maggio dello scorso anno, si trova infatti in un bel palazzo in stile neoclassico che affaccia su piazza della Repubblica.

Proprio a pochi passi da quel mercato Esquilino che è stato da sempre fonte di ispirazione per De Agostinis, per il suo essere un melting pot di etnie e ingredienti: ecco allora che le amuse-bouches che propone sono a base di pollo, proprio in ricordo di quando andava al banco della carne insieme alla nonna per preparare lo zighinì, uno dei piatti simbolo del Corno d’Africa.

Si prosegue poi con un’esplosione di colori – altra caratteristica dei piatti preparati dallo chef cresciuto accanto a grandi nomi come Heinz Beck, considerato il suo grande mentore – sia per quanto riguarda la proposta alla carta che i menu degustazione.

Si può scegliere tra due percorsi, da sette e cinque portate, uno dedicato agli onnivori – dove accanto ai Ravioli ripieni di Coda alla Vaccinara ci sono piatti che guardano ad altri continenti, come la Sella di capriolo alle erbe con purea di mele e noci salsa al Cubebe o il Soaso d’amo con Ras el Hanout e tajine di verdure – l’altro vegetale, privo di proteine animali e rivolto anche a chi è intollerante a lattosio e glutine.

Chi non sa resistere al pane, sarà felice di sapere che c’è un carrello – che è stato premiato dalla guida Ristoranti 2024 del Gambero Rosso come ‘Miglior pane in tavola’ – con un trionfo di grissini, casereccio tipo Lariano, cracker, baguette, solo per citarne alcuni, tutti realizzati in casa.

Non è da meno quello dei formaggi e, in chiusura, la selezione di pralineria presentata a tavola in una valigetta aperta.

Anche la carta dei vini è studiata nei massimi dettagli (oltre trecento etichette tra grandi nomi e prodotti di nicchia) selezionate dal sommelier Federico Spagnolo che, così come il restaurant manager Damiano Verdone, ha un passato importante nell’alta ristorazione.

Atmosfera rilassata e riservatezza in sala con solo 28 coperti, e una bella novità in ottica della primavera: un dehors sulla piazza con vista sulla Basilica di Santa Maria degli Angeli.

Orari: martedì - sabato dalle 19.00 alle 22.45

Indirizzo: piazza della Repubblica 46

 

 

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Bloody Brunch all’Hotel Locarno

Un’elegante casa nel centro di Roma: non c’è descrizione migliore che racconti dell’Hotel Locarno come le parole della sua proprietaria.

Lo conferma il fatto che da sempre è un albergo amatissimo anche dai romani stessi, di ambienti e generazioni diverse ma tutti sedotti dal suo fascino retrò che lo rende unico rispetto agli altri.

Sì perché il Locarno – chiamato come la città di origine della famiglia svizzera che lo aprì in occasione del Giubileo del 1925 – è un vero pezzo di Storia: i due edifici che lo ospitano sono tutelati dai Beni Culturali ed entrare al civico 22 di via Della Penna vuol dire davvero fare un viaggio indietro nel tempo.

Alcune suite sono rimaste così come allestite in origine, con arredi e pavimenti in graniglia d’epoca: al piano nobile ci sono la 603 in stile veneziano, tanto amata da Lucio Dalla che la riservava per ogni suo soggiorno a Roma, e la 605, dove il regista Wes Anderson è rimasto mesi a scrivere il suo film Grand Budapest Hotel per trarne ispirazione. Anche Fellini era un altro habitué del Locarno, a conferma del suo essere da sempre un punto di ritrovo per artisti e intellettuali.

Tutto è rimasto in stile Art Déco – addirittura c’è ancora in funzione un ascensore del 1925 – non da meno gli spazi comuni, come il Bar Locarno (dall’affascinante bancone in marmo) e la corte interna che è un giardino segreto da vivere anche in inverno.

Entrambi, così come la terrazza all’ultimo piano con vista sui tetti di Roma, sono aperti anche agli ospiti esterni secondo la filosofia anytime-anywhere: ci si può fermare a mangiare o bere un cocktail a tutte le ore, e dove si preferisce.

Proprio come un accogliente salotto, per tornare a citare la signora Valente che da quando ha ereditato dalla madre l’albergo lo dirige con passione e dedizione come fosse un figlio (resistendo anche alla corte di grandi gruppi internazionali e alle difficoltà del periodo Covid: “Il Locarno è rimasto aperto anche durante la guerra, non poteva essere da meno in pandemia”, ci racconta).

Tra le varie proposte c’è anche il brunch, qui ribattezzato Bloody Brunch in omaggio al long drink di colore rosso che, non a caso, da grande protagonista viene servito a volontà scegliendo la formula Bloody Mary All You Can Drink che prevede due piatti a scelta.

Tante le ricette internazionali, da quelle francesi (Uova alla benedict, Cordon Bleu, French Toast), ai classici della cucina americana (Burger e Caesar Salad) fino a una sorpresa che arriva da Oriente: una rivisitazione del Biryani con uovo cotto a bassa temperatura in crosta di panko, ripieno di riso al ragù e salsa allo yogurt.

In alternativa, si può optare per il menu alla carta con proposte da classica domenica italiana: ne sono un esempio i Carciofi fritti, l'Amatriciana, l'Agnello panato e le Pappardelle al ragù bianco, queste ultime un vero signature dish dello chef Domenico Smargiassi.

Il tutto da accompagnare non solo ai Bloody Mary preparati dal bartender Nicholas Pinna – dalla versione classica a quella con il gin, fino a una terza opzione che varia ogni settimana – ma anche a tanti altri cocktail, di cui alcuni analcolici, per accontentare ogni tipo di clientela.

Orari: Bar Locarno sempre aperto

Indirizzo: via della Penna 22

MICRO FORNO Luca Pezzetta (Ph. Romanogmt)

Micro Forno Luca Pezzetta

A Fiumicino ha da poco inaugurato il Micro Forno Luca Pezzetta che il pizzaiolo di Clementina ha aperto ‘su strada’ all’interno del laboratorio di produzione di via Giovanni Battista Grassi, a pochi passi dalla sua pizzeria.

La piccola bakery è operativa dalla mattina al pomeriggio, oltre che di notte per la produzione del pane e la vendita di pizzette (pizza rossa fina, pizza bianca alla pala, pizzette farcite) e cornetti, come da tradizione nella Capitale e dintorni.

Non mancano anche alcuni prodotti tradizionali di altre regioni italiane come il pane cafone, la pastiera, le veneziane, la focaccia pugliese, quella genovese e altri tipi di pane e lievitati d’ispirazione francese, come la baguette, il pain suisse crema e cioccolato e il pain au chocolate.

Orari: aperto martedì - domenica dalle 7.00 alle 18.00 e dalle 00.00 alle 07.00 per pizzette e cornetti

Indirizzo: via Giovanni Battista Grassi 22, Fiumicino

 

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Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la scelta

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La preferenza tra pandoro e panettone dice molto del nostro rapporto con semplicità, complessità e cambiamento: cosa dice la psicologia

C’è una scelta che, durante le feste, ritorna con puntualità quasi rituale sulle nostre tavole: pandoro o panettone? 

Apparentemente banale, questa preferenza divide gusti e abitudini familiari da generazioni, ma può essere letta anche come un piccolo segnale del nostro modo di vivere il Natale.

Al di là delle mode e delle infinite varianti artigianali, il dolce delle feste resta un simbolo potente; legato all’idea di comfort, tradizione e piacere condiviso.

Senza voler trasformare una scelta gastronomica in un test di personalità, è interessante osservare come la psicologia attribuisca al cibo un valore emotivo e identitario.

Preferire il pandoro o il panettone non svela i nostri segreti più nascosti, ma può raccontare qualcosa del nostro rapporto con la semplicità, la complessità e il bisogno di rassicurazione o di varietà, proprio nel periodo dell’anno in cui queste dinamiche emergono con più forza.

**Le 5 personalità che si trovano durante le vacanze di Natale: quale siete?**

Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la vostra scelta 

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pandoro o panettone

Se siete team pandoro

Chi è team pandoro spesso cerca nel Natale (e nel cibo) una forma di rassicurazione.

Il pandoro è lineare e senza sorprese: stesso sapore, stessa consistenza, stesso rituale ogni anno. Psicologicamente, questa scelta può riflettere una personalità che ama le cose chiare, riconoscibili, che funzionano senza troppe complicazioni.

Il pandoro piace a chi tende a preferire il comfort emotivo alla sperimentazione, a chi trova benessere nella ripetizione e nelle tradizioni così come sono. Non è una chiusura al nuovo, ma un bisogno di stabilità: in un periodo già carico di stimoli, impegni e aspettative, scegliere qualcosa di semplice diventa un modo per alleggerire.

È la scelta di chi nel Natale cerca una pausa dal rumore, più che un’esperienza da esplorare. Un dolce che non chiede di essere interpretato, ma solo gustato.

Se siete team panettone

Chi invece è team panettone tende ad avere un rapporto più fluido con la varietà e l’imprevisto.

Il panettone è stratificato, imperfetto, pieno di elementi diversi che convivono insieme: dolcezza, acidità, consistenze differenti. Non è mai identico a sé stesso, e forse è proprio questo il suo fascino.

Dal punto di vista psicologico, chi lo preferisce è spesso più aperto al cambiamento, meno infastidito dalle sfumature della vita e più attratto dalle esperienze complesse. Scegliere il panettone significa anche accettare ciò che non piace a tutti (uvetta e canditi) ma che fa parte del “pacchetto”. Un atteggiamento che racconta tolleranza, adattabilità e curiosità.

Il panettone è il dolce di chi vive le feste come un momento di convivialità vera, fatta di differenze che si incontrano. Di chi ama mescolare, provare, cambiare versione ogni anno. È la scelta di chi non cerca solo conforto, ma anche stimoli, storie, contaminazioni.

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Questi comportamenti quotidiani (apparentemente normali) peggiorano l'ansia senza che ce ne accorgiamo

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Molti comportamenti che consideriamo normali possono attivare ansia e stress continuo: ecco cosa accade al nostro sistema nervoso

Ci sono giornate in cui non sappiamo spiegare bene perché ci sentiamo irritabili, sotto pressione, come se il corpo corresse più veloce della testa. Spesso diamo la colpa al lavoro, ai ritmi frenetici della vita, ai colleghi anticipatici, al meteo o semplicemente al periodo dell’anno.

Può essere però che a contribuire a questa sensazione ci siano abitudini minuscole, talmente automatiche da non farci più caso. 

Secondo diversi terapeuti, molte delle nostre routine quotidiane (dal modo in cui iniziamo la nostra gioranta al modo in cui usiamo lo smartphone) attivano il sistema nervoso senza che ce ne rendiamo conto. E così un po’ alla volta, giorno dopo giorno, contribuiscono a rafforzare quell'ansia, quella tensione di fondo costante che sembra arrivare “dal nulla” ma che in realtà ha radici molto concrete.

Niente allarmismi: la buona notizia è che, una volta identificate, queste micro-abitudini si possono correggere con piccoli cambiamenti sostenibili. E gli effetti sul benessere mentale possono essere sorprendenti.

**5 frasi da non dire mai a una persona ansiosa (e cosa dire invece)**

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Il telefono al risveglio, il multitasking continuo e quelle “micro-scosse” che attivano il sistema nervoso

Molti comportamenti che ci sembrano innocui sono, in realtà, tra i principali responsabili dell’ansia quotidiana.

Il primo della lista? Guardare il telefono appena svegli. Quello che sembra un gesto normale, controllare notifiche, messaggi, social, non dà al cervello il tempo di passare gradualmente dal sonno alla veglia. Al contrario, lo espone immediatamente a un flusso di informazioni, stimoli e richieste che attivano la risposta allo stress già dal primo minuto della giornata.

A questo si aggiunge il nostro stile di vita iper-veloce: multitasking costante, pause saltate, pasti mangiati in fretta o direttamente rimandati, riunioni che si accavallano, email che arrivano a raffica. Corpo e mente non hanno mai un vero momento per rallentare e ricalibrarsi. È la condizione perfetta per alimentare ansia, stress e irritabilità.

Anche i micro-stress ripetuti, come le notifiche del telefono o l’email che lampeggia sullo schermo del pc, hanno un impatto maggiore di quanto pensiamo. Funzionano come piccole scosse al cervello; brevi, ma continue. Il risultato? Il sistema nervoso resta in iper-attivazione, come se fosse sempre pronto a reagire a una minaccia, anche quando in realtà non c’è.

Non è un caso che molte persone raccontino di “non riuscire più a rilassarsi davvero”: il corpo rimane in modalità fight or flight anche mentre siamo seduti sul divano. Una condizione sottile, invisibile, ma che alimenta anisao a lungo termine.

Poco sonno, troppi schermi e una routine che non rispetta i ritmi naturali

Un altro fattore chiave è il sonno. Quando dormiamo troppo poco (o male) le aree del cervello che regolano le emozioni diventano più reattive. E così, ciò che in un giorno normale sarebbe un piccolo fastidio (una mail urgente, un imprevisto, una discussione) diventa un detonatore emotivo. Siamo più suscettibili, più stanchi, più vulnerabili allo stress.

Il problema è amplificato dal tempo passato davanti agli schermi, soprattutto nelle ore serali. La luce intensa del computer o della televisione comunica al cervello che “non è ancora ora di dormire”, interferendo con la produzione di melatonina e con la capacità di disattivare gradualmente il sistema nervoso. E quando andiamo a letto con lo smartphone in mano, portiamo con noi anche tutte le sue notifiche, informazioni e stimoli non elaborati. Il risultato? Un sonno meno profondo, più risvegli notturni e maggiore anisao al mattino.

Infine, c’è un elemento spesso sottovalutato: il sovraccarico decisionale. Tra lavoro, messaggi, social, email, appuntamenti, scadenze e notifiche, ogni giorno prendiamo centinaia di micro-decisioni. Questo crea un affaticamento mentale che il nostro sistema non è progettato per sostenere a lungo senza pause. E quando il cervello si sente “sovraccarico”, l'ansia trova terreno fertile.

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Cosa possiamo fare per controllare e ridurre l'ansia

La buona notizia è che per ridurre l'ansia non servono cambiamenti drastici: spesso bastano piccoli aggiustamenti inseriti nella routine quotidiana.

Gli psicologi suggeriscono, ad esempio, di evitare di iniziare la giornata con il telefono in mano. Concedersi anche solo dieci o quindici minuti di “risveglio lento”, senza notifiche né stimoli digitali, aiuta il sistema nervoso a non attivarsi subito in modalità allerta.

Allo stesso modo, introdurre brevi pause durante la giornata (anche solo una manciata di secondi per fare stretching, chiudere gli occhi e fare un paio di respiri profondi) permette al corpo di ritrovare un ritmo più regolare e meno reattivo.

Un altro accorgimento utile riguarda le notifiche: limitarle significa ridurre quel flusso costante di micro-sollecitazioni che mantiene la mente in tensione.

Anche la gestione degli schermi serali può fare una grande differenza: tenere il telefono lontano dal viso o ridurre il tempo trascorso online prima di dormire aiuta il cervello a produrre melatonina e a prepararsi al riposo.

Infine, muoversi un po’ ogni giorno, anche per pochi minuti, contribuisce a sciogliere la tensione accumulata e a rimettere in circolo energie più equilibrate. È un modo semplice per ricordare al corpo che non deve restare sempre in modalità emergenza: può rallentare, respirare, ritrovare il proprio centro.

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Ecco il segreto per impacchettare i regali di Natale in 4 mosse

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Una guida pratica per capire come impacchettare i regali di Natale in modo ordinato, elegante e senza stress inutile

Impacchettare i regali di Natale per molti è un task più difficile e impegnativo che scegliere e comprare un pensiero per tutti.

Nonostante la sua apparente semplicità, l’idea di carta stropicciata, scotch visibile e fiocchi sbilenchi può mettere in crisi tutti, ma soprattutto gli amanti della precisione con poca dimestichezza coi lavoretti manuali.

La buona notizia però è impacchettare i regali di Natale in modo ordinato ed elegante non richiede talento artistico né materiali costosi, ma solo un po’ di metodo e qualche accorgimento pratico.

Con pochi passaggi mirati e un approccio più attento ai dettagli, anche il pacchetto più semplice può trasformarsi in una confezione curata e armoniosa, capace di valorizzare il regalo e di fare la una bellissima figura sotto l’albero, senza l’effetto improvvisato dell’ultimo minuto.

**5 trucchi per scrivere bigliettini di auguri di Natale originali (senza chiedere a ChatGPT)**

Come impacchettare i regali di Natale: i consigli da seguire passo dopo passo

(Continua sotto la foto)

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1. Scegliere carta e materiali (pochi, ma giusti)

Il primo errore quando si cerca di capire come impacchettare i regali è pensare che servano mille decorazioni. In realtà, meno materiali si usano, più il pacchetto risulta elegante.

La scelta della carta è fondamentale: meglio una carta leggermente più spessa, facile da piegare e meno soggetta a strapparsi. Le carte troppo sottili o lucide, invece, tendono a segnarsi subito e a rendere le pieghe imprecise.

Per andare sul sicuro, puntate su colori neutri o naturali (come carta kraft, bianco, verde bosco, rosso scuro) e abbinate un solo elemento decorativo: uno spago, un nastro in tessuto, un filo dorato. Anche materiali semplici come carta da pacchi e spago da cucina possono diventare molto chic se usati con coerenza.

2. Tagliare e piegare con precisione (il passaggio che fa la differenza)

Uno dei segreti di come impacchettare i regali bene è la precisione. Prima di tutto, misurate la carta appoggiando il regalo al centro e assicurandovi che i lati coprano completamente l’oggetto senza eccessi. Troppa carta rende difficile gestire le pieghe, mentre troppo poca vi costringerà a rattoppare all’ultimo minuto.

Quando piegate, fatelo con calma: passate il dito lungo i bordi per segnare le pieghe e ottenere linee nette. Anche i lati corti vanno chiusi con ordine, piegando prima verso l’interno e poi verso il centro.

Questo passaggio, spesso sottovalutato, è quello che trasforma un pacchetto “fatto in fretta” in uno visivamente pulito.

3. Chiudere bene (e nascondere lo scotch)

Un altro punto chiave di per impacchettare i regali di Natale alla perfezione è la chiusura. Lo scotch serve, ma non deve mai essere protagonista. Usatelo solo dove serve davvero e cercate di nasconderlo all’interno del pacchetto o sotto le pieghe. Se la carta è stata tagliata correttamente, basteranno pochissimi pezzetti.

Il resto del lavoro può farlo il nastro o lo spago: un giro semplice, un nodo ben stretto e magari un doppio passaggio intorno al pacchetto sono più che sufficienti.

Evitate fiocchi troppo grandi o complessi se non siete pratiche: un nodo pulito risulta sempre più elegante di un fiocco sproporzionato.

4. Il dettaglio finale che personalizza davvero il regalo

L’ultimo passaggio è quello che rende il pacchetto unico. Non serve esagerare: un solo dettaglio basta. Un bigliettino scritto a mano, un rametto di pino, una fettina d’arancia essiccata, un’etichetta in carta riciclata. 

Il consiglio è di scegliere un dettaglio coerente con il resto del pacchetto e ripeterlo su tutti i regali: questo crea un effetto armonioso sotto l’albero e dà subito l’idea di cura e attenzione.

Alla fine, imparare come impacchettare i regali di Natale non significa puntare alla perfezione, ma dedicare qualche minuto in più a un gesto che parla di tempo e presenza. Ed è proprio questo, spesso, il regalo più bello da ricevere.

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Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, più comfort, più tecnologia

Nuovo SUV C5 Aircross Citroen DESKNuovo SUV C5 Aircross Citroen MOBILE
È il SUV più grande, confortevole e tecnologico mai prodotto da Citroën. Il compagno di viaggio più comodo e versatile della sua classe, pensato per chi desidera vivere ogni viaggio all’insegna del benessere

Chi è al volante, guida rilassato. I passeggeri a bordo, intanto, si godono il viaggio in classe extra-comfort. Un’alchimia perfetta, frutto delle qualità distintive del Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, comfort, tecnologia, sostenibilità e accessibilità, il tutto made in Europe, a Rennes, in Francia, nello storico stabilimento del marchio.

Se nel sovraffollato mercato dei SUV farsi notare non è facile, la nuova ammiraglia Citroën non passa di certo inosservata. Non è solo per il restyling estetico, è anche per quell’evoluzione di sostanza che ha portato la vettura verso un’idea di funzionalità e di utilizzo superiore. In un mercato dove spesso ci si concentra solo sulle prestazioni o sul design delle linee, infatti, Citroën punta sull'ergonomia.

Nuovo SUV C5 Aircross Citroen

Il risultato? Un SUV diverso da tutti gli altri, progettato per chi vive l’auto come un’estensione della propria casa, per chi affronta il traffico quotidiano o lunghi trasferimenti stradali e cerca un ambiente che "ammortizzi" non solo le buche, ma anche lo stress della giornata. Il modello è ideale per le famiglie, ma anche per il mercato B2B/fleet.

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Design più maturo e scolpito

Rispetto alle linee arrotondate del passato, il Nuovo SUV Citroën C5 Aircross adotta un volto più deciso e aerodinamico. Il frontale è stato completamente ridisegnato, sono nuovi i fari a LED e altri dettagli eleganti che ne esaltano il carattere e fanno la differenza.

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Un "tappeto volante"

Uno dei punti di forza della vettura è il sistema di sospensioni con smorzatori idraulici progressivi (Progressive Hydraulic Cushions®). In parole semplici? Significa che l’auto assorbe le buche e le irregolarità del terreno in modo fluido, regalando quella sensazione di "tappeto volante" tipica della tradizione Citroën.

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Come nel salotto di casa

Se il design esterno cattura l’occhio, è l’abitacolo del Nuovo SUV C5 Aircross a convincere definitivamente chi cerca un’esperienza di guida decompressiva. 

Citroën ha lavorato per trasformare l’interno in un vero e proprio "salotto". Il concetto di Sofa Design si traduce in sedute ampie e accoglienti, un’illuminazione ambientale estesa, la presenza di elementi d'arredo e l’uso di tessuti che riprendono i codici dell'interior design.

A seconda degli allestimenti, l’uso dell’Alcantara o della pelle con impunture a contrasto non serve solo all'estetica, ma trasmette una sensazione tattile di calore.

Sotto il rivestimento superficiale, i sedili nascondono uno strato di 15 mm di schiuma strutturata che evita l'effetto di "affossamento" tipico delle sedute troppo morbide, garantendo sostegno posturale anche dopo ore di viaggio.

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Accanto alla comodità, il sistema di Ambient Lighting - illuminazione d’ambiente - definisce l’atmosfera desiderata a bordo: i punti luce discreti posizionati nei vani portaoggetti, nel tunnel centrale e lungo la plancia creano una luce soffusa che riduce l’affaticamento visivo durante la guida notturna. 

Questa "bolla luminosa" esalta i volumi dell'abitacolo e aumenta la percezione di spazio e protezione, rendendo l'ambiente accogliente come una stanza ben illuminata.

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Tutto a portata di mano

L’ottimizzazione dell’ergonomia sul Nuovo SUV C5 Aircross passa per una riprogettazione della console centrale, ora più pulita e razionale. 

La seduta è alta per dominare la strada, ma qui è stata affinata per garantire che ogni comando sia dove il conducente si aspetta di trovarlo. Il nuovo posizionamento dello schermo da 10" è studiato per essere perfettamente in linea con lo sguardo, riducendo i movimenti della testa e permettendo di mantenere la massima concentrazione sulla guida. L'obiettivo è semplice: fare in modo che il conducente abbia tutte le informazioni davanti a sé e a portata di mano, in modo da poter guidare in tranquillità e ridurre lo stress, con l'ausilio di schermi digitali che offrono chiarezza e grafica accattivante. 

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Gamma completamente elettrificata

Per la prima volta anche 100% elettrico, Nuovo SUV C5 Aircross è disponibile in due versioni, la più equilibrata e accessibile Comfort Range, dotata di un motore da 210 CV / 157 kW abbinato a una batteria da 73 kWh, per un'autonomia di 520 km, e la Long Range, con motore da 230 CV/170 kW e una batteria da 97 kWh, presto ordinabile, che offrirà un’eccezionale autonomia di 680 km.

Non mancano Nuovo SUV C5 Aircross Hybrid 145 Automatic, la porta d'ingresso all'elettrificazione offerta a 28.900 euro, e Nuovo SUV C5 Aircross Plug-In Hybrid 195 Automat