Cosa fare a Roma a Febbraio: mostre, eventi e appuntamenti

Gli eventi di febbraio a Roma da non mancare.
Un’agenda con tutte le iniziative più interessanti organizzate nella Capitale e dintorni, dall’enogastronomia all’arte, dal teatro allo sport, dai festival alla cultura.
Sempre con un occhio alle nuove aperture, per restare aggiornati sulle ultime novità.
Vi raccontiamo tutto, di seguito i dettagli.
Cosa fare a Roma a febbraio
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Mostre
Franco Angeli-Opere 1958-1988
Fino al 26 marzo WeGil, spazio polifunzionale della Regione Lazio a Trastevere, ospita la retrospettiva Franco Angeli-Opere 1958-1988.
La mostra dedicata all’artista romano, a cura di Silvia Pegoraro, si presenta come un percorso antologico di 74 opere uniche provenienti da collezioni private (alcune inedite) dagli esordi informali del 1957-58 al figurativismo geometrico e metafisico degli anni ’80, sino al 1988, anno della sua scomparsa.
Biglietti: ingresso gratuito
Orari: tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00
Indirizzo: Largo Ascianghi 5
Van Gogh a Palazzo Bonaparte
A Palazzo Bonaparte prosegue (fino al 26 marzo) la grande mostra dedicata a Van Gogh con i capolavori dal Kröller-Müller Museum di Otterlo, alla vigilia dei 170 anni dalla nascita del pittore olandese (Zundert, 30 marzo 1853).
Per l’occasione saranno in esposizione, con la curatela di Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti, 50 opere – tra cui il suo famosissimo Autoritratto (1887) – e tante testimonianze biografiche che ne ricostruiscono la vicenda umana e artistica secondo un percorso cronologico che fa riferimento ai periodi e ai luoghi dove il maestro visse.
Biglietto intero: 18 euro
Indirizzo: piazza Venezia 5 (angolo via del Corso)
BOB DYLAN. Retrospectrum
Il MAXXI fino al prossimo 30 aprile accoglie la prima retrospettiva in Europa dedicata alle opere di arte visiva di una delle più importanti icone della cultura contemporanea mondiale, il premio Nobel Bob Dylan.
Dopo essere stata al MAM di Shanghai e al Patricia & Phillip Frost Art Museum di Miami, la mostra BOB DYLAN. Retrospectrum, a cura di Shai Baitel, è a Roma in una versione completamente ripensata per interagire con gli spazi dinamici e avveniristici del museo progettato da Zaha Hadid.
In esposizione oltre cento opere tra dipinti, acquerelli, disegni a inchiostro e grafite, sculture in metallo, materiale video, che esplorano oltre 50 anni di attività̀ creativa del cantautore e compositore statunitense.
Grandi metropoli, paesaggi brulli e sterminati, binari ferroviari, strade aperte, automobili, camion, pompe di benzina, motel, baracche, bar, negozi, cortili, cartelloni pubblicitari, insegne al neon: come nelle sue canzoni e nelle sue poesie, anche nei suoi dipinti Dylan rende poetica l’America più profonda.
Biglietto intero: 13 euro
Indirizzo: via Guido Reni 4a
Ristoranti da provare e nuove aperture
Brunch a Le Carré Francais
Boulangerie, pâtisserie, bistrò: Le Carré Français è l’enclave gastronomica francese a Roma, nei dintorni di piazza Cavour, dove trovare le migliori ricette, specialità e prodotti transalpini a due passi da casa.
Aperto da un bretone innamorato della Capitale, Jildaz Mahè, il locale è guidato dalla giovane chef Letizia Tognelli che da anni ormai è specializzata nell’uso di materie prime che arrivano direttamente dalla Francia, come i formaggi, le farine, le ostriche. Il foie gras, altro grande protagonista della cuisine française è preparato in casa secondo la ricetta originale.
A guidare il laboratorio dei dolci è lo chef pâtissier Riviene Sabassier, tra croissant lavorati ogni mattina con il burro di qualità Tourage e tipici pasticcini francesi come gli èclair al cioccolato o al caramello.
E se per vivere l’atmosfera di una vera baita di montagna delle Alpi francesi c’è lo Chalet – lo spazio al piano superiore in stile alpin chic dove assaggiare Tartiflette, Fonduta savoiarda, Fonduta Bourguignonne, Raclette, Côte de Boeuf – e per assaggiare piatti tipici come crepe, quiche, galette c’è il bistrò (dove dal lunedì al venerdì è possibile pranzare a menu fisso con una formula che prevede pane con burro salato, un piatto principale del giorno, un dolce, caffè e acqua) – da provare nel weekend è il brunch rivisitato in chiave francese.
Il sabato e la domenica, dalle ore 11.00 alle ore 16.00, ci si può deliziare con uova strapazzate, coque monsieur, cestino di mini croissant, una selezione di formaggi da accompagnare con spremuta d’arancia, yogurt, pane e burro. Bon Appétit!
Indirizzo: Via Vittoria Colonna 30
Friccico
Nel piatto sapori e profumi delle ricette di una volta, presentate però con un tocco attuale che non ne stravolge ingredienti e porzioni; tutt’attorno un’atmosfera che quasi ricorda un bistrot parigino anche se l’insegna non mente: siamo a Monteverde, al numero 169 di viale dei Colli Portuensi.
Friccico - Magna&Bevi è la creatura di Serena Moretti, in sala, e Simone La Rocca, in cucina, che hanno tirato su non senza difficoltà (l’inaugurazione del locale era prevista nel periodo in cui scoppiava la prima ondata di Coronavirus) questa conviviale osteria romana che sorprende per la scelta e la qualità dei piatti, la cura e l’attenzione a ogni dettaglio: dalle materie prime alla mise en place.
In menu piatti di terra, soprattutto di selvaggina (tra quelli del giorno può capitare anche di trovare il cervo) – prevalentemente cotti alla griglia tra cui un ottimo Petto d’Anatra con caramella croccante ripiena di coscia – e specialità preparate in casa come il Foie gras e il Prosciutto d'anatra con pere e cipolle caramellate al burro.
Non mancano anche i primi (tutti preparati con pasta fatta in casa) come i Pici trafilati al bronzo con ragù d'anatra in bianco, le Fettuccine al ragù di coniglio e funghi cardoncelli oltre a una selezione di primi romani tra cui Cacio e pepe e Amatriciana.
E per lasciarsi stupire fino alla fine, tra i dolci c’è anche un Cannolo di ricotta con scaglie di cioccolato e pistacchio che dalla Ville Lumière vi porterà direttamente in Sicilia.
Orari: a cena dal lunedì al sabato dalle 19.30 alle 24.00; a pranzo il sabato e la domenica dalle 12.30 alle 15.00.
Indirizzo: viale dei Colli Portuensi, 169
Sport
Rugby
Domenica 5 febbraio allo Stadio Olimpico (ore 16.00) si giocherà la partita inaugurale dell’edizione 2023 del Guinness Sei Nazioni.
L’Italia del tecnico Kieran Crowley sfiderà la Francia, campione in carica del torneo, e si attendono almeno 40.000 spettatori.
Il 25 febbraio (ore 15.15), sempre a Roma, il calendario prevede un’appassionante sfida con il Galles
La Corsa del Ricordo
Domenica 5 febbraio si terrà la decima edizione della Corsa del Ricordo, evento podistico promosso da ASI (Associazioni Sportive Sociali Italiane) in commemorazione della tragedia delle Foibe e dell’esodo delle popolazioni Giuliano-Dalmate.
Sin dalla prima edizione si è scelto di correre in un luogo simbolo, nel cuore del quartiere Giuliano Dalmata di Roma dove si insediarono i primi profughi e dove ancor oggi vivono molti dei discendenti di quelle famiglie.
La partenza della 10 chilometri competitiva è prevista alle ore 9.30 in via Oscar Sinigaglia (dove si trova anche l’arrivo).
Previsti anche un percorso non competitivo di 3,5 chilometri e una gara di marcia di 3 chilometri.
Concerti
Achille Lauro
Il 17 febbraio Achille Lauro torna in concerto all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone con uno show intimo ed essenziale (“Non ci sarà nessuna armatura, voi e la musica al centro di tutto”, ha scritto l’artista sui social) dopo le due date di gennaio che lo hanno visto per la prima volta esibirsi nei teatri.
Oltre ai successi più celebri, il live romano sarà anche l’occasione per ascoltare dal vivo il nuovo singolo “Che sarà”.
Biglietti: a partire da 39 euro
Spettacoli
Equilibrio
Dal 7 al 25 febbraio tornano all’Auditorium Parco della Musica i grandi nomi della danza contemporanea internazionale in occasione della diciassettesima edizione di Equilibrio.
La kermesse, anche quest’anno a cura di Emanuele Masi, prevede un programma di tre settimane composto da 11 serate, 15 coreografe e coreografi, 4 prime italiane, due performance per famiglie e una Notte all’Auditorium per bambini e bambine, e poi ancora flash mob, talk e video.
Il cartellone inaugurerà martedì 7 febbraio con un appuntamento che vedrà la Gauthier Dance eseguire le coreografie di un set di prestigiosi artisti internazionali.
La compagnia, per la prima volta a Roma, ha infatti commissionato a sette coreografi europei la trasposizione coreutica dei sette peccati capitali per lo spettacolo The Seven Sins: si inizia dalla Pigrizia affidata alla canadese Aszure Barton, per poi passare all’Avidità che invece è indagata da Sidi Larbi Cherkaoui, e all’Invidia esplorata da Sharon Eyal.
E ancora Golosità rappresentata da Goecke e l’Orgoglio da Marcos Morau. La Lussuria esplode letteralmente nella rappresentazione che ne dà Hofesh Shechter, così come prorompe l’Ira, affidata a Sasha Waltz.
Aida
L’Aida, capolavoro di Giuseppe Verdi, è in scena al Teatro dell’Opera di Roma con la direzione di Michele Mariotti e la regia/coreografia di Davide Livermore.
Dopo la prima dell’opera in quattro atti su libretto di Antonio Ghislanzoni al Teatro Costanzi lo scorso 31 gennaio proseguono le repliche il 2, 3, 5, 7, 9, 11 e 12 febbraio alle ore 16.30, 18.00 o 20.00.
Biglietti: a partire da 25 euro
Indirizzo: piazza Beniamino Gigli
Cultura
Musei civici gratis
Domenica 5 febbraio, in quanto prima del mese, i musei civici, l’area archeologica del Circo Massimo (dalle ore 9.30 alle 16.00, ultimo ingresso alle 15.00) e quella dei Fori Imperiali (ingresso dalla Colonna Traiana dalle ore 9.00 alle 16.30, ultimo ingresso un’ora prima) saranno a ingresso gratuito per residenti e non residenti a Roma.
Ecco i musei che aderiranno all’iniziativa promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali: Musei Capitolini, Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali, Museo dell’Ara Pacis, Centrale Montemartini, Museo di Roma, Museo di Roma in Trastevere, Galleria d’Arte Moderna, Musei di Villa Torlonia, Museo Civico di Zoologia, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese, Museo Napoleonico, Museo Pietro Canonica a Villa Borghese, Museo della Repubblica Romana e della Memoria garibaldina, Museo di Casal de’ Pazzi, Museo delle Mura e Villa di Massenzio.
Prenotazione obbligatoria solo per i gruppi al contact center di Roma Capitale 060608 (orario 9.00 - 19.00).
Eventi
The Hox Love pop-up
A The Hoxton Rome giovedì 9 febbraio si terrà The Hox Love pop-up curato da Alysa Weinstein Gravina: per l’occasione lo spazio eventi L’Appartamento ospiterà vari brand romani e milanesi per una giornata di shopping in vista di San Valentino.
Si potrà curiosare tra le federe di seta di Golevy, i vestiti di Mimi à la Mèr, le candele di Hot & Vintage, i pigiami di Silence Please, i gioielli personalizzati di Gala Rotelli e molto altro: chi verrà troverà tutto il necessario per prepararsi al meglio per festeggiare il 14 febbraio insieme alla persona del cuore.
Ingresso libero dalle 12:30 alle 20:30.
Indirizzo: Largo Benedetto Marcello 220
Limited Series - W Rome
Al W Rome prosegue Limited Series a cura di Codalunga, il progetto di Nico Vascellari nato nel 2005 che prevede mostre, performance e sperimentazioni di altri artisti, in Italia e all’estero.
L’obiettivo di Limited Series è proprio quello di offrire a un pubblico più ampio l’esperienza della produzione contemporanea di musica, arte, design e video, consentendo alle voci più innovative e sperimentali di raccontare storie e condividere prospettive interagendo con gli ospiti.
Ogni appuntamento sarà diverso dall’altro con vari artisti che si avvicenderanno con le loro performance: il prossimo sarà sabato 4 febbraio dalle ore 12:00 alle 17:00 al W Lounge di W Rome e avrà come protagonista PALM WINE di Simone Bertuzzi.
Il lavoro artistico di Bertuzzi si svolge all’interno del duo Invernomuto, noto per le sue pratiche
interdisciplinari dal 2003. Come DJ, propone melodie calde e transfrontaliere; i suoi set possono prendere percorsi inaspettati e viaggiare nello spazio esterno raffigurando una concezione quasi magica della distanza tra passato, presente e il mondo che verrà.
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Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la scelta

C’è una scelta che, durante le feste, ritorna con puntualità quasi rituale sulle nostre tavole: pandoro o panettone?
Apparentemente banale, questa preferenza divide gusti e abitudini familiari da generazioni, ma può essere letta anche come un piccolo segnale del nostro modo di vivere il Natale.
Al di là delle mode e delle infinite varianti artigianali, il dolce delle feste resta un simbolo potente; legato all’idea di comfort, tradizione e piacere condiviso.
Senza voler trasformare una scelta gastronomica in un test di personalità, è interessante osservare come la psicologia attribuisca al cibo un valore emotivo e identitario.
Preferire il pandoro o il panettone non svela i nostri segreti più nascosti, ma può raccontare qualcosa del nostro rapporto con la semplicità, la complessità e il bisogno di rassicurazione o di varietà, proprio nel periodo dell’anno in cui queste dinamiche emergono con più forza.
**Le 5 personalità che si trovano durante le vacanze di Natale: quale siete?**
Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la vostra scelta
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Se siete team pandoro
Chi è team pandoro spesso cerca nel Natale (e nel cibo) una forma di rassicurazione.
Il pandoro è lineare e senza sorprese: stesso sapore, stessa consistenza, stesso rituale ogni anno. Psicologicamente, questa scelta può riflettere una personalità che ama le cose chiare, riconoscibili, che funzionano senza troppe complicazioni.
Il pandoro piace a chi tende a preferire il comfort emotivo alla sperimentazione, a chi trova benessere nella ripetizione e nelle tradizioni così come sono. Non è una chiusura al nuovo, ma un bisogno di stabilità: in un periodo già carico di stimoli, impegni e aspettative, scegliere qualcosa di semplice diventa un modo per alleggerire.
È la scelta di chi nel Natale cerca una pausa dal rumore, più che un’esperienza da esplorare. Un dolce che non chiede di essere interpretato, ma solo gustato.
Se siete team panettone
Chi invece è team panettone tende ad avere un rapporto più fluido con la varietà e l’imprevisto.
Il panettone è stratificato, imperfetto, pieno di elementi diversi che convivono insieme: dolcezza, acidità, consistenze differenti. Non è mai identico a sé stesso, e forse è proprio questo il suo fascino.
Dal punto di vista psicologico, chi lo preferisce è spesso più aperto al cambiamento, meno infastidito dalle sfumature della vita e più attratto dalle esperienze complesse. Scegliere il panettone significa anche accettare ciò che non piace a tutti (uvetta e canditi) ma che fa parte del “pacchetto”. Un atteggiamento che racconta tolleranza, adattabilità e curiosità.
Il panettone è il dolce di chi vive le feste come un momento di convivialità vera, fatta di differenze che si incontrano. Di chi ama mescolare, provare, cambiare versione ogni anno. È la scelta di chi non cerca solo conforto, ma anche stimoli, storie, contaminazioni.
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Questi comportamenti quotidiani (apparentemente normali) peggiorano l'ansia senza che ce ne accorgiamo

Ci sono giornate in cui non sappiamo spiegare bene perché ci sentiamo irritabili, sotto pressione, come se il corpo corresse più veloce della testa. Spesso diamo la colpa al lavoro, ai ritmi frenetici della vita, ai colleghi anticipatici, al meteo o semplicemente al periodo dell’anno.
Può essere però che a contribuire a questa sensazione ci siano abitudini minuscole, talmente automatiche da non farci più caso.
Secondo diversi terapeuti, molte delle nostre routine quotidiane (dal modo in cui iniziamo la nostra gioranta al modo in cui usiamo lo smartphone) attivano il sistema nervoso senza che ce ne rendiamo conto. E così un po’ alla volta, giorno dopo giorno, contribuiscono a rafforzare quell'ansia, quella tensione di fondo costante che sembra arrivare “dal nulla” ma che in realtà ha radici molto concrete.
Niente allarmismi: la buona notizia è che, una volta identificate, queste micro-abitudini si possono correggere con piccoli cambiamenti sostenibili. E gli effetti sul benessere mentale possono essere sorprendenti.
**5 frasi da non dire mai a una persona ansiosa (e cosa dire invece)**
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Il telefono al risveglio, il multitasking continuo e quelle “micro-scosse” che attivano il sistema nervoso
Molti comportamenti che ci sembrano innocui sono, in realtà, tra i principali responsabili dell’ansia quotidiana.
Il primo della lista? Guardare il telefono appena svegli. Quello che sembra un gesto normale, controllare notifiche, messaggi, social, non dà al cervello il tempo di passare gradualmente dal sonno alla veglia. Al contrario, lo espone immediatamente a un flusso di informazioni, stimoli e richieste che attivano la risposta allo stress già dal primo minuto della giornata.
A questo si aggiunge il nostro stile di vita iper-veloce: multitasking costante, pause saltate, pasti mangiati in fretta o direttamente rimandati, riunioni che si accavallano, email che arrivano a raffica. Corpo e mente non hanno mai un vero momento per rallentare e ricalibrarsi. È la condizione perfetta per alimentare ansia, stress e irritabilità.
Anche i micro-stress ripetuti, come le notifiche del telefono o l’email che lampeggia sullo schermo del pc, hanno un impatto maggiore di quanto pensiamo. Funzionano come piccole scosse al cervello; brevi, ma continue. Il risultato? Il sistema nervoso resta in iper-attivazione, come se fosse sempre pronto a reagire a una minaccia, anche quando in realtà non c’è.
Non è un caso che molte persone raccontino di “non riuscire più a rilassarsi davvero”: il corpo rimane in modalità fight or flight anche mentre siamo seduti sul divano. Una condizione sottile, invisibile, ma che alimenta anisao a lungo termine.
Poco sonno, troppi schermi e una routine che non rispetta i ritmi naturali
Un altro fattore chiave è il sonno. Quando dormiamo troppo poco (o male) le aree del cervello che regolano le emozioni diventano più reattive. E così, ciò che in un giorno normale sarebbe un piccolo fastidio (una mail urgente, un imprevisto, una discussione) diventa un detonatore emotivo. Siamo più suscettibili, più stanchi, più vulnerabili allo stress.
Il problema è amplificato dal tempo passato davanti agli schermi, soprattutto nelle ore serali. La luce intensa del computer o della televisione comunica al cervello che “non è ancora ora di dormire”, interferendo con la produzione di melatonina e con la capacità di disattivare gradualmente il sistema nervoso. E quando andiamo a letto con lo smartphone in mano, portiamo con noi anche tutte le sue notifiche, informazioni e stimoli non elaborati. Il risultato? Un sonno meno profondo, più risvegli notturni e maggiore anisao al mattino.
Infine, c’è un elemento spesso sottovalutato: il sovraccarico decisionale. Tra lavoro, messaggi, social, email, appuntamenti, scadenze e notifiche, ogni giorno prendiamo centinaia di micro-decisioni. Questo crea un affaticamento mentale che il nostro sistema non è progettato per sostenere a lungo senza pause. E quando il cervello si sente “sovraccarico”, l'ansia trova terreno fertile.
Cosa possiamo fare per controllare e ridurre l'ansia
La buona notizia è che per ridurre l'ansia non servono cambiamenti drastici: spesso bastano piccoli aggiustamenti inseriti nella routine quotidiana.
Gli psicologi suggeriscono, ad esempio, di evitare di iniziare la giornata con il telefono in mano. Concedersi anche solo dieci o quindici minuti di “risveglio lento”, senza notifiche né stimoli digitali, aiuta il sistema nervoso a non attivarsi subito in modalità allerta.
Allo stesso modo, introdurre brevi pause durante la giornata (anche solo una manciata di secondi per fare stretching, chiudere gli occhi e fare un paio di respiri profondi) permette al corpo di ritrovare un ritmo più regolare e meno reattivo.
Un altro accorgimento utile riguarda le notifiche: limitarle significa ridurre quel flusso costante di micro-sollecitazioni che mantiene la mente in tensione.
Anche la gestione degli schermi serali può fare una grande differenza: tenere il telefono lontano dal viso o ridurre il tempo trascorso online prima di dormire aiuta il cervello a produrre melatonina e a prepararsi al riposo.
Infine, muoversi un po’ ogni giorno, anche per pochi minuti, contribuisce a sciogliere la tensione accumulata e a rimettere in circolo energie più equilibrate. È un modo semplice per ricordare al corpo che non deve restare sempre in modalità emergenza: può rallentare, respirare, ritrovare il proprio centro.
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Ecco il segreto per impacchettare i regali di Natale in 4 mosse

Impacchettare i regali di Natale per molti è un task più difficile e impegnativo che scegliere e comprare un pensiero per tutti.
Nonostante la sua apparente semplicità, l’idea di carta stropicciata, scotch visibile e fiocchi sbilenchi può mettere in crisi tutti, ma soprattutto gli amanti della precisione con poca dimestichezza coi lavoretti manuali.
La buona notizia però è impacchettare i regali di Natale in modo ordinato ed elegante non richiede talento artistico né materiali costosi, ma solo un po’ di metodo e qualche accorgimento pratico.
Con pochi passaggi mirati e un approccio più attento ai dettagli, anche il pacchetto più semplice può trasformarsi in una confezione curata e armoniosa, capace di valorizzare il regalo e di fare la una bellissima figura sotto l’albero, senza l’effetto improvvisato dell’ultimo minuto.
**5 trucchi per scrivere bigliettini di auguri di Natale originali (senza chiedere a ChatGPT)**
Come impacchettare i regali di Natale: i consigli da seguire passo dopo passo
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1. Scegliere carta e materiali (pochi, ma giusti)
Il primo errore quando si cerca di capire come impacchettare i regali è pensare che servano mille decorazioni. In realtà, meno materiali si usano, più il pacchetto risulta elegante.
La scelta della carta è fondamentale: meglio una carta leggermente più spessa, facile da piegare e meno soggetta a strapparsi. Le carte troppo sottili o lucide, invece, tendono a segnarsi subito e a rendere le pieghe imprecise.
Per andare sul sicuro, puntate su colori neutri o naturali (come carta kraft, bianco, verde bosco, rosso scuro) e abbinate un solo elemento decorativo: uno spago, un nastro in tessuto, un filo dorato. Anche materiali semplici come carta da pacchi e spago da cucina possono diventare molto chic se usati con coerenza.
2. Tagliare e piegare con precisione (il passaggio che fa la differenza)
Uno dei segreti di come impacchettare i regali bene è la precisione. Prima di tutto, misurate la carta appoggiando il regalo al centro e assicurandovi che i lati coprano completamente l’oggetto senza eccessi. Troppa carta rende difficile gestire le pieghe, mentre troppo poca vi costringerà a rattoppare all’ultimo minuto.
Quando piegate, fatelo con calma: passate il dito lungo i bordi per segnare le pieghe e ottenere linee nette. Anche i lati corti vanno chiusi con ordine, piegando prima verso l’interno e poi verso il centro.
Questo passaggio, spesso sottovalutato, è quello che trasforma un pacchetto “fatto in fretta” in uno visivamente pulito.
3. Chiudere bene (e nascondere lo scotch)
Un altro punto chiave di per impacchettare i regali di Natale alla perfezione è la chiusura. Lo scotch serve, ma non deve mai essere protagonista. Usatelo solo dove serve davvero e cercate di nasconderlo all’interno del pacchetto o sotto le pieghe. Se la carta è stata tagliata correttamente, basteranno pochissimi pezzetti.
Il resto del lavoro può farlo il nastro o lo spago: un giro semplice, un nodo ben stretto e magari un doppio passaggio intorno al pacchetto sono più che sufficienti.
Evitate fiocchi troppo grandi o complessi se non siete pratiche: un nodo pulito risulta sempre più elegante di un fiocco sproporzionato.
4. Il dettaglio finale che personalizza davvero il regalo
L’ultimo passaggio è quello che rende il pacchetto unico. Non serve esagerare: un solo dettaglio basta. Un bigliettino scritto a mano, un rametto di pino, una fettina d’arancia essiccata, un’etichetta in carta riciclata.
Il consiglio è di scegliere un dettaglio coerente con il resto del pacchetto e ripeterlo su tutti i regali: questo crea un effetto armonioso sotto l’albero e dà subito l’idea di cura e attenzione.
Alla fine, imparare come impacchettare i regali di Natale non significa puntare alla perfezione, ma dedicare qualche minuto in più a un gesto che parla di tempo e presenza. Ed è proprio questo, spesso, il regalo più bello da ricevere.
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Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, più comfort, più tecnologia

Chi è al volante, guida rilassato. I passeggeri a bordo, intanto, si godono il viaggio in classe extra-comfort. Un’alchimia perfetta, frutto delle qualità distintive del Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, comfort, tecnologia, sostenibilità e accessibilità, il tutto made in Europe, a Rennes, in Francia, nello storico stabilimento del marchio.
Se nel sovraffollato mercato dei SUV farsi notare non è facile, la nuova ammiraglia Citroën non passa di certo inosservata. Non è solo per il restyling estetico, è anche per quell’evoluzione di sostanza che ha portato la vettura verso un’idea di funzionalità e di utilizzo superiore. In un mercato dove spesso ci si concentra solo sulle prestazioni o sul design delle linee, infatti, Citroën punta sull'ergonomia.
Il risultato? Un SUV diverso da tutti gli altri, progettato per chi vive l’auto come un’estensione della propria casa, per chi affronta il traffico quotidiano o lunghi trasferimenti stradali e cerca un ambiente che "ammortizzi" non solo le buche, ma anche lo stress della giornata. Il modello è ideale per le famiglie, ma anche per il mercato B2B/fleet.
Design più maturo e scolpito
Rispetto alle linee arrotondate del passato, il Nuovo SUV Citroën C5 Aircross adotta un volto più deciso e aerodinamico. Il frontale è stato completamente ridisegnato, sono nuovi i fari a LED e altri dettagli eleganti che ne esaltano il carattere e fanno la differenza.
Un "tappeto volante"
Uno dei punti di forza della vettura è il sistema di sospensioni con smorzatori idraulici progressivi (Progressive Hydraulic Cushions®). In parole semplici? Significa che l’auto assorbe le buche e le irregolarità del terreno in modo fluido, regalando quella sensazione di "tappeto volante" tipica della tradizione Citroën.
Come nel salotto di casa
Se il design esterno cattura l’occhio, è l’abitacolo del Nuovo SUV C5 Aircross a convincere definitivamente chi cerca un’esperienza di guida decompressiva.
Citroën ha lavorato per trasformare l’interno in un vero e proprio "salotto". Il concetto di Sofa Design si traduce in sedute ampie e accoglienti, un’illuminazione ambientale estesa, la presenza di elementi d'arredo e l’uso di tessuti che riprendono i codici dell'interior design.
A seconda degli allestimenti, l’uso dell’Alcantara o della pelle con impunture a contrasto non serve solo all'estetica, ma trasmette una sensazione tattile di calore.
Sotto il rivestimento superficiale, i sedili nascondono uno strato di 15 mm di schiuma strutturata che evita l'effetto di "affossamento" tipico delle sedute troppo morbide, garantendo sostegno posturale anche dopo ore di viaggio.
Accanto alla comodità, il sistema di Ambient Lighting - illuminazione d’ambiente - definisce l’atmosfera desiderata a bordo: i punti luce discreti posizionati nei vani portaoggetti, nel tunnel centrale e lungo la plancia creano una luce soffusa che riduce l’affaticamento visivo durante la guida notturna.
Questa "bolla luminosa" esalta i volumi dell'abitacolo e aumenta la percezione di spazio e protezione, rendendo l'ambiente accogliente come una stanza ben illuminata.
Tutto a portata di mano
L’ottimizzazione dell’ergonomia sul Nuovo SUV C5 Aircross passa per una riprogettazione della console centrale, ora più pulita e razionale.
La seduta è alta per dominare la strada, ma qui è stata affinata per garantire che ogni comando sia dove il conducente si aspetta di trovarlo. Il nuovo posizionamento dello schermo da 10" è studiato per essere perfettamente in linea con lo sguardo, riducendo i movimenti della testa e permettendo di mantenere la massima concentrazione sulla guida. L'obiettivo è semplice: fare in modo che il conducente abbia tutte le informazioni davanti a sé e a portata di mano, in modo da poter guidare in tranquillità e ridurre lo stress, con l'ausilio di schermi digitali che offrono chiarezza e grafica accattivante.
Gamma completamente elettrificata
Per la prima volta anche 100% elettrico, Nuovo SUV C5 Aircross è disponibile in due versioni, la più equilibrata e accessibile Comfort Range, dotata di un motore da 210 CV / 157 kW abbinato a una batteria da 73 kWh, per un'autonomia di 520 km, e la Long Range, con motore da 230 CV/170 kW e una batteria da 97 kWh, presto ordinabile, che offrirà un’eccezionale autonomia di 680 km.
Non mancano Nuovo SUV C5 Aircross Hybrid 145 Automatic, la porta d'ingresso all'elettrificazione offerta a 28.900 euro, e Nuovo SUV C5 Aircross Plug-In Hybrid 195 Automat
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