Cosa fare a Roma: mostre, eventi e appuntamenti di aprile

Cosa fare a Roma in aprile?
Un’agenda aggiornata con tutte le iniziative più interessanti organizzate nella Capitale e dintorni, dall’enogastronomia all’arte, dal teatro allo sport, dai festival alla cultura.
Sempre con un occhio alle nuove aperture, per restare aggiornati sulle ultime novità.
Vi raccontiamo tutto, di seguito i dettagli.
Cosa fare a Roma ad aprile
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Ukiyoe a Palazzo Braschi
Fino al 23 giugno il Museo di Roma a Palazzo Braschi ospiterà la mostra Il mondo fluttuante. Ukiyoe. Visioni dal Giappone, centocinquanta capolavori dell’arte giapponese tra il Seicento e l’Ottocento.
L’Ukiyoe (che significa immagini del mondo fluttuante) è un genere pittorico nato in epoca Edo che include rotoli da appendere e da srotolare tra le mani, ma anche paraventi di grande formato, dipinti a pennello su seta o carta, oltre a stampe realizzate in policromia con matrice in legno su carta.
Il percorso espositivo, oltre a dipinti e silografie, vede anche esposti strumenti musicali, giochi da tavolo, un soprakimono (uchikake) e accessori di moda.
E dopo la mostra, il ‘viaggio in Giappone’ può continuare da ViVi – Piazza Navona che rinnova anche stavolta la sua proposta originale di abbinare piatti e drink alle mostre in corso al Museo di Roma: per l’occasione si possono assaggiare lo speciale cocktail Futon e il dolce Matchamisù dedicati al Paese del Sol Levante.
Il primo, ideato dalla Head Bartender di ViVi Sara Paternesi, è un cocktail a base di Roku gin al profumo di fiori di ciliegio e tè verde, Sake Akafuji, Lime, Sciroppo di lemongrass e Spuma di bergamotto.
Rivisitazione del nostro tiramisù e omaggio al tradizionale rito del tè giapponese è invece la creazione della Pastry Chef di ViVi Francesca Cascia, il Matchamisù: Crema tiramisù al matcha, Biscuit al cacao con bagna al rum e Crumble al matcha con cocco e cioccolato bianco.
Biglietto intero mostra: 15 euro
Indirizzo: piazza San Pantaleo 10
Passione in Pietra al The Westin Excelsior Rome
Sempre pronto a supportare giovani talenti, The Westin Excelsior Rome – storico hotel capitolino di via Veneto – stavolta si unisce al talentuoso artista e fotografo Federico Pestilli per presentare la nuova mostra intitolata Passione in Pietra.
Fino al 30 aprile, nella maestosa lobby del Westin Excelsior Rome, sarà possibile ammirare nove gigantografie in bianco e nero raffiguranti statue e sculture presenti in strade e luoghi simbolo della città eterna.
Indirizzo: via Vittorio Veneto 125
Festival del Verde e del Paesaggio
Dal 5 al 7 aprile torna a Roma la più grande manifestazione espositivo-culturale in Italia dedicata al verde in città e al paesaggio urbano: il Festival del Verde e del Paesaggio, giunto alla XIII edizione, al Giardino Pensile dell’Auditorium Parco della Musica.
Per l’occasione ci saranno oltre 150 iniziative tra talk, lezioni gratuite, workshop, sessioni esperienziali, laboratori per i più piccoli, presentazioni di libri, concorsi di progettazione, giardini pensili e installazioni d’arte.
Sarà un’edizione totalmente rinnovata e incentrata sui temi del cambiamento climatico, della protezione della biodiversità e del giardino come ecosistema cuore della nuova città sostenibile del futuro.
Biglietti: intero 14 euro
Orari: 10.00-19.00 dal venerdì alla domenica
Indirizzo: Viale Pietro de Coubertin 30
Ostriche e Champagne al Vilòn
Da giovedì 11 aprile, e per tutti i giovedì, In Salotto al Vilòn – ospitato nello charmant Hotel Vilòn, 5 stelle in un’ala di Palazzo Borghese – diventa Oyster Bar e lancia un nuovo appuntamento: Ostriche e Champagne, a cura dell’’ostricaro’ Federico Denipoti.
Ci si potrà accomodare all’aperto, nel giardino segreto dall’atmosfera jungle e a lume di candela, oppure all’interno, sui divani o al bancone davanti ad una splendida bottigliera ricolma di spirits.
Orari: tutti i giovedì dalle 18.00
Indirizzo: via dell’Arancio 69
Cantina Coppelle
Continuano anche ad aprile gli appuntamenti di Cantina Coppelle, format tutto dedicato al vino organizzato da Osteria delle Coppelle in una delle piazze più caratteristiche del centro storico.
Da un’idea di Daniele Paolucci, proprietario del locale, ha preso il via Cantina Coppelle, un contenitore enologico che ogni giovedì fino all’estate animerà la piazza con tanti appuntamenti, ospitando produttori e degustazioni.
A curare il progetto insieme a Daniele Paolucci anche Livia Belardelli, master sommelier e wine expert.
Il mese di aprile si apre giovedì 4 con la storica azienda Prunotto che produce vino ormai da più di un secolo e porta così a Roma la magia delle Langhe.
Tanti gli assaggi che riempiranno la storica piazza romana e che potranno poi accompagnare chi deciderà di fermarsi anche dopo l’aperitivo abbinando ai vini il menu preparato ad hoc da Osteria delle Coppelle.
A seguire, l’11 sarà la volta del Lazio con le bollicine della cantina Silvestri, il 18 della Toscana con i rossi di Monteti di Capalbio e il 2 maggio il Friuli con i bianchi di Robert Princic.
Indirizzo: piazza delle Coppelle 54
Carbonara Day
Quest’anno il National Carbonara Day si tinge di rosa: Churchill 1795 – azienda britannica specializzata nella produzione di stoviglie per la ristorazione da oltre 200 anni – in occasione del 6 aprile, la giornata dedicata alla carbonara, ha coinvolto in una speciale iniziativa cinque donne chef di Roma e dintorni che hanno realizzato la loro versione del tipico primo romano.
In particolare, Churchill 1795 ha messo a disposizione delle chef Barbara Agosti di Eggs, Simona Bontà de Il Pescatorio, Francesca Ciucci de La Ciambella - Bar à Vin con Cucina, Elisabetta Guaglianone di Proloco Trastevere, Valentina Paci di Portale 21 - Opificio di Cucina, i piatti della nuova collezione primaverile 2024 per gli scatti delle loro carbonare.
Super Sabbath alla Città dell’Altra Economia
Sabato 6 aprile si celebrerà la prima edizione di Super Sabbath, una grande sagra di primavera con vignaioli, canti, balli e food alla Città dell’Altra Economia (Testaccio).
Organizzato da SuperNaturale, sarà un evento di degustazione e di incontro con calici e assaggi di vino provenienti non solo dall’Italia, ma anche da Francia, Spagna, Germania e Slovenia.
Non mancheranno proposte gastronomiche a cura del Vinificio e del Collettivo Gastronomico Testaccio, oltre che i caffè specialty di Fax Factory.
A questo si aggiunge la possibilità di assaggiare i prodotti dei due partner della kermesse: Small Giants e Seaman. La prima è la startup innovativa fondata dagli imprenditori italiani Edoardo Imparato e Francesco Majno, che hanno puntato tutto sui prodotti a base di farina di grillo.
Seaman è invece un’azienda danese che realizza chips di alghe marine.
Biglietto: intero 10 euro con un bicchiere e un gettone
Orari: dalle 12 alle 00
Indirizzo: Largo Dino Frisullo snc
FrankenBierFest alla Limonaia di Villa Torlonia
Un tuffo nella tradizione birraria, culturale ed enogastronomica della Franconia, regione del sud della Germania: dal 12 al 14 aprile torna nella Limonaia di Villa Torlonia il FrankenBierFest, giunto quest'anno alla sua ottava edizione, promosso e organizzato da 'Publigiovane Eventi' e dal 'Ma che Siete Venuti a Fa'.
La birra della Franconia, che vanta 'ricette' secolari tramandate di padre in figlio e i cui segreti vengono gelosamente custoditi da ogni famiglia produttrice, è a base di malti e luppoli molto rari, pregiati e di altissima qualità.
La Franconia, inoltre, è famosa anche per essere l'area geografica con la più alta concentrazione di attività brassicole al mondo: detiene infatti il primato internazionale per densità di birrifici sul territorio, che sono oltre trecento.
All'interno dei microbirrifici franconi, nella maggior parte dei casi a conduzione familiare, trovano spazio anche le cosiddette Gäststatte, locande in cui è possibile degustare le birre accompagnate da piatti tipici della tradizione locale – come i wurstel, la schnitzel con kartoffelsalat, i bretzel e lo strudel di mele – che sarà possibile provare anche nel corso della kermesse di Villa Torlonia, preparati secondo le ricette tradizionali.
Tra gli stili birrari, al festival romano sarà possibile trovare alcune birre pregiate, come le Rauchbier, dal tipico aroma affumicato e dalla particolare maltazione su legno, e le rarissime Kellerbier, definite ‘birre di cantina’ per l’abitudine dei birrai di stoccare le botti nei tunnel sotterranei dei sette colli di Bamberga: durante la lagerizzazione infatti, una delle fasi di produzione, il tappo delle botti viene parzialmente tolto per permettere all’anidride carbonica di fuoriuscire ed evitare l’esplosione dei contenitori.
Per tre giorni, dunque, nel cuore di uno dei parchi più noti di Roma, sarà possibile immergersi completamente in un'atmosfera d'oltralpe, fare un viaggio alla scoperta della tradizione brassicola ed enogastronomica dei villaggi più remoti della Franconia e di Bamberga, e visitare la mostra fotografica che racconta, attraverso le immagini gli usi, i costumi e le più folkloristiche tradizioni di quest'angolo di Germania.
Indirizzo: via Lazzaro Spallanzani 1A
Orari: venerdì dalle 17.00 alle 2.00; sabato dalle 12.00 alle 2.00, domenica dalle 12.00 alle 00.30
Appia Run
Domenica 21 aprile torna una delle gare più affascinanti del running capitolino, la Roma Appia Run con partenza alle 9.00 da via delle Terme di Caracalla e arrivo allo stadio Nando Martellini.
Giunta alla XXV edizione, l’unica corsa al mondo a disputarsi su cinque pavimentazioni diverse – asfalto, sampietrino, basolato lavico, lo sterrato del Parco della Caffarella e per finire la pista dello stadio delle Terme di Caracalla – celebrerà le nozze d’argento con la città proprio nel giorno nel Natale di Roma.
La manifestazione di corsa su strada, competitiva sulla distanza dei 13 km e non competitiva di 5 e 13 km, è organizzata da ACSI con la collaborazione di ACSI Italia Atletica, della ASD Roma Appia Run e di ACSI Campidoglio.
E anche quest’anno tornerà l’appuntamento dedicato ai più piccoli con il Fulmine dell’Appia, in programma sabato 20 aprile.
Concerti Candlelight
La Primavera arriva anche nelle spettacolari location italiane dei concerti Candlelight di Fever con concerti a lume di candela che, da marzo a maggio, accoglieranno il pubblico con un’ambientazione floreale che renderà l’esperienza ancora più immersiva.
Ad aprile sono due gli eventi in programma nella Capitale, entrambi a Palazzo Ripetta: Ennio Morricone e colonne sonore il 12 Aprile (ore 18.00, 20.00 e 22.00) e Candlelight Spring: Nirvana, Metallica, Led Zeppelin ed altri il 13 Aprile (ore 18.00, 20.00 e 22.00).
Prezzo: a partire da 27 euro
Ristoranti da provare e nuove aperture
Vico
Mangiare un’ottima pizza napoletana nel centro di Roma, in un palazzo del Cinquecento con soffitti affrescati, sculture e boiserie: Vico è un’esperienza per gli occhi e per il palato.
A un passo da Palazzo Madama, il locale di piazza Rondanini – il cui nome rimanda al latino Vicus, stradina piccola e stretta di un centro abitato – è il risultato dell’incontro tra il maestro pizzaiolo Enzo Coccia – a Napoli proprietario delle due insegne ‘La Notizia’ – e la famiglia De Angelis che da generazioni opera nell’hotellerie di lusso: l’idea che si vuole trasmettere è quella di trovarsi a mangiare una vera pizza napoletana in una casa elegante e accogliente, tra tradizione e contemporaneità.
Enzo Coccia porta infatti in tavola la cultura gastronomica napoletana mettendo al centro l’ingrediente e le materie prime del territorio, valorizzandone la qualità: solo acqua, sale, farina e lievito fresco per l’impasto, e selezionatissimi produttori campani e laziali.
Tra i piatti proposti, solo per citarne alcuni, il Piscitiello, calzoncino fritto napoletano, le Montanarine e i Murzilli di’Mpustarella farciti con salumi, mozzarella e verdure e poi le pizze con due menu creati ad hoc per Vico: uno più tradizionale, che vede tra le protagoniste la Margherita Provola e Pepe, e l’altro, chiamato ‘Na Penzata d’Enzo’.
In questo caso si possono provare le creazioni frutto della fantasia del maestro pizzaiolo e del meglio offerto dalla stagionalità come, per esempio, la Cynar con Fior di Latte, Lamelle di Carciofi Fritti, Pecorino Romano dop, Mentuccia, Pepe e Olio evo Colline Salernitane dop, per cui è stato pensato uno dei vari abbinamenti proposti da Vico - Enzo Coccia è stato tra i primi ad accostare pizza e vino - da ultimo quello con i cocktail dello storico Salotto 42 di piazza di Pietra.
Imperdibili anche i dolci, come il Babà Caprese alla crema Chantilly e vaniglia con Crema inglese al Limoncello.
La carta dei vini, ben strutturata, conta circa 130 etichette, accuratamente selezionate e conservate in una cantina a vista, tra bollicine, bianchi, rossi e rosati e Champagne.
Orari: a pranzo dal martedì alla domenica, a cena martedì-giovedì e venerdì-sabato
Indirizzo: piazza Rondanini 47
Neve Di Latte Bistrot
Non più solo gelato. Neve di Latte – che ha di recente ultimato il restyling della sede storica al Flaminio, e che conta altri tre punti vendita tra Prati, Monti e via Veneto – ha lanciato una nuova ‘experience’ all’insegna del gusto e della qualità con tante proposte dalla colazione all'aperitivo: Neve di Latte Bistrot.
Il locale in via Nomentana, propone infatti una varietà di prodotti freschi e genuini che spaziano dai lievitati, come torte e plum-cake, ai waffle con gelato e frutta fresca, passando per le classiche torte e crostate.
Un'attenzione particolare è rivolta alle materie prime, come le uova di galline alimentate con mangime 100% canapa a basso contenuto di colesterolo – simbolo di un impegno verso la qualità e il benessere animale – che trovano espressione in piatti quali le uova alla benedict con salsa bernese, il toast con avocado, lime e salmone, fino ad arrivare a proposte più elaborate come il ramen di vedute e la pasta fresca ripiena.
Neve di Latte Bistrot fa della stagionalità un pilastro della sua offerta, proponendo zuppe, potage e altri piatti che raccontano la migliore espressione di ciò che la natura può offrire.
L'esperienza si completa con una selezione di bevande che comprende il Caffè di Frasi, infusi personalizzati, e una carta di vini naturali.
La chiusura con una mini degustazione di gelato, che varia dal semifreddo alla zabaione al gelato all'avocado, è la ciliegina sulla torta di questa nuova esperienza gastronomica.
Indirizzo: via Nomentana 335F
Zona Neutra del Gelato da Giuffre Forno&Gelato a Trastevere
A Trastevere Giuffrè, Forno & Gelato - format che mescola gelato artigianale e pasticceria di qualità - ha introdotto "la Zona Neutra del Gelato": uno spazio unico concepito come un'area di dialogo e condivisione aperta a tutti gli appassionati e professionisti del mondo del gelato.
L'obiettivo è quello di esplorare insieme, con colleghi e clienti, le infinite potenzialità di questo amato dessert, arricchendo la conoscenza collettiva e celebrando la diversità delle interpretazioni e tecniche.
Il prossimo 5 aprile, questa iniziativa vedrà un momento particolarmente significativo con la presentazione del "L'ATTE" di Francesco Dioletta, titolare delle gelaterie Aquilano.
Dioletta, in collaborazione con un allevatore abruzzese, ha iniziato a produrre un latte speciale dedicato non solo alla creazione del suo gelato ma anche alla vendita diretta alla comunità.
Questa partnership sottolinea l'importanza della qualità delle materie prime nella produzione del gelato e apre nuove strade per l'integrazione tra agricoltura locale e artigianato alimentare.
L'evento vedrà la partecipazione di Dioletta produttore del L’ATTE nuovo latte aquilano, del maestro gelatiere Stefano Ferrara che parlerà delle nuove forme del gelato e di Alessandro Giuffrè.
Insieme discuteranno del valore aggiunto che un "latte buono" può portare nel mondo della gelateria e della pasticceria, evidenziando come la scelta delle materie prime influenzi profondamente il risultato finale, sia in termini di gusto che di salute.
Questa iniziativa rappresenta un ulteriore passo nella missione di Giuffrè di elevare il gelato a una forma d'arte e di cultura, dimostrando come la collaborazione e la condivisione di conoscenze possano arricchire l'intero settore.
Indirizzo: viale dei Colli Portuensi 596
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Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la scelta

C’è una scelta che, durante le feste, ritorna con puntualità quasi rituale sulle nostre tavole: pandoro o panettone?
Apparentemente banale, questa preferenza divide gusti e abitudini familiari da generazioni, ma può essere letta anche come un piccolo segnale del nostro modo di vivere il Natale.
Al di là delle mode e delle infinite varianti artigianali, il dolce delle feste resta un simbolo potente; legato all’idea di comfort, tradizione e piacere condiviso.
Senza voler trasformare una scelta gastronomica in un test di personalità, è interessante osservare come la psicologia attribuisca al cibo un valore emotivo e identitario.
Preferire il pandoro o il panettone non svela i nostri segreti più nascosti, ma può raccontare qualcosa del nostro rapporto con la semplicità, la complessità e il bisogno di rassicurazione o di varietà, proprio nel periodo dell’anno in cui queste dinamiche emergono con più forza.
**Le 5 personalità che si trovano durante le vacanze di Natale: quale siete?**
Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la vostra scelta
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Se siete team pandoro
Chi è team pandoro spesso cerca nel Natale (e nel cibo) una forma di rassicurazione.
Il pandoro è lineare e senza sorprese: stesso sapore, stessa consistenza, stesso rituale ogni anno. Psicologicamente, questa scelta può riflettere una personalità che ama le cose chiare, riconoscibili, che funzionano senza troppe complicazioni.
Il pandoro piace a chi tende a preferire il comfort emotivo alla sperimentazione, a chi trova benessere nella ripetizione e nelle tradizioni così come sono. Non è una chiusura al nuovo, ma un bisogno di stabilità: in un periodo già carico di stimoli, impegni e aspettative, scegliere qualcosa di semplice diventa un modo per alleggerire.
È la scelta di chi nel Natale cerca una pausa dal rumore, più che un’esperienza da esplorare. Un dolce che non chiede di essere interpretato, ma solo gustato.
Se siete team panettone
Chi invece è team panettone tende ad avere un rapporto più fluido con la varietà e l’imprevisto.
Il panettone è stratificato, imperfetto, pieno di elementi diversi che convivono insieme: dolcezza, acidità, consistenze differenti. Non è mai identico a sé stesso, e forse è proprio questo il suo fascino.
Dal punto di vista psicologico, chi lo preferisce è spesso più aperto al cambiamento, meno infastidito dalle sfumature della vita e più attratto dalle esperienze complesse. Scegliere il panettone significa anche accettare ciò che non piace a tutti (uvetta e canditi) ma che fa parte del “pacchetto”. Un atteggiamento che racconta tolleranza, adattabilità e curiosità.
Il panettone è il dolce di chi vive le feste come un momento di convivialità vera, fatta di differenze che si incontrano. Di chi ama mescolare, provare, cambiare versione ogni anno. È la scelta di chi non cerca solo conforto, ma anche stimoli, storie, contaminazioni.
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Questi comportamenti quotidiani (apparentemente normali) peggiorano l'ansia senza che ce ne accorgiamo

Ci sono giornate in cui non sappiamo spiegare bene perché ci sentiamo irritabili, sotto pressione, come se il corpo corresse più veloce della testa. Spesso diamo la colpa al lavoro, ai ritmi frenetici della vita, ai colleghi anticipatici, al meteo o semplicemente al periodo dell’anno.
Può essere però che a contribuire a questa sensazione ci siano abitudini minuscole, talmente automatiche da non farci più caso.
Secondo diversi terapeuti, molte delle nostre routine quotidiane (dal modo in cui iniziamo la nostra gioranta al modo in cui usiamo lo smartphone) attivano il sistema nervoso senza che ce ne rendiamo conto. E così un po’ alla volta, giorno dopo giorno, contribuiscono a rafforzare quell'ansia, quella tensione di fondo costante che sembra arrivare “dal nulla” ma che in realtà ha radici molto concrete.
Niente allarmismi: la buona notizia è che, una volta identificate, queste micro-abitudini si possono correggere con piccoli cambiamenti sostenibili. E gli effetti sul benessere mentale possono essere sorprendenti.
**5 frasi da non dire mai a una persona ansiosa (e cosa dire invece)**
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Il telefono al risveglio, il multitasking continuo e quelle “micro-scosse” che attivano il sistema nervoso
Molti comportamenti che ci sembrano innocui sono, in realtà, tra i principali responsabili dell’ansia quotidiana.
Il primo della lista? Guardare il telefono appena svegli. Quello che sembra un gesto normale, controllare notifiche, messaggi, social, non dà al cervello il tempo di passare gradualmente dal sonno alla veglia. Al contrario, lo espone immediatamente a un flusso di informazioni, stimoli e richieste che attivano la risposta allo stress già dal primo minuto della giornata.
A questo si aggiunge il nostro stile di vita iper-veloce: multitasking costante, pause saltate, pasti mangiati in fretta o direttamente rimandati, riunioni che si accavallano, email che arrivano a raffica. Corpo e mente non hanno mai un vero momento per rallentare e ricalibrarsi. È la condizione perfetta per alimentare ansia, stress e irritabilità.
Anche i micro-stress ripetuti, come le notifiche del telefono o l’email che lampeggia sullo schermo del pc, hanno un impatto maggiore di quanto pensiamo. Funzionano come piccole scosse al cervello; brevi, ma continue. Il risultato? Il sistema nervoso resta in iper-attivazione, come se fosse sempre pronto a reagire a una minaccia, anche quando in realtà non c’è.
Non è un caso che molte persone raccontino di “non riuscire più a rilassarsi davvero”: il corpo rimane in modalità fight or flight anche mentre siamo seduti sul divano. Una condizione sottile, invisibile, ma che alimenta anisao a lungo termine.
Poco sonno, troppi schermi e una routine che non rispetta i ritmi naturali
Un altro fattore chiave è il sonno. Quando dormiamo troppo poco (o male) le aree del cervello che regolano le emozioni diventano più reattive. E così, ciò che in un giorno normale sarebbe un piccolo fastidio (una mail urgente, un imprevisto, una discussione) diventa un detonatore emotivo. Siamo più suscettibili, più stanchi, più vulnerabili allo stress.
Il problema è amplificato dal tempo passato davanti agli schermi, soprattutto nelle ore serali. La luce intensa del computer o della televisione comunica al cervello che “non è ancora ora di dormire”, interferendo con la produzione di melatonina e con la capacità di disattivare gradualmente il sistema nervoso. E quando andiamo a letto con lo smartphone in mano, portiamo con noi anche tutte le sue notifiche, informazioni e stimoli non elaborati. Il risultato? Un sonno meno profondo, più risvegli notturni e maggiore anisao al mattino.
Infine, c’è un elemento spesso sottovalutato: il sovraccarico decisionale. Tra lavoro, messaggi, social, email, appuntamenti, scadenze e notifiche, ogni giorno prendiamo centinaia di micro-decisioni. Questo crea un affaticamento mentale che il nostro sistema non è progettato per sostenere a lungo senza pause. E quando il cervello si sente “sovraccarico”, l'ansia trova terreno fertile.
Cosa possiamo fare per controllare e ridurre l'ansia
La buona notizia è che per ridurre l'ansia non servono cambiamenti drastici: spesso bastano piccoli aggiustamenti inseriti nella routine quotidiana.
Gli psicologi suggeriscono, ad esempio, di evitare di iniziare la giornata con il telefono in mano. Concedersi anche solo dieci o quindici minuti di “risveglio lento”, senza notifiche né stimoli digitali, aiuta il sistema nervoso a non attivarsi subito in modalità allerta.
Allo stesso modo, introdurre brevi pause durante la giornata (anche solo una manciata di secondi per fare stretching, chiudere gli occhi e fare un paio di respiri profondi) permette al corpo di ritrovare un ritmo più regolare e meno reattivo.
Un altro accorgimento utile riguarda le notifiche: limitarle significa ridurre quel flusso costante di micro-sollecitazioni che mantiene la mente in tensione.
Anche la gestione degli schermi serali può fare una grande differenza: tenere il telefono lontano dal viso o ridurre il tempo trascorso online prima di dormire aiuta il cervello a produrre melatonina e a prepararsi al riposo.
Infine, muoversi un po’ ogni giorno, anche per pochi minuti, contribuisce a sciogliere la tensione accumulata e a rimettere in circolo energie più equilibrate. È un modo semplice per ricordare al corpo che non deve restare sempre in modalità emergenza: può rallentare, respirare, ritrovare il proprio centro.
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Ecco il segreto per impacchettare i regali di Natale in 4 mosse

Impacchettare i regali di Natale per molti è un task più difficile e impegnativo che scegliere e comprare un pensiero per tutti.
Nonostante la sua apparente semplicità, l’idea di carta stropicciata, scotch visibile e fiocchi sbilenchi può mettere in crisi tutti, ma soprattutto gli amanti della precisione con poca dimestichezza coi lavoretti manuali.
La buona notizia però è impacchettare i regali di Natale in modo ordinato ed elegante non richiede talento artistico né materiali costosi, ma solo un po’ di metodo e qualche accorgimento pratico.
Con pochi passaggi mirati e un approccio più attento ai dettagli, anche il pacchetto più semplice può trasformarsi in una confezione curata e armoniosa, capace di valorizzare il regalo e di fare la una bellissima figura sotto l’albero, senza l’effetto improvvisato dell’ultimo minuto.
**5 trucchi per scrivere bigliettini di auguri di Natale originali (senza chiedere a ChatGPT)**
Come impacchettare i regali di Natale: i consigli da seguire passo dopo passo
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1. Scegliere carta e materiali (pochi, ma giusti)
Il primo errore quando si cerca di capire come impacchettare i regali è pensare che servano mille decorazioni. In realtà, meno materiali si usano, più il pacchetto risulta elegante.
La scelta della carta è fondamentale: meglio una carta leggermente più spessa, facile da piegare e meno soggetta a strapparsi. Le carte troppo sottili o lucide, invece, tendono a segnarsi subito e a rendere le pieghe imprecise.
Per andare sul sicuro, puntate su colori neutri o naturali (come carta kraft, bianco, verde bosco, rosso scuro) e abbinate un solo elemento decorativo: uno spago, un nastro in tessuto, un filo dorato. Anche materiali semplici come carta da pacchi e spago da cucina possono diventare molto chic se usati con coerenza.
2. Tagliare e piegare con precisione (il passaggio che fa la differenza)
Uno dei segreti di come impacchettare i regali bene è la precisione. Prima di tutto, misurate la carta appoggiando il regalo al centro e assicurandovi che i lati coprano completamente l’oggetto senza eccessi. Troppa carta rende difficile gestire le pieghe, mentre troppo poca vi costringerà a rattoppare all’ultimo minuto.
Quando piegate, fatelo con calma: passate il dito lungo i bordi per segnare le pieghe e ottenere linee nette. Anche i lati corti vanno chiusi con ordine, piegando prima verso l’interno e poi verso il centro.
Questo passaggio, spesso sottovalutato, è quello che trasforma un pacchetto “fatto in fretta” in uno visivamente pulito.
3. Chiudere bene (e nascondere lo scotch)
Un altro punto chiave di per impacchettare i regali di Natale alla perfezione è la chiusura. Lo scotch serve, ma non deve mai essere protagonista. Usatelo solo dove serve davvero e cercate di nasconderlo all’interno del pacchetto o sotto le pieghe. Se la carta è stata tagliata correttamente, basteranno pochissimi pezzetti.
Il resto del lavoro può farlo il nastro o lo spago: un giro semplice, un nodo ben stretto e magari un doppio passaggio intorno al pacchetto sono più che sufficienti.
Evitate fiocchi troppo grandi o complessi se non siete pratiche: un nodo pulito risulta sempre più elegante di un fiocco sproporzionato.
4. Il dettaglio finale che personalizza davvero il regalo
L’ultimo passaggio è quello che rende il pacchetto unico. Non serve esagerare: un solo dettaglio basta. Un bigliettino scritto a mano, un rametto di pino, una fettina d’arancia essiccata, un’etichetta in carta riciclata.
Il consiglio è di scegliere un dettaglio coerente con il resto del pacchetto e ripeterlo su tutti i regali: questo crea un effetto armonioso sotto l’albero e dà subito l’idea di cura e attenzione.
Alla fine, imparare come impacchettare i regali di Natale non significa puntare alla perfezione, ma dedicare qualche minuto in più a un gesto che parla di tempo e presenza. Ed è proprio questo, spesso, il regalo più bello da ricevere.
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Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, più comfort, più tecnologia

Chi è al volante, guida rilassato. I passeggeri a bordo, intanto, si godono il viaggio in classe extra-comfort. Un’alchimia perfetta, frutto delle qualità distintive del Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, comfort, tecnologia, sostenibilità e accessibilità, il tutto made in Europe, a Rennes, in Francia, nello storico stabilimento del marchio.
Se nel sovraffollato mercato dei SUV farsi notare non è facile, la nuova ammiraglia Citroën non passa di certo inosservata. Non è solo per il restyling estetico, è anche per quell’evoluzione di sostanza che ha portato la vettura verso un’idea di funzionalità e di utilizzo superiore. In un mercato dove spesso ci si concentra solo sulle prestazioni o sul design delle linee, infatti, Citroën punta sull'ergonomia.
Il risultato? Un SUV diverso da tutti gli altri, progettato per chi vive l’auto come un’estensione della propria casa, per chi affronta il traffico quotidiano o lunghi trasferimenti stradali e cerca un ambiente che "ammortizzi" non solo le buche, ma anche lo stress della giornata. Il modello è ideale per le famiglie, ma anche per il mercato B2B/fleet.
Design più maturo e scolpito
Rispetto alle linee arrotondate del passato, il Nuovo SUV Citroën C5 Aircross adotta un volto più deciso e aerodinamico. Il frontale è stato completamente ridisegnato, sono nuovi i fari a LED e altri dettagli eleganti che ne esaltano il carattere e fanno la differenza.
Un "tappeto volante"
Uno dei punti di forza della vettura è il sistema di sospensioni con smorzatori idraulici progressivi (Progressive Hydraulic Cushions®). In parole semplici? Significa che l’auto assorbe le buche e le irregolarità del terreno in modo fluido, regalando quella sensazione di "tappeto volante" tipica della tradizione Citroën.
Come nel salotto di casa
Se il design esterno cattura l’occhio, è l’abitacolo del Nuovo SUV C5 Aircross a convincere definitivamente chi cerca un’esperienza di guida decompressiva.
Citroën ha lavorato per trasformare l’interno in un vero e proprio "salotto". Il concetto di Sofa Design si traduce in sedute ampie e accoglienti, un’illuminazione ambientale estesa, la presenza di elementi d'arredo e l’uso di tessuti che riprendono i codici dell'interior design.
A seconda degli allestimenti, l’uso dell’Alcantara o della pelle con impunture a contrasto non serve solo all'estetica, ma trasmette una sensazione tattile di calore.
Sotto il rivestimento superficiale, i sedili nascondono uno strato di 15 mm di schiuma strutturata che evita l'effetto di "affossamento" tipico delle sedute troppo morbide, garantendo sostegno posturale anche dopo ore di viaggio.
Accanto alla comodità, il sistema di Ambient Lighting - illuminazione d’ambiente - definisce l’atmosfera desiderata a bordo: i punti luce discreti posizionati nei vani portaoggetti, nel tunnel centrale e lungo la plancia creano una luce soffusa che riduce l’affaticamento visivo durante la guida notturna.
Questa "bolla luminosa" esalta i volumi dell'abitacolo e aumenta la percezione di spazio e protezione, rendendo l'ambiente accogliente come una stanza ben illuminata.
Tutto a portata di mano
L’ottimizzazione dell’ergonomia sul Nuovo SUV C5 Aircross passa per una riprogettazione della console centrale, ora più pulita e razionale.
La seduta è alta per dominare la strada, ma qui è stata affinata per garantire che ogni comando sia dove il conducente si aspetta di trovarlo. Il nuovo posizionamento dello schermo da 10" è studiato per essere perfettamente in linea con lo sguardo, riducendo i movimenti della testa e permettendo di mantenere la massima concentrazione sulla guida. L'obiettivo è semplice: fare in modo che il conducente abbia tutte le informazioni davanti a sé e a portata di mano, in modo da poter guidare in tranquillità e ridurre lo stress, con l'ausilio di schermi digitali che offrono chiarezza e grafica accattivante.
Gamma completamente elettrificata
Per la prima volta anche 100% elettrico, Nuovo SUV C5 Aircross è disponibile in due versioni, la più equilibrata e accessibile Comfort Range, dotata di un motore da 210 CV / 157 kW abbinato a una batteria da 73 kWh, per un'autonomia di 520 km, e la Long Range, con motore da 230 CV/170 kW e una batteria da 97 kWh, presto ordinabile, che offrirà un’eccezionale autonomia di 680 km.
Non mancano Nuovo SUV C5 Aircross Hybrid 145 Automatic, la porta d'ingresso all'elettrificazione offerta a 28.900 euro, e Nuovo SUV C5 Aircross Plug-In Hybrid 195 Automat
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