Come lanciare la propria azienda sui social (con i consigli di chi lo ha fatto)

Facebook, Instagram e WhatsApp non sono solo tramonti e like alle foto degli amici: se usati nel modo giusto possono rappresentare un’ottima opportunità per lanciare e far crescere il proprio business.
Soprattutto in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, in cui il mondo virtuale è diventato la quasi esclusiva fonte di stimoli.
Non a caso, proprio durante il il 2020 sono stati moltissimi gli imprenditori e i neofiti che, con le saracinesche abbassate, si sono cimentati con il digitale.
E a differenza di quello che si pensa, lanciare la propria azienda sui social (e/o farla crescere) è semplicissimo se vengono usate le funzionalità messe a disposizione dalle piattaforme.
Per aiutare le aziende passo passo, per esempio, Facebook ha lanciato il progetto #piccolegrandimprese ideato per supportare la ripresa e la trasformazione digitale delle piccole imprese nel post-Covid-19.
Ci si trovano diverse risorse utili: sessioni di training e video tutorial su come usare al meglio gli strumenti Facebook e Instagram, un hub online per scoprire tutte le iniziative a sostegno delle aziende e uno strumento di diagnosi digitale gratuito per valutare il proprio grado di digitalizzazione e ottenere un piano d'azione personalizzato e concreto.
In più c’è anche una guida utile allo shopping sui social con consigli e spunti sugli Shops di Instagram e Facebook, sull’utilizzo di strumenti come Reels e le Storie per far scoprire i propri prodotti e far crescere la propria attività online.
E ancora, Amazon sostiene le imprenditrici italiane attraverso una vetrina speciale a loro dedicata, disponibile fino al 31 marzo, e a un'Accademia virtuale gratuita, che si terrà il 10 marzo, per supportare le imprenditrici nell'avviare o accelerare il proprio business online e un programma logistico dedicato, per fornire loro strumenti e competenze necessari. Qui il link per le registrazioni.
Inoltre è stata introdotta una nuova iniziativa a sostegno della parità di genere nel settore della logistica, grazie allo stanziamento di un fondo di 500.000 euro rivolto alle donne che vogliono diventare imprenditrici e dare vita alla propria azienda di consegne.
Le aspiranti imprenditrici potranno beneficiare di questo programma di incentivi ricevendo fino a un massimo di 15.000 euro ad azienda per coprire i costi di avviamento, in aggiunta al pacchetto di offerte e agevolazioni esclusive dedicato a chi entra a far parte del programma.
(Continua sotto la foto)
Gli strumenti offerti dai social da conoscere se volete lanciare la vostra impresa (anche) grazie al digitale
Sono numerosi gli strumenti messi a disposizione di imprenditori e aspiranti tali dai principali social network.
Tra gli altri:
Facebook Shops, pensati per aiutare le aziende a realizzare un unico negozio online al quale i clienti possano accedere sia su FB sia su IG. Le aziende possono scegliere i prodotti che vogliono inserire nel catalogo e le persone possono sfogliare l'intera collezione, salvare i prodotti a cui sono interessate e fare un ordine che potrà essere completato sul sito web del brand. Nei Facebook Shops si possono inviare messaggi a un'azienda attraverso WhatsApp, Messenger o Instagram Direct.
Instagram Shops, una vetrina immersiva che consente di promuovere la scoperta dei propri prodotti, raggiungibile da un profilo Instagram aziendale o attraverso il feed e le storie.
Shopping su IGTV e Reels per scoprire e acquistare prodotti anche direttamente all’interno dei nuovissimi video Reels, oltre che nei video di IGTV, nei Live e nelle Storie. Basta toccare "Visualizza prodotti" per acquistare, salvare o ottenere maggiori informazioni.
Badge in Live che permette ai creator di guadagnare e rafforzare la relazione con i propri fan
Dashboard per professionisti, una risorsa dedicata a creator e aziende per monitorare le loro prestazioni, scoprire nuovi strumenti professionali, ed accedere a contenuti formativi curati da Instagram.
Buoni regalo, che le persone possono acquistare su Facebook per sostenere le loro attività locali preferite, tra cui ristoranti, palestre, centri fitness ed estetici, librerie, panetterie, ecc.
Profilo aziendale di WhatsApp - per fornire assistenza e inviare notifiche ai clienti in modo semplice e veloce
Qualche esempio di successo da cui prendere spunto? Eccoli!
M.net – Mapping Our Journey (Fondata da Elena Minozzi)
M.net è nata con l’intenzione di offrire una consulenza marketing a 360 gradi, flessibile e personalizzata, che aiuti chi abbia la necessità di riadattarsi alle sfide attuali e future, accompagnandolo passo dopo passo e in prima persona.
L’idea di dar vita a questa nuova avventura è nata dal desiderio di unire le due “anime” della sua fondatrice - 50% marketing nerd e 50% travel blogger – e di mettere a disposizione di potenziali clienti sia le sue competenze e conoscenze, derivanti dall’esperienza marketing maturata in grandi multinazionali e dalla gestione parallela del blog di viaggi, sia il forte network di relazioni consolidato negli anni.
Partendo dai follower del suo profilo Instagram personale, inizialmente legato al blog, ha iniziato a spingere il suo seguito anche sulla nuova pagina aziendale e molti hanno iniziato a contattarla per farsi raccontare meglio il progetto e capire quali opportunità di sinergie potrebbero esserci.
La stessa amplificazione la sta portando avanti in parallelo su Linkedin, facendo leva sul mio profilo personale e sulla neonata pagina di M.net.
Cosa consiglierebbe a chi vuole lanciare la propria impresa sfruttando i social? Di non sottovalutare assolutamente l’importanza del proprio network di contatti, sia professionali che personali, e, anzi, di sfruttare proprio questi come veicolo per amplificare la reach di un nuovo progetto.
E anche di lavorare su un piano editoriale a medio termine e parzialmente modificato per adeguarsi a ciascuna piattaforma (tone of voice più colloquiale e contenuti visivi impattanti su Instagram, copy più professionali e articolati su Linkedin).
È assolutamente questo il momento giusto per reinventarsi con un progetto personale: abbiamo la possibilità di avvilirci di fronte a un periodo complesso, oppure trasformare la difficoltà in un’opportunità da cogliere immediatamente, lanciandosi senza pensarci troppo e seguendo l’evoluzione naturale delle sinergie.
Sertoli Suite (Fondato da Irene Santambrogio)
B&b home sharing, bed and breakfast di charme con servizi di alta qualità e finimenti di pregio, Sertoli Suite è nata spontaneamente, come un'avventura.
«Sono una persona con innumerevoli passioni: mi piace il buon cibo e per questo ho aperto con successo il ristorante/caffetteria Santambroeus 1981», racconta Irene.
«Ad aprile inaugurerò un altro bistrot omonimo con dehor presso l’idroscalo di Milano, che segue il mio desiderio di sensibilizzare ai temi della sostenibilità ambientale, una struttura baby e kid friendly.
Sertoli Suite è casa mia, che ho ristrutturato con entusiasmo, a mio gusto e passione per l’arte creando 3 suite confortevoli e accoglienti, impreziosite con opere per la maggior parte dell’artista, ben quotata, Miriam Pracchi. Il mio desiderio più grande è che i miei ospiti trovino il comfort di una splendida camera d’hotel e allo stesso tempo, il calore e la familiarità della propria casa.
Abbiamo iniziato da poco ad elaborare un piano di comunicazione sui social media: la mission è di tendere a renderlo davvero onnicomprensivo, di arrivare a un unico brand che mi rappresenti».
Un consiglio per chi sogna di reinventarsi con un progetto proprio?
«Identificare il target che si vuole raggiungere, proporre un'immagine coordinata, garantire contenuti di qualità - sia virtuali che intesi come servizio finale - e infine osare. Ma solo ed esclusivamente inseguendo le proprie passioni».
Serendipity (Fondata da Fabiana Cakilli)
Plastic free shop, e-commerce che vende prodotti di uso quotidiano realizzati con materiali alternativi alla plastica monouso - tra cui bambù, acciaio inox, cotone. L’obiettivo di Serendipity è sensibilizzare all’uso di prodotti plastic free per uno stile di vita più responsabile.
Durante il Covid hanno puntato tanto sulla sensibilizzazione all’utilizzo di prodotti plastic free con realizzazione di contenuti editoriali mirati.
A questo è seguita un’impennata degli acquisti - come se le persone stando a casa e vedendosi private di tante libertà abbiano cominciato a comprendere anche l’importanza di comportamenti più responsabili più generale.
515grammi (Fondata da Esther Burton)
Piccola realtà italiana fondata da Esther Burton e nata in pieno lockdown. Il brand è volto a mostrare la forza della natura e la magia della pet therapy, incoraggiando la convivenza tra uomo e coniglio attraverso la realizzazione e la vendita di prodotti di design innovativi, personalizzati e sostenibili.
L’impresa ha saputo sfruttare al meglio il periodo del lockdown per farsi conoscere al pubblico ed espandersi nel digitale.
A luglio 2020 il team ha infatti aperto il proprio shop online e attualmente usa i social media come principale canale di divulgazione, e Instagram con la funzione di Shops per promuovere i propri prodotti.
Lilou Pet Couture (Fondata da Antonella Bellina e Barbara Nocentini)
Lilou Pet Couture nasce nel 2018 ed è un giovane brand nato con l'obiettivo di offrire qualcosa in più ai nostri amici a 4 zampe, qualcosa che possa coccolarli e proteggerli con capi di abbigliamento ultra-chic e confortevoli.
Una pagina Facebook, culla della loro prima collezione, che nel giro di soli 2 anni ha consentito al brand di costruire un sito e-commerce, una boutique monomarca e una community social fidelizzata che è definita dalle proprietarie, “come una grande famiglia”.
Durante il lockdown infatti, Antonella e Barbara hanno deciso di creare un "diario live" con Dirette Facebook giornaliere, intrattenendo la loro community con gli argomenti più vari.
La community è così cresciuta del 15% durante il periodo delle dirette del lockdown, e le views dei video streaming hanno raggiunto migliaia e migliaia di persone in poco più di un'ora! La vera svolta è stata nel periodo successivo al lockdown perché, a settembre ad esempio, le proprietarie hanno potuto verificare un aumento del 30% delle vendite rispetto allo stesso periodo del 2019 da attribuire al fatto che il brand ha acquisito sempre più popolarità e credibilità.
Kimono Flaminia (Fondata da Flaminia Pirozzi)
Negozio online di abbigliamento e accessori giapponesi fondato a Roma nel 2009 da Flaminia Pirozzi che ha trasformato la sua passione per la cultura giapponese in un business, storicamente dipendente dalla vendita di persona in occasione di fiere ed eventi. Quando COVID-19 ha colpito l'Italia Kimonoflaminia si è rivolta a Facebook e Instagram per raggiungere i clienti e incrementare le vendite online.
Gli ordini si stanno moltiplicando mese dopo mese. A maggio hanno superato il fatturato dello stesso mese dell'anno scorso. Kimonoflaminia ha iniziato a utilizzare Facebook nel 2012, principalmente per promuovere le fiere.
A quei tempi l'85% delle loro vendite era realizzato di persona, e solo il 15% tramite il sito web. La situazione è cambiata con la pandemia. quando tutti gli eventi sono stati cancellati: Kimonoflaminia ha trasferito tutto il business online acquisendo le competenze per sostenere questa crescita del business tramite i corsi gratuiti della piattaforma Blueprint di Facebook.
© Riproduzione riservata
Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la scelta

C’è una scelta che, durante le feste, ritorna con puntualità quasi rituale sulle nostre tavole: pandoro o panettone?
Apparentemente banale, questa preferenza divide gusti e abitudini familiari da generazioni, ma può essere letta anche come un piccolo segnale del nostro modo di vivere il Natale.
Al di là delle mode e delle infinite varianti artigianali, il dolce delle feste resta un simbolo potente; legato all’idea di comfort, tradizione e piacere condiviso.
Senza voler trasformare una scelta gastronomica in un test di personalità, è interessante osservare come la psicologia attribuisca al cibo un valore emotivo e identitario.
Preferire il pandoro o il panettone non svela i nostri segreti più nascosti, ma può raccontare qualcosa del nostro rapporto con la semplicità, la complessità e il bisogno di rassicurazione o di varietà, proprio nel periodo dell’anno in cui queste dinamiche emergono con più forza.
**Le 5 personalità che si trovano durante le vacanze di Natale: quale siete?**
Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la vostra scelta
(Continua sotto la foto)
Se siete team pandoro
Chi è team pandoro spesso cerca nel Natale (e nel cibo) una forma di rassicurazione.
Il pandoro è lineare e senza sorprese: stesso sapore, stessa consistenza, stesso rituale ogni anno. Psicologicamente, questa scelta può riflettere una personalità che ama le cose chiare, riconoscibili, che funzionano senza troppe complicazioni.
Il pandoro piace a chi tende a preferire il comfort emotivo alla sperimentazione, a chi trova benessere nella ripetizione e nelle tradizioni così come sono. Non è una chiusura al nuovo, ma un bisogno di stabilità: in un periodo già carico di stimoli, impegni e aspettative, scegliere qualcosa di semplice diventa un modo per alleggerire.
È la scelta di chi nel Natale cerca una pausa dal rumore, più che un’esperienza da esplorare. Un dolce che non chiede di essere interpretato, ma solo gustato.
Se siete team panettone
Chi invece è team panettone tende ad avere un rapporto più fluido con la varietà e l’imprevisto.
Il panettone è stratificato, imperfetto, pieno di elementi diversi che convivono insieme: dolcezza, acidità, consistenze differenti. Non è mai identico a sé stesso, e forse è proprio questo il suo fascino.
Dal punto di vista psicologico, chi lo preferisce è spesso più aperto al cambiamento, meno infastidito dalle sfumature della vita e più attratto dalle esperienze complesse. Scegliere il panettone significa anche accettare ciò che non piace a tutti (uvetta e canditi) ma che fa parte del “pacchetto”. Un atteggiamento che racconta tolleranza, adattabilità e curiosità.
Il panettone è il dolce di chi vive le feste come un momento di convivialità vera, fatta di differenze che si incontrano. Di chi ama mescolare, provare, cambiare versione ogni anno. È la scelta di chi non cerca solo conforto, ma anche stimoli, storie, contaminazioni.
© Riproduzione riservata
Questi comportamenti quotidiani (apparentemente normali) peggiorano l'ansia senza che ce ne accorgiamo

Ci sono giornate in cui non sappiamo spiegare bene perché ci sentiamo irritabili, sotto pressione, come se il corpo corresse più veloce della testa. Spesso diamo la colpa al lavoro, ai ritmi frenetici della vita, ai colleghi anticipatici, al meteo o semplicemente al periodo dell’anno.
Può essere però che a contribuire a questa sensazione ci siano abitudini minuscole, talmente automatiche da non farci più caso.
Secondo diversi terapeuti, molte delle nostre routine quotidiane (dal modo in cui iniziamo la nostra gioranta al modo in cui usiamo lo smartphone) attivano il sistema nervoso senza che ce ne rendiamo conto. E così un po’ alla volta, giorno dopo giorno, contribuiscono a rafforzare quell'ansia, quella tensione di fondo costante che sembra arrivare “dal nulla” ma che in realtà ha radici molto concrete.
Niente allarmismi: la buona notizia è che, una volta identificate, queste micro-abitudini si possono correggere con piccoli cambiamenti sostenibili. E gli effetti sul benessere mentale possono essere sorprendenti.
**5 frasi da non dire mai a una persona ansiosa (e cosa dire invece)**
(Continua sotto la foto)
Il telefono al risveglio, il multitasking continuo e quelle “micro-scosse” che attivano il sistema nervoso
Molti comportamenti che ci sembrano innocui sono, in realtà, tra i principali responsabili dell’ansia quotidiana.
Il primo della lista? Guardare il telefono appena svegli. Quello che sembra un gesto normale, controllare notifiche, messaggi, social, non dà al cervello il tempo di passare gradualmente dal sonno alla veglia. Al contrario, lo espone immediatamente a un flusso di informazioni, stimoli e richieste che attivano la risposta allo stress già dal primo minuto della giornata.
A questo si aggiunge il nostro stile di vita iper-veloce: multitasking costante, pause saltate, pasti mangiati in fretta o direttamente rimandati, riunioni che si accavallano, email che arrivano a raffica. Corpo e mente non hanno mai un vero momento per rallentare e ricalibrarsi. È la condizione perfetta per alimentare ansia, stress e irritabilità.
Anche i micro-stress ripetuti, come le notifiche del telefono o l’email che lampeggia sullo schermo del pc, hanno un impatto maggiore di quanto pensiamo. Funzionano come piccole scosse al cervello; brevi, ma continue. Il risultato? Il sistema nervoso resta in iper-attivazione, come se fosse sempre pronto a reagire a una minaccia, anche quando in realtà non c’è.
Non è un caso che molte persone raccontino di “non riuscire più a rilassarsi davvero”: il corpo rimane in modalità fight or flight anche mentre siamo seduti sul divano. Una condizione sottile, invisibile, ma che alimenta anisao a lungo termine.
Poco sonno, troppi schermi e una routine che non rispetta i ritmi naturali
Un altro fattore chiave è il sonno. Quando dormiamo troppo poco (o male) le aree del cervello che regolano le emozioni diventano più reattive. E così, ciò che in un giorno normale sarebbe un piccolo fastidio (una mail urgente, un imprevisto, una discussione) diventa un detonatore emotivo. Siamo più suscettibili, più stanchi, più vulnerabili allo stress.
Il problema è amplificato dal tempo passato davanti agli schermi, soprattutto nelle ore serali. La luce intensa del computer o della televisione comunica al cervello che “non è ancora ora di dormire”, interferendo con la produzione di melatonina e con la capacità di disattivare gradualmente il sistema nervoso. E quando andiamo a letto con lo smartphone in mano, portiamo con noi anche tutte le sue notifiche, informazioni e stimoli non elaborati. Il risultato? Un sonno meno profondo, più risvegli notturni e maggiore anisao al mattino.
Infine, c’è un elemento spesso sottovalutato: il sovraccarico decisionale. Tra lavoro, messaggi, social, email, appuntamenti, scadenze e notifiche, ogni giorno prendiamo centinaia di micro-decisioni. Questo crea un affaticamento mentale che il nostro sistema non è progettato per sostenere a lungo senza pause. E quando il cervello si sente “sovraccarico”, l'ansia trova terreno fertile.
Cosa possiamo fare per controllare e ridurre l'ansia
La buona notizia è che per ridurre l'ansia non servono cambiamenti drastici: spesso bastano piccoli aggiustamenti inseriti nella routine quotidiana.
Gli psicologi suggeriscono, ad esempio, di evitare di iniziare la giornata con il telefono in mano. Concedersi anche solo dieci o quindici minuti di “risveglio lento”, senza notifiche né stimoli digitali, aiuta il sistema nervoso a non attivarsi subito in modalità allerta.
Allo stesso modo, introdurre brevi pause durante la giornata (anche solo una manciata di secondi per fare stretching, chiudere gli occhi e fare un paio di respiri profondi) permette al corpo di ritrovare un ritmo più regolare e meno reattivo.
Un altro accorgimento utile riguarda le notifiche: limitarle significa ridurre quel flusso costante di micro-sollecitazioni che mantiene la mente in tensione.
Anche la gestione degli schermi serali può fare una grande differenza: tenere il telefono lontano dal viso o ridurre il tempo trascorso online prima di dormire aiuta il cervello a produrre melatonina e a prepararsi al riposo.
Infine, muoversi un po’ ogni giorno, anche per pochi minuti, contribuisce a sciogliere la tensione accumulata e a rimettere in circolo energie più equilibrate. È un modo semplice per ricordare al corpo che non deve restare sempre in modalità emergenza: può rallentare, respirare, ritrovare il proprio centro.
© Riproduzione riservata
Ecco il segreto per impacchettare i regali di Natale in 4 mosse

Impacchettare i regali di Natale per molti è un task più difficile e impegnativo che scegliere e comprare un pensiero per tutti.
Nonostante la sua apparente semplicità, l’idea di carta stropicciata, scotch visibile e fiocchi sbilenchi può mettere in crisi tutti, ma soprattutto gli amanti della precisione con poca dimestichezza coi lavoretti manuali.
La buona notizia però è impacchettare i regali di Natale in modo ordinato ed elegante non richiede talento artistico né materiali costosi, ma solo un po’ di metodo e qualche accorgimento pratico.
Con pochi passaggi mirati e un approccio più attento ai dettagli, anche il pacchetto più semplice può trasformarsi in una confezione curata e armoniosa, capace di valorizzare il regalo e di fare la una bellissima figura sotto l’albero, senza l’effetto improvvisato dell’ultimo minuto.
**5 trucchi per scrivere bigliettini di auguri di Natale originali (senza chiedere a ChatGPT)**
Come impacchettare i regali di Natale: i consigli da seguire passo dopo passo
(Continua sotto la foto)
1. Scegliere carta e materiali (pochi, ma giusti)
Il primo errore quando si cerca di capire come impacchettare i regali è pensare che servano mille decorazioni. In realtà, meno materiali si usano, più il pacchetto risulta elegante.
La scelta della carta è fondamentale: meglio una carta leggermente più spessa, facile da piegare e meno soggetta a strapparsi. Le carte troppo sottili o lucide, invece, tendono a segnarsi subito e a rendere le pieghe imprecise.
Per andare sul sicuro, puntate su colori neutri o naturali (come carta kraft, bianco, verde bosco, rosso scuro) e abbinate un solo elemento decorativo: uno spago, un nastro in tessuto, un filo dorato. Anche materiali semplici come carta da pacchi e spago da cucina possono diventare molto chic se usati con coerenza.
2. Tagliare e piegare con precisione (il passaggio che fa la differenza)
Uno dei segreti di come impacchettare i regali bene è la precisione. Prima di tutto, misurate la carta appoggiando il regalo al centro e assicurandovi che i lati coprano completamente l’oggetto senza eccessi. Troppa carta rende difficile gestire le pieghe, mentre troppo poca vi costringerà a rattoppare all’ultimo minuto.
Quando piegate, fatelo con calma: passate il dito lungo i bordi per segnare le pieghe e ottenere linee nette. Anche i lati corti vanno chiusi con ordine, piegando prima verso l’interno e poi verso il centro.
Questo passaggio, spesso sottovalutato, è quello che trasforma un pacchetto “fatto in fretta” in uno visivamente pulito.
3. Chiudere bene (e nascondere lo scotch)
Un altro punto chiave di per impacchettare i regali di Natale alla perfezione è la chiusura. Lo scotch serve, ma non deve mai essere protagonista. Usatelo solo dove serve davvero e cercate di nasconderlo all’interno del pacchetto o sotto le pieghe. Se la carta è stata tagliata correttamente, basteranno pochissimi pezzetti.
Il resto del lavoro può farlo il nastro o lo spago: un giro semplice, un nodo ben stretto e magari un doppio passaggio intorno al pacchetto sono più che sufficienti.
Evitate fiocchi troppo grandi o complessi se non siete pratiche: un nodo pulito risulta sempre più elegante di un fiocco sproporzionato.
4. Il dettaglio finale che personalizza davvero il regalo
L’ultimo passaggio è quello che rende il pacchetto unico. Non serve esagerare: un solo dettaglio basta. Un bigliettino scritto a mano, un rametto di pino, una fettina d’arancia essiccata, un’etichetta in carta riciclata.
Il consiglio è di scegliere un dettaglio coerente con il resto del pacchetto e ripeterlo su tutti i regali: questo crea un effetto armonioso sotto l’albero e dà subito l’idea di cura e attenzione.
Alla fine, imparare come impacchettare i regali di Natale non significa puntare alla perfezione, ma dedicare qualche minuto in più a un gesto che parla di tempo e presenza. Ed è proprio questo, spesso, il regalo più bello da ricevere.
© Riproduzione riservata
Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, più comfort, più tecnologia

Chi è al volante, guida rilassato. I passeggeri a bordo, intanto, si godono il viaggio in classe extra-comfort. Un’alchimia perfetta, frutto delle qualità distintive del Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, comfort, tecnologia, sostenibilità e accessibilità, il tutto made in Europe, a Rennes, in Francia, nello storico stabilimento del marchio.
Se nel sovraffollato mercato dei SUV farsi notare non è facile, la nuova ammiraglia Citroën non passa di certo inosservata. Non è solo per il restyling estetico, è anche per quell’evoluzione di sostanza che ha portato la vettura verso un’idea di funzionalità e di utilizzo superiore. In un mercato dove spesso ci si concentra solo sulle prestazioni o sul design delle linee, infatti, Citroën punta sull'ergonomia.
Il risultato? Un SUV diverso da tutti gli altri, progettato per chi vive l’auto come un’estensione della propria casa, per chi affronta il traffico quotidiano o lunghi trasferimenti stradali e cerca un ambiente che "ammortizzi" non solo le buche, ma anche lo stress della giornata. Il modello è ideale per le famiglie, ma anche per il mercato B2B/fleet.
Design più maturo e scolpito
Rispetto alle linee arrotondate del passato, il Nuovo SUV Citroën C5 Aircross adotta un volto più deciso e aerodinamico. Il frontale è stato completamente ridisegnato, sono nuovi i fari a LED e altri dettagli eleganti che ne esaltano il carattere e fanno la differenza.
Un "tappeto volante"
Uno dei punti di forza della vettura è il sistema di sospensioni con smorzatori idraulici progressivi (Progressive Hydraulic Cushions®). In parole semplici? Significa che l’auto assorbe le buche e le irregolarità del terreno in modo fluido, regalando quella sensazione di "tappeto volante" tipica della tradizione Citroën.
Come nel salotto di casa
Se il design esterno cattura l’occhio, è l’abitacolo del Nuovo SUV C5 Aircross a convincere definitivamente chi cerca un’esperienza di guida decompressiva.
Citroën ha lavorato per trasformare l’interno in un vero e proprio "salotto". Il concetto di Sofa Design si traduce in sedute ampie e accoglienti, un’illuminazione ambientale estesa, la presenza di elementi d'arredo e l’uso di tessuti che riprendono i codici dell'interior design.
A seconda degli allestimenti, l’uso dell’Alcantara o della pelle con impunture a contrasto non serve solo all'estetica, ma trasmette una sensazione tattile di calore.
Sotto il rivestimento superficiale, i sedili nascondono uno strato di 15 mm di schiuma strutturata che evita l'effetto di "affossamento" tipico delle sedute troppo morbide, garantendo sostegno posturale anche dopo ore di viaggio.
Accanto alla comodità, il sistema di Ambient Lighting - illuminazione d’ambiente - definisce l’atmosfera desiderata a bordo: i punti luce discreti posizionati nei vani portaoggetti, nel tunnel centrale e lungo la plancia creano una luce soffusa che riduce l’affaticamento visivo durante la guida notturna.
Questa "bolla luminosa" esalta i volumi dell'abitacolo e aumenta la percezione di spazio e protezione, rendendo l'ambiente accogliente come una stanza ben illuminata.
Tutto a portata di mano
L’ottimizzazione dell’ergonomia sul Nuovo SUV C5 Aircross passa per una riprogettazione della console centrale, ora più pulita e razionale.
La seduta è alta per dominare la strada, ma qui è stata affinata per garantire che ogni comando sia dove il conducente si aspetta di trovarlo. Il nuovo posizionamento dello schermo da 10" è studiato per essere perfettamente in linea con lo sguardo, riducendo i movimenti della testa e permettendo di mantenere la massima concentrazione sulla guida. L'obiettivo è semplice: fare in modo che il conducente abbia tutte le informazioni davanti a sé e a portata di mano, in modo da poter guidare in tranquillità e ridurre lo stress, con l'ausilio di schermi digitali che offrono chiarezza e grafica accattivante.
Gamma completamente elettrificata
Per la prima volta anche 100% elettrico, Nuovo SUV C5 Aircross è disponibile in due versioni, la più equilibrata e accessibile Comfort Range, dotata di un motore da 210 CV / 157 kW abbinato a una batteria da 73 kWh, per un'autonomia di 520 km, e la Long Range, con motore da 230 CV/170 kW e una batteria da 97 kWh, presto ordinabile, che offrirà un’eccezionale autonomia di 680 km.
Non mancano Nuovo SUV C5 Aircross Hybrid 145 Automatic, la porta d'ingresso all'elettrificazione offerta a 28.900 euro, e Nuovo SUV C5 Aircross Plug-In Hybrid 195 Automat
© Riproduzione riservata