Volete essere felici con poco? Provate la pratica hawaiana dell’Ho'oponopono
Si tratta di un’antica filosofia polinesiana basata sul perdono interiore. Ecco come essere felici con poco attraverso la pratica hawaiana dell’Ho'oponopono
Rimuginare sugli errori commessi, piangere sul latte versato, scervellarsi pensando a cosa avremmo dovuto fare per non ritrovarci nella situazione in cui siamo: benvenuti nel pensiero negativo di stampo occidentale!
Tutti noi siamo vittime del senso di colpa, il peggiore dei tormenti che pian piano ci martoria l’anima.
A capirne l’effetto letale sono stati i polinesiani che infatti da secoli praticano il cosiddetto Ho'oponopono, una filosofia basata sul perdono e l’accettazione degli errori.
Della serie: sbagliando si impara. Si impara soprattutto a essere felici.
Volete scoprire come essere felici con poco? Leggete ciò che segue per addentrarvi nella positività che imbeve l’Ho'oponopono.
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Che cos’è l’Ho'oponopono
Partiamo dal termine: la parola ho’oponopono affonda le sue radici nelle Hawaii e fa parte dalla lingua locale.
Si traduce letteralmente così: rimettere le cose al loro posto.
Questo vocabolo dà il nome alla filosofia di vita omonima, l’Ho'oponopono appunto, basata sul perdono e l’accettazione.
Si tratta proprio di una filosofia, nel senso di corrente di pensiero e stile di vita perché non è una vera e propria meditazione, anche se abbraccia molti concetti propri del buddismo e di molte religioni orientali.
L’Ho’oponopono è un’illuminazione da accogliere, una tecnica da affinare per riuscire a eliminare il pensiero negativo e i ricordi dolorosi, basandosi sui concetti del perdono e di gratitudine.
Questa corrente di pensiero parte dal presupposto che chiunque può commettere sbagli, l’importante è riconoscerlo, perdonare noi stessi e cercare di fare in modo che non accada più.
Insomma, Ho'oponopono significa imparare ad amare un po’ di più noi stessi, a trattarci con la benevolenza con cui tratteremmo un figlio o un caro amico.
Qual è la base dell’Ho'oponopono
L’Ho'oponopono si fonda su un unico concetto base: tutto ha origine da noi stessi.
Sia gli eventi positivi sia quelli negativi che accadono nella vita di ciascuno non dipendono dal fato, dalla sfortuna, dal karma o dal vudù che qualcuno deve averci fatto.
No: tutto dipende da noi, stop. L’Ho'oponopono insegna a capire che tutto quello che vediamo, sentiamo, proviamo, percepiamo e pensiamo non è frutto di stimoli e accadimenti esterni ma al contrario viene prodotto da noi, dalla nostra energia interiore.
E questa energia interiore non è altro che un’appendice dell’energia cosmica, un’estensione della forza della natura.
Come si pratica l’Ho'oponopono: il mantra
I metodi per mettere in pratica questa filosofia sono semplicissimi ed altrettanto efficaci.
Si incomincia solitamente ripetendo il mantra su cui si basa tutto il pensiero dell’Ho'oponopono, che è: mi dispiace, perdonami, grazie, ti amo.
Questa frase è da ripetere tante volte, ad alta voce oppure nella mente, l’importante è che diate un significato a ciò che state recitando senza spogliarlo di senso. No dunque alla ripetizione a pappagallo di una frasetta, sì invece a una confessione sentita e coinvolgente da fare a se stessi.
Il mantra aiuta ad assimilare i concetti di perdono, gratitudine e accettazione, permettendo di rendersi conto maggiormente di come tutto accade attorno a noi per volere (e potere) nostro.
Alcuni meccanismi psicologici consci o inconsci fanno sì che ciascuno si comporti in una certa maniera. E da quel comportamento dipende poi l’avvenimento che spesso male interpretiamo come esterno a noi, estraneo alla nostra volontà e soprattutto impossibile da gestire o anche metabolizzare.
Dialoghiamo con il bambino interiore che c'è in tutti noi
Il secondo metodo per convertirsi alla filosofia dell’Ho'oponopono è il dialogo con il bambino interiore, quel fanciullino pascoliano che si annida dentro ognuno di noi.
Si tratta della nostra parte primordiale, quell’insieme di istinti e prodotti emozionali dell’imprinting che ancora vivono in noi.
Quella è la parte più autentica che ci portiamo dietro ma spesso è sepolta nell’inconscio, sotto coltri di regole sociali e sovrastrutture psicologiche stratificate nel corso della crescita.
Ristabilire un contatto con quell’io interiore, vero e innocente proprio come quando eravamo in fasce, sarebbe il segreto per afferrare a piene mani la felicità.
Fondamentale è poi non giudicare mai se stessi ma semmai imparare dai propri errori, accettare gli sbagli e celebrare le vittorie con umiltà.
Com’è nato l’Ho'oponopono
L’Ho’oponopono è un’antica pratica filosofica hawaiana.
Il suo concetto base proviene dalla cultura polinesiana secondo la quale si ritiene che ogni malattia (sia fisica sia spirituale), sia causata da errori che abbiamo commesso e che continuiamo imperterriti a commettere (chiamati hara o hala).
Alcune antiche tribù della Polinesia credevano che un errore potesse scatenare l’ira degli déi o attirare spiriti maligni.
In generale, comunque, il senso di colpa generato da un errore commesso sarebbe la causa scatenante del malessere psicofisico.
Ancora oggi, tra le popolazioni del Pacifico meridionale, si pensa che i peggiori nemici della salute siano proprio rabbia ed emozioni negative.
La soluzione sarebbe la confessione, non discostandosi molto da ciò che professa il Cattolicesimo.
Ma se la religione cristiana vede la salvezza nel confessare i peccati a un prete, l’Ho'oponopono si rivela molto più individualista e intimista: gli errori vanno autoconfessati, riconosciuti a noi stessi.
Solo così si potrà davvero guarire dal senso di colpa e da tutto ciò che di negativo esso porta con se inevitabilmente.
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