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Grazia

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Lifestyle

Cosa succede se non ci prendiamo cura del nostro bambino interiore?

Cosa succede se non ci prendiamo cura del nostro bambino interiore?

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Cosa si intende quando si parla di bambino interiore? E come si fa a prendersene cura e ad ascoltare i suoi bisogni? Bastano 10 minuti al giorno

Che cos’è il bambino interiore? Tutti ne abbiamo sentito parlare e ne abbiamo uno, ma spesso ci dimentichiamo di ascoltarlo o connetterci con esso.

In che modo il nostro bambino interiore dà forma alla nostra vita quotidiana e perché è importante essere aperti all'ascolto?

Quali problemi possono sorgere se trascuriamo questa parte così intima e profonda di noi stessi? Come imparare a prenderci cura del nostro bambino interiore?

Abbiamo affrontato questo tema con gli esperti di Guidapsicologi.it, che ci spiegano che si tratta di un percorso interno, legato all'armonizzazione delle emozioni e all'integrazione del pensiero.

Perché solo aprendoci all’ascolto del nostro bambino interiore e imparando a prenderci cura di lui, possiamo recuperare l'amore verso noi stessi, riconciliarci con le nostre esperienze e il nostro vissuto, eliminando i blocchi sviluppati e curando le ferite che sono state lasciate aperte lungo il cammino.

Cos'è il bambino interiore e come connetterci con lui

(Continua sotto la foto)

felicità persona positiva 1

Cos’è il bambino interiore? Tutti ne abbiamo uno?

La figura del bambino interiore è una creazione della psicoanalisi per facilitare il lavoro di guarigione attraverso un'immagine semplice e a disposizione di tutti. Il bambino interiore è l'immagine retrospettiva che ogni persona si è formata sul bambino che era nei diversi momenti del proprio sviluppo. Tutti noi associamo l'infanzia alla spontaneità, all'innocenza e alla sensibilità. Questa immagine consente l'accesso a quelle dimensioni passate di se stessi.

Lo sviluppo umano, partendo dalla nascita, nel processo di crescita del bambino, passando per il linguaggio e la sua successiva evoluzione psichica ed emotiva, comporta una serie di perdite e sacrifici che non sono privi di crisi, traumi e sofferenze.

Questo è ciò che avviene in generale, ma in molti casi si aggiungono drammi personali e familiari che costituiscono traumi profondi nello sviluppo.

La memoria dell'individuo è organizzata attorno a quelle esperienze di dolore e alla reazione ad esse: è ciò che definiamo la dimensione del bambino interiore. 

In che modo condiziona la nostra quotidianità?

I concetti di subconscio e rimozione sono concepiti in questa teoria come il luogo in cui si nasconde ciò che non si vuole sapere di sé in quanto doloroso o angosciante (subconscio), e il processo che permette di ignorare e dimenticare (rimozione).

Il ritorno del rimosso in questo caso, sarebbe una sensibilità alterata rispetto a ciò che quotidianamente ci si presenta di fronte, a ciò che non vogliamo sapere delle nostre ferite infantili; così come la paradossale e inevitabile riproduzione "involontaria" di situazioni che richiamano quelle che un tempo hanno causato sofferenza. Possiamo definire tali situazioni come “familiari”.

Perché è importante connettersi con il bambino interiore e imparare ad ascoltarlo? 

Il rifiuto delle proprie emozioni e la fuga da se stessi ha gravi ripercussioni sulla coerenza e sulla capacità emotiva del soggetto.

Invece di scappare da ciò che ci ferisce e ci spaventa, per evitare di affrontarlo, e impedire che impoverisca le nostre possibilità vitali e ci confini a schemi di evitamento preventivo delle esperienze, la terapia in questione propone di lavorare sulla connessione con questi conflitti attraverso il bambino interiore.

Sarà una conversazione intima, con quella fantasia del bambino che eravamo, che faciliterà il progressivo sblocco delle emozioni da adulti.

Ascoltare il bambino interiore implica il coraggio di scambiare l'ignoranza con la concentrazione, cercando di cambiare l'auto-evitamento per diventare presenti e coscienti nel qui e ora-

felicità avventura emozioni

Come si riconosce se una persona non si prende cura del proprio bambino interiore?

Una persona non si prende cura del suo bambino interiore nella misura in cui continua a imporre a se stessa limiti e divieti ricevuti. Una feroce autocritica, un'auto-richiesta impossibile, il risentimento con se stessi e con gli altri e la tristezza di vivere in un contesto in cui le coordinate infantili sono diventate schemi di ripetizione inconscia, questi sono segnali di una mancanza di attenzione verso il bambino interiore. 

La lotta con il bambino interiore, infatti, produce blocchi emotivi, una tendenza a sentimenti negativi di critica o invidia, a scapito di sentimenti positivi di accettazione e amore. Tra i problemi che possono sorgere vi sono la riproduzione degli errori ricevuti nella generazione successiva e l'incidenza delle proprie ferite emotive nello sviluppo dei bambini. 

Come curare il proprio bambino interiore

La guarigione del bambino interiore mira a raggiungere l'armonizzazione emotiva e l'integrazione del pensiero. L'ambizione è imparare ad amare se stessi, riconciliarsi con l'insieme delle proprie esperienze, eliminando i blocchi sviluppati e riuscendo a chiudere il più possibile tutte quelle ferite che sono state lasciate aperte lungo il percorso.

Nella sua versione di auto-aiuto, il metodo consiste nel creare uno spazio tranquillo e privato in cui per 10 minuti al giorno per almeno 6 mesi si cerca di dialogare con il bambino interiore attraverso l'introspezione retrospettiva. Nella ricerca di quel bambino angosciato e nascosto in quel passato di incomprensioni, si cercherà di stabilire un dialogo di perdono e comprensione. Si tratta di un cammino faticoso, a tratti doloroso, però fondamentale per raggiungere la consapevolezza di sé stessi e dei propri desideri. Curare il passato per vivere pienamente il presente e progettare il futuro con entusiasmo e armonia. 

Ovviamente, in caso di traumi molto gravi che non possono essere affrontati né progressivamente né da soli, è opportuno rivolgersi ad un professionista che sia in grado di ascoltare e guidare il percorso di cura.

© Riproduzione riservata

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