Come comportarsi al primo appuntamento con una persona conosciuta online

Dopo lunghe chat siete arrivate al primo appuntamento con un ragazzo conosciuto online: ecco cosa sapere, come comportarsi e i trucchi di buona riuscita
Finalmente vi sembra di aver conosciuto la persona giusta.
O meglio, su carta (o su schermo) potrebbe esserlo.
Il fatto è che il tu per tu quando si tratta di chimica ha un ruolo fondamentale e avete paura che il primo appuntamento nel mondo reale possa rivelarsi molto diverso da come lo sperate.
Adesso però è ora di mettere da parte aspettative e (dis)illusioni e cominciare a godersi le sensazioni di questo nuovo incontro.
Ecco quattro semplici consigli mirati che vi aiuteranno a capire cosa fare al vostro primo appuntamento affinché sia un successo (perlomeno per quanto riguarda voi).
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La prima impressione è fondamentale
Pare che le persone si formino un’idea su di voi nei primi minuti del primo incontro.
E che quell’idea sarà molto difficile da modificare successivamente.
Capite bene quindi l’importanza di richiamare i sensi e mostrarvi curate, profumate, radiose e soprattutto sorridenti.
Potete trasmettere good vibes e fare in modo che il nuovo lui non dimentichi facilmente quell’incontro.
Sentirvi belle poi vi aiuterà in modo inconscio a sentirvi più sicure di voi e a trasmettere questa sicurezza anche all'esterno con il modo di fare.
Non strafate con trucco e abiti
Non esagerate con make up o abiti da gran galà, rischiereste di mettere in soggezione chi avete davanti e ottenere l’effetto contrario rispetto a quello desiderato.
Piuttosto puntate su un look con cui vi sentite a vostro agio, che vi valorizzi e rappresenti.
Ancora una volta: vi sentirete più sicure e lo trasmetterete anche a chi avrete di fronte.
Non cercate di colpirlo a tutti i costi
Viva la semplicità.
Non andate alla ricerca di grandi eventi da raccontare, paroloni da sfoderare o chissà quali situazioni per colpire l’altro.
Siate semplicemente voi stesse, lasciate che il (pretendente) partner possa scoprire a piccoli passi chi siete, quali risorse avete e come incastrarle con l'immagine che si era fatto di voi conoscendovi virtualmente.
Ascoltate le vostre sensazioni
Vivete quei momenti ascoltando la vostra pancia.
Invece di ossessionarvi chiedendovi se questa volta sarà quella buona, cercate di ascoltare quello che vi suggerisce l’istinto, date retta alle sensazioni e a come vi sentite con questa persona.
A volte i sensi conoscono le risposte molto prima della ragione.
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Ecco il motivo psicologico per cui restiamo in relazioni che non funzionano più

Ci sono relazioni che non funzionano da tempo, eppure restiamo.
Restiamo anche quando non siamo più felici, quando i silenzi fanno più rumore delle parole, quando ci sentiamo più soli dentro un abbraccio che fuori. Restiamo e intanto ci raccontiamo che è per amore, per i figli, per paura di ricominciare.
Ma spesso non è per nessuna di queste ragioni. Restiamo perché speriamo, inconsapevolmente, di aggiustare qualcosa che si è rotto molto tempo fa.
**Come capire se una relazione non vi rende felici (anche quando sembra funzionare)**
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Le dinamiche del passato condizionano le dinamiche del presente
Ognuno di noi porta nelle relazioni adulte le dinamiche che ha vissuto da bambino in famiglia; come è stato amato e come ha visto amarsi i propri genitori.
Si porta con sé le mancanze, gli sguardi che non ha ricevuto, l’amore condizionato — quello che dovevi meritarti con il comportamento giusto, la versione “buona” di te.
Così da adulti, senza rendercene conto, cerchiamo di riscrivere quella storia.Scegliamo persone che ci ricordano proprio chi non ci ha saputo amare, e proviamo, con loro, a ottenere finalmente ciò che non abbiamo avuto allora.
È come se l’inconscio dicesse: “Se questa volta ce la faccio, se riesco a farmi scegliere da qualcuno come lui o come lei, allora guarirò”.
E così restiamo.
Restiamo anche quando ci sentiamo invisibili, anche quando ogni discussione diventa una guerra fredda, anche quando il rispetto si è perso per strada. Restiamo perché se andassimo via, dovremmo guardare in faccia il fallimento del nostro tentativo di guarigione.
E allora preferiamo restare in un dolore conosciuto, piuttosto che affrontare un vuoto nuovo.
Ma non si guarisce dove ci si è feriti. Restare nelle relazioni che non funzionano più sperando che diventino la cura è come cercare di medicare una ferita con ciò che l’ha provocata.
Il presente non aggiusta il passato: lo ripete.
E mentre cerchiamo di sistemare l’altro, finiamo per trascurare ancora noi stessi - come abbiamo imparato a fare da bambini, quando per sopravvivere bisognava essere “bravi”, adattarsi, capire tutto prima, anche il non detto.
La verità è che certe relazioni non si aggiustano perché non nascono per funzionare: nascono per insegnarci dove fa male. E quel dolore, una volta riconosciuto, non va negato o ignorato, ma attraversato.
Capire perché restiamo è il primo passo per smettere di restare. Non per diventare più forti o più cinici, ma per diventare più liberi.
Guarire, in fondo, non è riuscire a farsi amare da chi non può o non sa farlo. È smettere di cercare in un altro la prova del proprio valore. È restare dove l’amore non chiede di essere dimostrato, ma semplicemente vissuto.
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Come capire se una relazione non vi rende felici (anche quando sembra funzionare)

Può capitare che in una relazione non ci siano particolari problemi: non ci sono litigi, crisi evidenti o grandi drammi. Eppure, qualcosa non va.
È come se la vostra energia fosse spenta, come se la spontaneità avesse perso intensità e alcune parti di voi fossero rimaste indietro senza un motivo preciso. Succede più spesso di quanto si pensi: tutto sembra “a posto”, ma dentro si percepisce una sottile sensazione di blackout emotivo.
È una sensazione che molte persone vivono senza riuscire a darle un nome, perché “sulla carta” è tutto a posto: la relazione funziona, c’è affetto, c’è routine, c’è stabilità. Ma non sempre questo basta a far sentire vivi.
Qui proviamo a raccontare proprio quella zona intermedia e difficile da definire, dove i segnali non sono immediatamente riconoscibili, ma parlano comunque di qualcosa che merita attenzione.
**“Se mi amassi davvero…”: 6 frasi per capire se lui vi sta manipolando**
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Quando non succede nulla… ma non vi sentite più voi stesse
Le relazioni non diventano difficili solo quando scoppiano i conflitti. A volte la fatica arriva quando tutto procede in modo apparentemente tranquillo, ma voi avete la sensazione di non riconoscervi più.
È una forma di cambiamento lento, che si manifesta quando iniziate a fare meno cose che vi fanno brillare gli occhi, a parlare meno di ciò che amate, a chiudere un occhio un po’ più spesso per evitare discussioni inutili. Magari vi scoprite meno spontanee, più controllate, più attente a non disturbare che a condividere.
E mentre all’esterno tutto sembra “normale”, dentro qualcosa vi dice che la vostra energia emotiva non scorre più come prima. È quel tipo di stanchezza che non viene dalla giornata pesante o dalla mancanza di sonno, ma dal sentirvi un po’ più piccoli di come eravate. Una forma di adattamento che vi costa più di quanto vi restituisca.
I piccoli segnali che non sembrano segnali
Quando una relazione inizia a togliere più di quanto dà, di rado lo fa in modo evidente. Spesso tutto avviene in una serie di dettagli: piccole rinunce quotidiane che sembrano irrilevanti, ma che nel tempo costruiscono una distanza tra chi eravate e chi siete diventati.
Capita, ad esempio, di trovarsi a parlare meno dei propri sogni perché non si percepisce entusiasmo dall’altra parte. Oppure di sentire che ogni discussione potenziale va evitata, così da non introdurre tensioni che sembrano sempre troppo grandi per essere affrontate.
Con il passare dei mesi questa dinamica diventa quasi automatica. La voce si abbassa, i desideri si riducono, la spontaneità lascia spazio alla prudenza. Persino il corpo manda segnali: meno energia, meno iniziativa, meno voglia di condividere momenti che un tempo sarebbero stati fonte di piacere. E non perché la relazione sia “sbagliata”, ma perché la somma delle piccole cose può finire per erodere la vitalità emotiva più di quanto ci si accorga.
Quando ci si accorge che stanno cambiando i propri desideri
Il desiderio è uno dei primi elementi a risentire di una relazione che non nutre. E qui non si parla soltanto di desiderio sessuale, ma di quella forza interna che dà direzione alla vita: i piccoli progetti personali, le idee nuove, le scelte che fanno brillare gli occhi.
Se tutto questo sembra spento, se non si prova più entusiasmo per ciò che prima vi faceva saltare di gioia, forse è il momento di cercare di capire cosa sta succedendo.
A volte si tratta di un semplice periodo di stanchezza, ma altre volte ciò che si riduce non è la voglia di fare, ma la percezione di potersi permettere di esistere pienamente dentro la relazione. Quando i desideri si appiattiscono, quando i momenti di gioia diventano più rari, quando ci si sorprende a mettere in pausa parti importanti di sé “per il bene della coppia”, il punto non è trovare un colpevole, ma capire come recuperare spazio per la propria autenticità.
È davvero la relazione… o è un momento della vita?
La domanda più difficile, e spesso anche la più importante. Non sempre una sensazione di “spegnimento” è legata al partner: lo stress del lavoro, la famiglia, la salute mentale, la fatica accumulata possono trasformare anche la relazione più sana in un luogo di minor energia. Vale la pena chiedersi se, al di fuori della vita di coppia, si prova la stessa sensazione.
Ciò che può aiutare a fare chiarezza è una domanda semplice ma rivelatrice: con questa persona ci sentiamo più noi stessi o meno noi stessi?
Perché le relazioni sane non cancellano i momenti difficili, ma li attraversano creando spazi di sostegno e non di ulteriore fatica. A volte parlarne con sincerità permette di aprire una porta nuova dentro la coppia; altre volte rivela che il malessere non ha a che fare con la storia ma con il periodo della vita.
Cosa fare se non vi riconoscete più
Accorgersi di essersi un po’ spenti non significa dover chiudere una relazione. Significa, piuttosto, prendersi cura di ciò che si prova, senza minimizzarlo.
Recuperare spazi solo per sé può essere un primo passo: un corso, un'amica da rivedere, un hobby messo in pausa, un po' di tempo di qualità con la propria interiorità. Condivisione e autonomia, nelle relazioni, crescono insieme.
Parlarne con il partner – con calma, senza accuse – può essere un momento prezioso: l’altro non può intuire ciò che non viene espresso. E se serve un confronto esterno, amici di fiducia o un percorso psicologico possono dare strumenti utili.
Qualunque sia il percorso successivo, una cosa resta vera: l’amore che fa bene è quello che permette di espandersi, non di rimpicciolirsi. È quello che accende, non quello che spegne. E nessuna relazione dovrebbe mai privare della possibilità di sentirsi pienamente vivi.
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“Se mi amassi davvero…”: 6 frasi per capire se lui vi sta manipolando

Non sempre chi manipola alza la voce. A volte, infatti, la manipolazione passa da frasi gentili, apparentemente affettuose, pronunciate con calma o con il sorriso. Frasi che sembrano normali, eppure lasciano dentro un senso di colpa sottile, la sensazione di essere sbagliate o troppo sensibili.
Un partner manipolatore non si riconosce sempre a prima vista. Lui stesso, a volte, non è nemmeno consapevole del fatto che vi sta manipolando.
Ma certe frasi, se ricorrenti, possono rivelare molto più di quel che sembrano. Spesso, infatti, non è l’intensità con cui vengono dette, ma la frequenza con cui vi fanno sentire sbagliate a fare la differenza.
E se vi fanno dubitare di voi stesse, se iniziate a giustificarle più che a sentirvi comprese… allora è tempo di fermarsi.
**Dieci comportamenti da non accettare mai in un fidanzato**
6 frasi che vi aiuteranno a riconoscere un partner manipolatore
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“Ti stai inventando tutto”
È la frase classica del gaslighting: la tecnica più subdola di manipolazione emotiva. Il partner non nega un fatto con una spiegazione, ma nega direttamente la realtà che avete percepito. Vi siete sentite ignorate, sminuite, o ferite da un suo comportamento? "Non è successo", dice lui. "Te lo sei immaginato". Con il tempo, iniziate davvero a dubitare della vostra capacità di giudizio. Ecco perché è tra i segnali più pericolosi di un partner manipolatore.
“Se mi amassi davvero, non mi faresti questo”
Colpevolizzare è una delle tecniche più comuni nelle relazioni disfunzionali. In questa frase, i vostri bisogni diventano automaticamente un atto di egoismo. Se mettete un confine, se chiedete tempo per voi, se non acconsentite a qualcosa che lui desidera, ecco che scatta la trappola emotiva: siete voi le insensibili. Il risultato? Si innesca il senso di colpa, e iniziate a mettere da parte voi stesse pur di "non ferire" l’altro.
“Io sono fatto così, sei tu che devi accettarmi”
Sembra una dichiarazione onesta, ma è una scappatoia. Serve a evitare il cambiamento, a congelare le dinamiche. In una coppia sana, ci si viene incontro. Quando invece ogni discussione si chiude con un “devi adattarti tu”, c’è una chiusura al dialogo. Chi la usa spesso può rivelarsi un partner manipolatore che si sottrae a ogni responsabilità emotiva. Anche se ve lo dice con tono calmo.
“Tutte le mie ex erano pazze, solo tu sei diversa”
All’inizio sembra un complimento. Vi fa sentire speciali, scelte. Ma in realtà è l’inizio di un discorso già sentito: un racconto in cui tutte le ex sono state isteriche, problematiche, irrazionali. Questo tipo di frase crea due effetti: da un lato isola, perché vi spinge a prendere le distanze da chi c’era prima; dall’altro, vi mette sotto pressione. Perché se un giorno non sarete più “diverse” abbastanza, potreste diventare la prossima ex pazza.
“Ti dico queste cose solo perché ti amo”
Una critica mascherata da affetto. È la classica frase che arriva dopo commenti su come vi vestite, vi truccate, parlate, o vi comportate in pubblico. La manipolazione qui è sottile: si presenta come preoccupazione, ma in realtà è un modo per esercitare controllo sotto forma di amore. Un partner manipolatore può usare frasi del genere per ridurre la vostra autostima senza che ve ne accorgiate.
“Nessuno ti capirà mai come ti capisco io”
Potrebbe sembrare una frase romantica. Ma non lo è. È, al contrario, una frase che isola, che vi fa sentire al sicuro solo dentro la relazione, e inadatte a essere comprese fuori. Serve a creare una dipendenza affettiva: voi da sole non bastate, solo lui può capirvi. Ma l’amore non ha bisogno di rinchiudere. Se sentite spesso questa frase, è il momento di chiedervi: vi sentite amate o vi sentite imprigionate?
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Questi 5 segni zodiacali sono allergici a dire "ti amo", confermate?

Per alcuni, dichiarare il proprio amore a qualcuno è la cosa più naturale del mondo. Per altri, invece, pronunciare quelle due parole sembra un’impresa titanica. Non è (solo) una questione di paura dei sentimenti, ma di come ciascuno dei dodici segni zodiacali vive l’amore, la vulnerabilità e il bisogno di proteggersi.
C’è chi preferisce dimostrare con i fatti piuttosto che con le parole, chi ha bisogno di sentirsi totalmente al sicuro prima di aprirsi, e chi, anche quando è innamorato, continua a nascondersi dietro battute o silenzi.
Ecco i cinque segni zodiacali che, più di altri, fanno fatica a dire “ti amo”. Non perché non lo provino, ma perché hanno il loro modo (spesso tutto da decifrare) di dimostrarlo.
**La qualità numero uno che ogni segno zodiacale cerca in un partner**
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Toro
Il Toro è uno dei segni più fedeli e concreti dello zodiaco, ma anche uno dei più lenti a lasciarsi andare. Per lui, dire “ti amo” equivale a fare una promessa che va mantenuta nel tempo: una parola che non può essere pronunciata a cuor leggero.
Prima di arrivare a quelle due sillabe, il Toro osserva, valuta, costruisce. Dimostra l’affetto con gesti quotidiani (come una cena preparata con cura, una presenza costante, un abbraccio che dura più del previsto) ma non con parole. Non è freddo, semplicemente vive l’amore come un progetto che richiede radici profonde. Quando finalmente lo dice, potete essere certi che lo pensa davvero.
Vergine
Tra i segni zodiacali più riflessivi, la Vergine tende a filtrare ogni emozione attraverso la mente. Anche in amore, analizza tutto: le parole, i gesti, le intenzioni dell’altro. Per lei, dire “ti amo” significa esporsi completamente, e questo la mette in difficoltà.
Non perché non senta le emozioni, ma perché teme di non essere ricambiata con la stessa intensità. Così preferisce restare nel territorio sicuro. Ma il suo “ti amo” è silenzioso: si nasconde in un messaggio la sera tardi, in un consiglio dato con premura o in un gesto pratico che rende la vita dell’altro più semplice.
Scorpione
Tra i segni zodiacali più intensi e misteriosi, lo Scorpione vive l’amore come una trasformazione profonda. Quando ama, ama completamente. Ma proprio per questo ha paura di dirlo. Quelle due parole, per lui, equivalgono a un’apertura totale, a un’espansione che lo rende vulnerabile.
Preferisce lasciar parlare lo sguardo, la passione, il silenzio carico di significato. Ma dietro il controllo e la diffidenza c’è un cuore che brucia. Lo Scorpione non dice “ti amo” finché non è sicuro di potersi fidare, ma quando lo fa, diventa la sua verità più assoluta. È l’amore che non ha bisogno di essere ripetuto, perché basta sentirlo.
Capricorno
Il Capricorno è l’archetipo del controllo e della determinazione, ma anche della paura di mostrarsi fragile. Spesso è convinto che i sentimenti vadano gestiti come un piano a lungo termine: con strategia, responsabilità e poca leggerezza.
Dire “ti amo” gli sembra quasi una perdita di potere, un cedimento che non si concede facilmente. Così si rifugia nel lavoro, negli impegni, nei progetti, e lascia che i fatti parlino per lui. Eppure, dietro quell’aria composta, c’è un bisogno autentico di connessione.
Acquario
L’Acquario è uno dei segni zodiacali più complessi in amore. Indipendente per natura, tende a difendere la propria libertà anche quando è profondamente coinvolto. Per lui, dire “ti amo” può sembrare una minaccia alla propria autonomia, come se quelle due parole potessero chiuderlo in una gabbia emotiva.
Spesso preferisce mostrare l’affetto con la complicità intellettuale, le lunghe conversazioni o la condivisione di ideali. È un amore cerebrale, fatto di libertà e di fiducia reciproca. Eppure, dietro la sua apparente freddezza, l’Acquario è un romantico che ama a modo suo: non dirà “ti amo” spesso, ma farà di tutto per esserci quando serve.
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