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Lifestyle

“Cose molto italiane”: le icone del Made in Italy diventano un libro

“Cose molto italiane”: le icone del Made in Italy diventano un libro

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Cose molto italiane è un viaggio tra gli oggetti-simbolo dell'Italia, dalle gomme da masticare Brooklyn allo zaino Jolly Invicta

Ci sono cose che non sono solo cose. Sono simboli, ricordi, tessere di un puzzle che forma l’identità di un popolo. L’Italia in questo è maestra, e infatti ha l’onore di avere in casa propria grandi cose come la Nutella, il Martini, La Settimana Enigmistica e la Vespa, giusto per citare alcuni dei tantissimi i protagonisti di Cose molto italiane. Le icone che hanno fatto la storia del Made in Italy (Ultra Edizioni, 384 pagine, illustrato con foto a colori).

È il nuovo libro scritto da Camilla Sernagiotto, filologa medievale, giornalista di Sky Tg24, del Corriere della Sera e nostra fidatissima firma fin dalla nascita del sito.

“Dalle scarpe Superga allo zaino Jolly di Invicta, dalla Fiat 500 al cappello Borsalino, siamo un Paese che ha trasformato cose di uso quotidiano in vere e proprie icone culturali, capaci di parlare al cuore di intere generazioni”, spiega l’autrice.

Sernagiotto ci accompagna mano per mano in un viaggio per tutta l'Italia, facendo tappa in oltre cento luoghi in cui sono nati altrettanti oggetti così importanti da aver plasmato la nostra identità collettiva.

Dopo il successo di quell’enciclopedia sentimentale che riuniva tutte le confezioni di prodotti italiani mai cambiate nel tempo, ossia Senza scadenza. L'intramontabile packaging made in Italy, Camilla Sernagiotto torna a dimostrare un talento speciale per trasformare la nostalgia in qualcosa di propositivo, senza piangersi addosso ripensando ai "bei vecchi tempi andati".

(Continua dopo la foto)

01

Dalla moka Bialetti al Martini e a Dylan Dog: un romanzo d’Italia

Pagina dopo pagina, qui si intrecciano ricordi personali, retroscena storici e curiosità che illuminano gli oggetti sotto una nuova luce. C’è la moka Bialetti, compagna insostituibile di tanti risvegli, e il fumetto Dylan Dog, che ha regalato a più di una generazione brividi e avventure. Ci sono il Martini, con il suo glamour senza tempo, e La Settimana Enigmistica, antidoto alla noia che ha attraversato guerre, crisi e pandemie senza mai perdere un colpo.

“Non sono semplici cose, a dispetto del titolo che abbiamo scelto”, spiega l’autrice. “Sono frammenti della nostra storia, racconti di vita quotidiana che ci uniscono.

Alcuni di questi oggetti, come il Ciao, la Lettera 22 di Olivetti e la vecchia Fiat 500, non esistono più sul mercato, ma continuano a vivere nella memoria collettiva. Altri, invece, sono ancora con noi, più vivi che mai”.

02

Oltre cento oggetti iconici del Made in Italy

Ogni capitolo si concentra su un’icona, narrandone la genesi, l’impatto culturale e le curiosità legate alla sua evoluzione. Perché dietro un oggetto c’è sempre una storia: quella delle persone che lo hanno creato, dei luoghi in cui è nato e dei sogni che l’hanno reso possibile.

Uno degli aspetti più affascinanti di Cose molto italiane è il suo equilibrio tra passato e presente: Camilla Sernagiotto non si limita a raccontare il fascino vintage di certi oggetti, ma li analizza come simboli di una tradizione italiana che sa reinventarsi continuamente.

La Nutella, per esempio, è nata in un piccolo laboratorio piemontese e oggi è un fenomeno globale. La Vespa Piaggio, dopo decenni di successi, continua a far sognare i giovani di tutto il mondo. Lo stesso vale per la Ferrari, ma anche per i Ferrero Rocher, l’acqua San Pellegrino, il Borotalco Roberts…

03

Totem culturali che uniscono un intero Paese

Gli oggetti che compongono questo viaggio sono definiti “totem culturali”: ogni prodotto racconta una storia che va ben oltre l’oggetto in sé, rivelando dettagli inaspettati sulle abitudini, i sogni e le sfide dell’Italia e degli italiani di diverse epoche e generazioni.

Ad esempio, nella parte dedicata alla seconda guerra mondiale si spiega che La Settimana Enigmistica era uno dei pochissimi prodotti a non subire restrizioni per ciò che riguardava il razionamento dell’inchiostro, perché considerato essenziale per tenere alto il morale dei soldati al fronte.

Un capitolo è dedicato all'album delle figurine Panini, che ha trasformato il collezionismo in un rito sociale condiviso. E il libro stesso sembra un enorme album di figurine che compongono la grande storia dell'Italia. “Sfogliarlo è come aprire un album fotografico della nostra infanzia, una testimonianza di come le cose più semplici possano diventare parte della nostra identità”, racconta Camilla Sernagiotto.

“Questi oggetti sono un collante: riescono a unire le persone perché appartengono a tutti. Non importa se vivi al nord o al sud, se hai vissuto negli anni Sessanta o sei nato nel 2004: ognuno di noi ha un legame con queste icone”.

Un tributo che invita a riflettere su quanto siamo grandi

Con la sua scrittura fresca e appassionata, Camilla Sernagiotto invita a guardare con occhi nuovi alle cose che fanno parte del nostro quotidiano. La sua non è un’operazione nostalgica ma semmai un invito a riflettere su quanto sia importante valorizzare il nostro patrimonio culturale.

“In un mondo in cui spesso si guarda più all’erba del vicino che al proprio giardino, spero che Cose molto italiane diventi un promemoria per ricordarci quanto abbiamo da celebrare. È un inno alla creatività, al design, al lavoro e al genio italiani. Ma, soprattutto, è un libro che ci ricorda una grande verità: quando una cosa è una ‘cosa molto italiana’, non può che diventare un successo mondiale”, spiega l’autrice.

Il suo nuovo libro parla sia della grande famiglia cui appartiene, l’Italia appunto, sia della sua vera "piccola" famiglia: “In ogni capitolo, racconto un pezzo della mia storia personale, parlando quindi dei miei cari. Scrivo di mio nonno Nino nella parte dedicata alle sue amatissime Tic Tac; di mia mamma nel capitolo sul Ciao; delle mie zie per quanto riguarda il caffè Lavazza Qualità Rossa; di mio cugino Mario nelle pagine dedicate a Dylan Dog… In queste pagine ci sono mia sorella Emilia, mio padre, i miei nonni, i miei amici… Ci siamo tutti, proprio tutti quanti. E, secondo me, ciascuno si potrà rivedere qui dentro”, conclude Camilla Sernagiotto.

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