A cinque anni dalla fine del suo matrimonio con la star Tom Cruise, l’attrice KATIE HOLMES si è confidata con Grazia dietro le quinte di uno show speciale. E ha spiegato che per inseguire l’amore, il potere e il successo
a volte basta fare un respiro profondo.
Ci incontriamo in un hotel di lusso nel cuore di Verona. Lei è qui per assistere allo spettacolo sul ghiaccio Intimissimi on Ice: A Legend of Beauty all’Arena di Verona, come madrina. L’attrice Katie Holmes ha due occhi grandi e blu. È più alta di come me l’aspettavo, e molto magra. Indossa un paio di pantaloni palazzo neri una giacca di jeans chiara e tacchi alti.
Sotto, un po’ nascosto ma solo per motivi di temperatura, sbircio il pezzo di stagione: una bralette Intimissimi in pizzo nero. «Lo trovo un capo molto elegante ed eclettico, lo indosso come vede, da solo, o sotto le camicie di seta un po’ trasparenti», racconta divertita.
Mi rendo conto che ci sono almeno due Katie. Quella che conosciamo, la ragazza della porta accanto della serie tv Dawson’s Creek. Una figura dal volto innocente che i più hanno visto come una vittima sacrificale quando nel 2006 è andata in sposa all’attore Tom Cruise. Insomma, la ragazzina inesperta, perché la più piccola dei cinque figli di Martin Joseph Holmes e Kathleen Sarafyan da Toledo, Ohio, sembrava non avere i mezzi per fronteggiare uno star system di quel livello.
Ma c’è l’altra Katie. La donna che da un certo momento in avanti ha passato giornate a studiare il divorzio perfetto. Possiamo immaginare che sia stata aiutata dal padre, avvocato divorzista, ma ci vuole comunque la freddezza e la precisione di un agente della Cia per non farsi scoprire e uscire da casa Cruise con tanto di figlia al seguito e un cospicuo assegno di mantenimento. Per ottenere tutto questo Kate ha firmato un contratto nel 2012 in cui prometteva che per i successivi cinque anni non sarebbe mai apparsa in pubblico con un uomo. Ha onorato la clausola tanto che il suo legame sentimentale con l’attore Jamie Foxx è stato fotografato solo da poco (e mai commentato), nonostante i due siano legati dal 2013.
Con All We Had, che ha diretto e interpretato, ha convinto la critica. Alla fine del film faceva anche un ringraziamento speciale a sua figlia Suri:«I sogni si avverano». Che cosa voleva dirle?
«Era il mio primo lavoro e ho voluto che sapesse quanto fosse speciale per me. Quando crescerà, quel messaggio acquisterà ancora più significato per lei».
Con Rare Objects torna dietro la macchina da presa.
«Ho scritto la sceneggiatura traendola dal romanzo di Kathleen Tessaro, ci ho messo più di un anno a riadattarlo. Racconteremo la storia di Maeve, una figlia di immigranti irlandesi che vuole di più dalla vita. La pellicola è ambientata dopo la Grande Depressione e, tra alcol, uomini superficiali e incontri sbagliati, la donna avrà una vita disastrosa ma proverà ad andare avanti».
Sta lavorando molto, non sarà troppo?
«Ci vuole forza. Ma ho accanto un magnifico gruppo di lavoro di cui mi fido. Stiamo dando tutti il massimo per creare qualcosa di speciale e che sia utile anche alle nuove generazioni. Questa esperienza mi sta insegnando ad apprezzare di più il lavoro dei miei collaboratori».
Tira fuori il suo potere personale per guidare gli altri?
«Per me dirigere significa soprattutto essere molto organizzata, ed è facile quando un gruppo ha lo stesso obiettivo. Nelle collaborazioni creative la cosa più importante è saper ascoltare, ispirare gli altri e farsi ispirare a nostra volta».
Che tipo di professionista vorrebbe essere?
«Mi definisco più una creativa che una manager. Mi piace dipingere, scrivere, recitare, dirigere, raccontare storie e mettere in comune una visione forte».
Che cos’è il successo, per lei?
«Quando sono nella mia famiglia sento di avere successo, lo stesso vale quando i progetti a cui tengo prendono forma. È il processo della creazione che mi cattura molto, non tanto il risultato. E adesso che mi ci fa pensare, i due aspetti vanno insieme: stare in famiglia aggiunge quella forza che mi serve per essere creativa».
È orgogliosa della donna che è diventata?
«Direi di sì, sto evolvendo e mi sento ispirata dalle colleghe che fanno il mio lavoro e rischiano. Sono anche molto eccitata per quello che vedo all’orizzonte, i nuovi capitoli della mia vita».
Guarda mai indietro?
«Guardo sempre avanti, non penso alle cose che ho fatto in passato. Mi piace anche festeggiare i risultati degli altri. Nel clima in cui stiamo vivendo oggi mi sembra ancora più importante mandare un certo messaggio, sottolineare gli aspetti positivi delle cose che ci succedono intorno».
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