Miss Sloane è un film che non solo vi piacerà, ma che mostra un'America divisa a metà quando si parla di armi e spiega chi sono davvero i lobbisti
Se c'è una cosa bella del cinema, a parte il cinema in sé si intende, è quando si esce dalla sala con la consapevolezza di aver imparato qualcosa di nuovo, di aver aperto gli occhi su una realtà che non conoscevamo e di tornare a casa con nuove domande a cui cercare di trovare una nostra personale risposta, che va oltre a quella raccontata sul grande schermo.
Ed è esattamente quello che succede uscendo dalla sala dopo aver visto Miss Sloane, al cinema dal 7 settembre.
Un film che attraverso la figura di Elizabeth Sloane (Jessica Chastain), protagonista assoluta della storia, approfondisce il tema che da sempre divide l'America e gli americani: il diritto alle armi.
Nel farlo, svela quello che succede dietro le quinte della politica USA, puntando l'attenzione sulla figura del lobbista, di rado spiegata in modo chiaro ed esaustivo come in questa pellicola.
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La trama di Miss Sloane
Miss Sloane è un thriller politico firmato da John Madden (già regista di Shakespeare in Love e Marigold Hotel) e racconta la storia di un'agguerrita e richiestissima lobbista di Washington D.C., che esegue il suo lavoro sempre sul limite tra il legale e l'illegale.
La sua etica però ha la meglio quando il capo della potente lobby delle armi si rivolge a lei per convincere l'elettorato femminile a votare contro una legge che limiterebbe l'acquisto alle armi da fuoco.
Elizabeth Sloane non solo rifiuta, ma appoggiando un piccolo studio legale specializzato in materia, inizia una personale battaglia a favore della legge e dei suoi sostenitori al Congresso.
A quel punto, il film solleva il velo sull'industria delle lobby e porta alla luce le dinamiche e le strategie utilizzate in America per ottenere i voti necessari per far passare o meno una proposta di legge.
Chi sono i lobbisti
Per farla semplice: i lobbisti sono dei professionisti della comunicazione, il cui lavoro consiste nell'influenzare chi ha il potere decisionale, in questo caso specifico i rappresentanti del Congresso, i cui voti, a favore o contrari a una proposta di legge, sono sì legati al partito politico di appartenenza, ma anche suscettibili di opinioni e campagne personali.
Il risultato è una sorta di incrocio tra politica e spionaggio.
Nonostante non si abbia una chiara idea delle origini del termine lobbista, secondo molti è stato coniato dal Presidente degli Stati Uniti Ulysses S. Grant, parlando di chi, per qualche interesse personale, cercava di agganciarlo nella hall (la lobby, appunto) del Willard Hotel, storico albergo di Washington, dove si narra che venissero stretti accordi e prese la gran parte delle decisioni della politica americana, ben più che nella Casa Bianca.
Per rappresentare questo mondo, la sceneggiatura è intelligente, veloce, strategica e molto verbale - oltre che ricca di svolte inattese.
La legge sulle armi
Il tema legato all'acquisto e al possesso delle armi da fuoco in America è quanto mai attuale e da sempre un argomento di rottura attraverso tutti gli strati sociali.
Il testo di legge in questione è l’immaginario Heaton Harris Bill, un disegno di legge bipartisan che propone una legislazione più severa per il controllo delle armi.
La proposta è quella di rendere necessario il riconoscimento di chi voglia comprare un'arma, per limitarne l'acquisto da chi ha problemi psichiatrici o una possibile deriva terrorista, la risposta dei contrari è che il possesso di un'arma è un diritto inviolabile garantito dal Secondo Emendamento della Costituzione americana e che dunque qualunque limitazione al possesso di un'arma sarebbe allo stesso tempo una limitazione dei diritti del cittadino.
Per quanto la storia raccontata e il disegno di legge in questione siano interamente opera di fantasia, l'argomento trattato e le motivazioni di entrambe le parti sono strettamente legate al reale.
Se vi abbiamo incuriosito a sufficienza, ecco il trailer.
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