Scelte di primavera: temi forti di stagione per la P/E 2013 al maschile
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Riscritture libere che mettono al centro, con nuova enfasi, la sostanza del vestire maschile. Le passerelle della primavera-estate 2013 esaltano la fisicità e promuovono la semplificazione
Riscritture libere che mettono al centro, con nuova enfasi, la sostanza del vestire maschile. Le passerelle della primavera-estate 2013 esaltano la fisicità e promuovono la semplificazione
Niente più della moda invoca la crisi. La messa in discussione di valori condivisi, ma instabili per statuto. Una rivoluzione che stravolge eppure conserva, perenne nel confondere esiti e partenze. La primavera-estate 2013 delle passerelle al maschile è un coro di voci, ognuna con un timbro e una profondità; un'armonia complessa e plurale, dove però si possono intendere alcune note portanti. La silhouette che scopre volumi complessi, la sartorialità che civetta con agili scenari sportivi, tagli recisi che scoprono il corpo e lo esibiscono senza riserve. Non per vanità, ma per un catartico mettersi a nudo. Il senso dell'uniforme, infine. Quella che ricorda lo scatto nervoso e preciso del soldato. E quella dell'automa, tutta profusa nella logica della funzione.
Bianco assoluto. Candore del foglio intatto. Azzeramento e tabula rasa. Il bianco supera i confini della camicia d'ordinanza e si propaga al completo del nuovo elegantone. Che brilla di luce propria, in barba a un presunto ascetismo.
Metallo. Citazione aggiornata: brilla, e sii grande. La stagnola è la tentazione più forte di stagione. Futuribile spaziale e glam, per bomber glassati di splendore e felpe che sfidano l'oro.
50/60. Neoralismo e dolcezza felliniana. Nostalgia che non è fuga, ma voglia di virile eleganza.
Iconico-pop. La moda nell'epoca della sua riproducibilità tecnica. Kitsch riveduto e corretto, estasi massificate che fanno divertire. E soprattutto vendere. Perché ognuno possa vantare un guardaroba della Madonna.
Camouflage. Perde in belligeranza e si presta a variazioni da vernissage. Il mimetico stinge in maculato e si acquerella in astratte composizioni. Come sotto l'azione di un magico reagente.
See-through. Riservato a chi ha muscoli da mostrare e niente da nascondere. Trasparenza nuovo imperativo estetico, quindi morale. Statevene freschi e leggeri, sensuali come odalische e flessibili come acrobati, voi che potete.
Floral. Mettete dei fiori sui vostri calzoni. Visto che ci siete, fate sbocciare anche giacca e camicia.
Micro-patterns. Compunta freschezza per il perfettino che va in riviera, con la giacca dalla manica recisa. A rombi e minute quadrettature, citazioni da cravatteria. Si può disciplinare il chiacchiericcio visivo delle stampe? Risposta affermativa.
Stripes. Tutti in riga. Abusate di strisce pagliaccesche e da vestaglia, uniforme carceraria e tenuta da marinaretto. Il gessato, solo lui, va in vacanza.
Leather. Chiodo schiaccia chiodo, anche se infuria la canicola. Per il guappo metropolitano che vive emozioni a fior di pelle e l'aitante sportivo che sfoggia, udite udite, un blouson di coccodrillo.
Geometrie. Astratte composizioni di linee e colore. Alfabeto di una nuova grammatica, di rigore e atleticità. Più forma-funzione.
Rosso primario. Strafottenza e vitalità per dichiarazioni a voce stentorea. Il rosso elettrizza e frastorna. Infiamma il doppiopetto e gli trasfonde sangue rock. Seduce il sartorial-sportivo e te lo rende ginnico e adolescenziale.
© Riproduzione riservata
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