Massimiliano Monteverdi: «Non contrappongo stile e moda»
Vive a Berlino, è responsabile per la comunicazione dell'agenzia di Claudia Wuensch. Lo stile di Massimiliano Monteverdi è frutto di ricerca, senza preconcetti e timidezze. Perché la curiosità intellettuale è la premessa di ogni moda
massimilianomonteverdi
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Francamente non credo che lo stile, quello con la S maiuscola, esista. O quantomeno non credo alla netta contrapposizione tra stile e moda, tra lo stile inteso come qualcosa di positivo, un valore "highbrow" da conservare e di cui essere orgogliosi, e la moda intesa come qualcosa di negativo, un valore "low brow" da dimenticare e di cui magari vergognarsi, come se si trattasse di un errore giovanile. Penso che il rapporto tra stile e moda sia molto più interessante e articolato, ed è proprio questa complessità a rendere il tutto "worthwile" e degno sia dei nostri pensieri che dei nostri soldi.
Sono affascinato da come alcuni designer riescano ad offrire una densità semiotica pari a quello di un'opera d'arte e ad attivare le stesse dinamiche di fruizione estetica (il gioco di rimandi e di referenze, il momento esistenziale e auto-biografico) – il tutto pur rimanendo all´interno del formato “vestito” e creando comunque un prodotto che risponde ad esigenze commerciali. Un nome sopra tutti è quello di Raf Simons – Raf Simons ed il suo seminario “ongoing” sulla gioventù, una gioventù intesa non solo (o non più) come “state of mind” o semplice marketing tool ma sempre di piú come momento di svelamento autobiografico (auto-sweet bird of youth).
Ma il piacere più grande è quello di vedere come un’idea, una forma o un frammento di Zeitgeist passi da un libro ad un vestito e si trasformi in una canzone, in un'architettura o in un oggetto di interior design – e di capire lo spazio che unisce queste cose.
© Riproduzione riservata
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