Marc Jacobs nuovo designer di Dior?

Da ieri non si parla d'altro, da quando il sito WWD ha menzionato voci (sempre più insistenti) della possibile nomina di Marc Jacobs a direttore creativo del prestigioso marchio Christian Dior. In realtà i "rumors" sono iniziati ormai da tempo, da quando lo scorso febbraio John Galliano è stato estromesso dalla società con l'accusa di antisemitismo e per i gravi problemi con droga e alcool. I primi nomi a circolare per una possibile sostituzione sono stati quelli di Alber Elbatz , direttore creativo di Lanvin dal 2001, di Sarah Burton designer di Alexander McQueen, e di Nicolas Ghesquière di Balenciaga ma entrambi avevano smentito prontamente la possibilità di passare alla Maison Dior, poi è stato il turno di Haider Ackermann e Hedi Slimane, ma nessun accordo è stato trovato e infine è stato il momento di Riccardo Tisci, direttore creativo di Givenchy, il preferito della figlia di Bernard Arnault, che pare essere ancora in corsa per il ruolo, ma che non ha mai commentato la possibilità di poter cambiare casa madre.

Secondo il sito americano però non ci sarebbero dubbi, Marc Jacobs è in trattativa con Arnault, e la sua dipartita da Louis Vuitton sarebbe prossima. Secondo la giornalista Cathy Horyn del New York Times , non c'è nulla di cui essere stupiti, nella rosa di candidati al titolo quello di Marc Jacobs è sicuramente il più scontato, è un nome importante, patinato, proprio come quelli che piacciono alla Maison francese. Sicuramente se le previsioni di questi giorni si avverassero sarebbe molto interessante vedere lo stilista disegnare la sua prima collezione Couture, questione che incuriosisce non poco il mondo della moda. In tutto questo parlare e fare supposizioni, spunta anche il nome di Phoebe Philo, che non avrebbe accantonato l'idea di poter prendere il posto dello stesso Jacobs da Louis Vuitton, continuando però il suo lavoro per Céline.

I prossimi mesi (e soprattutto quello della moda) saranno decisivi e ci sveleranno sicuramente chi prenderà finalmente il posto di John Galliano.