Quattro giorni tutti dedicati alla moda uomo e alle nuove tendenze per l’inverno che verrà
LCM semplice acronimo per London Collection Men, quattro giorni tutti dedicati alla moda uomo e alle nuove tendenze per l’inverno che verrà. In un clima delicato e di cambiamento questa Moda Uomo si spoglia degli eccessi per celebrare la normalità di tutti i giorni, per un uomo consapevole e dinamico, pronto al cambiamento senza dimenticare il proprio passato.
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Le foto esclusive dalla London Collection Men
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Pics by Sara Reverberi
Barbour. Fedele alle sue radici aggiunge un tocco contemporaneo a capi perfetti per l’inverno inglese, e non solo. All’interno della storica Swiss Church, i giovani modelli immobili su piedistalli ben rappresentano l’unione tra passato e presente caratteristica della collezione. Le classiche giacche ormai firma del brand mantengono i materiali tecnici ma si ampliano in silhouette più rilassate. La palette di colori, dal nero al kaki, viene interrotta solo dal tartan rosso delle camicie legate in vita. Barbour riesce a rimanere autentico e funzionale, incarnando ancora una volta il perfetto stile ‘countryside chic’.
Belstaff a/i 2016
Altro brand della tradizione British, Belstaff che ci porta in un suggestivo viaggio verso la libertà attraverso terre sconosciute e ghiacciai innevati (senza dimenticare lo stile). Prendendo ispirazione dai piloti endurance, e dalla necessità di protezione contro i climi più avversi, la collezione AW16 unisce il comfort ad una adattabilità senza precedenti. All’interno di un ‘ghiacciaio coperto’ (in realtà un tunnel vittoriano in disuso) modelli-esploratori rappresentano l’identità Belstaff fatta di giacche in pelle, ora con interno in shearling staccabile, caldi parka e quella commistione sapiente di pelle, nylon e knitwear. E per chi ha bisogno di scaldarsi una sosta al bar ‘dei ghiacci’ per un cocktail speciale: Cîroc Blue Steel (per celebrare la partnership tra Belstaff e Cîroc per il film Zoolander 2).
E poi Margaret Howell per un distillato di perfetto minimalismo British. Fedele alla sua ‘signature’ Howell presenta una collezione senza tempo, fatta di pantaloni a vita alta, cropped chino, macs e caldi maglioni in cashmere. Ogni capo è comodo e morbido, perfetto nella sua semplicità, spesso il monocromo è spezzato solo dal tocco di colore del foulard sapientemente annodato al collo. Capi senza scadenza, tanto lussuosi nei materiali quanto semplici nel loro minimalismo, da possedere e custodire in contrasto con una moda sempre più ‘fast fashion’.
Pringle Of Scotland a/i 2016
Pringle of Scotland. Il brand icona della maglieria scozzese prende spunto dall’artista Agnes Martin e i suoi motivi ripetuti a griglia, creando una collezione che gioca con i pattern e affascina con l’irregolarità della sovrapposizione. Geometrie e ripetizioni innovano il Il classico tartan che viene sovrapposto e reinventato sui cappotti e i soffici maglioni in mohair. Lo suede e i rombi in pelle sono lavorati all’uncinetto sulla maglia, niente risulta scontato e anche il look monocromo in total black è spezzato dagli inserti arancio dei “chelsea boots” in pelle. In contrasto con la simmetria geometrica delle stampe, le silhouette sono oversized e comode dando vita ad un contrasto assolutamente moderno.
Dalla Scozia a NY per Coach che trasforma la passerella in una strada, in una NY anni 70, e tra impalcature di metallo fa sfilare l’uomo dell’inverno AW16, sempre e comunque ‘effortless cool’. Bruce Springsteen incontra il primo hip-hop newyorkese e prende vita una collezione fatta di denim, pelle e imprescindibili accessori. E tra parka, giacche in pelle e bomber jacket ecco poi quello che potremmo ormai definire la firma del brand: lo shearling. Giacconi e cappotti assolutamente perfetti per quell’eroe di tutti i giorni, meno prezioso, più ‘crudo’ ed imperfetto, preso d’ispirazione per questa collezione.
Ispirazione urbana anche per Christopher Kane che presenta “Car Crash” . All’interno del flagship store di Londra il bianco delle pareti viene “spezzato” dalle bordature led - nuova firma di Kane, che (proprio come le mille luci di una città) illuminano i colli, i polsi e gli orli dei diversi capi. Anche la cintura di sicurezza si trasforma in una cintura extra lunga e la fibbia sostituisce i lacci nelle ormai inconfondibili sneakers. La vita automatizzata della città si riflette su una collezione fatta di denim, forme oversize e silhouettes baggy tipiche dell’abbigliamento sportivo e da lavoro.
Dalla strada alla galleria d’arte con Moschino che parte dal presupposto che “Il mondo dovrebbe essere un’unica galleria d’arte” (con annessa passerella). Jeremy Scott apre gli archivi di Gilbert & George (la storica coppia provocatoria dell’arte inglese) e i confini tra realtà e illusione si fanno labili, i colori ‘esplodono’ sui capelli e le orecchie dei modelli che sulle note di ‘Personal Jesus’ portano in scena un ‘party’ all’insegna dell’ anti-convenzionalismo borghese provocando un’esplosione punk ed una proiezione futura di gender crossover. Il modello Lucky Blue si alterna in passerella a Jourdan Dunn, portando in scena abiti ‘bidimensionali’ grazie ai colori saturi, agli slogan e alle stampe per un’esplosione punk in puro stile Jeremy Scott.
Burberry Prorsum a/i 2016
Dalla stravaganza di Moschino alla raffinatezza di Burberry. Stessa location, giardini di Kensington, ma setting totalmente nuovo per uno show ‘intimo’ dal titolo “Something Old, Something New, Something Borrowed, Something Blue”. In una giornata di lutto per David Bowie (scomparso proprio la mattina dello show), la voce calda di Benjamin Clementine che accompagna lo show, intona “Adios” e si carica di un profondo significato. Una collezione moderna, pensata per il presente, capace di rispolverare pezzi del passato (come il classico trench coat) e mescolarli con lo sportwear, un pezzo su tutti la felpa con zip. Casual e formale si uniscono in una dinamicità nostalgica condita con la giusta dose di originalità.
E per finire, Paul Smith che con “You can find inspiration in everything” (puoi trovare ispirazione in qualsiasi cosa) ci fa entrare nel suo mondo. Una stanza nella stanza, solo 3x3 metri (esattamente la stessa metratura della prima boutique del marchio), che diventa uno spazio senza limiti e uno spaccato del processo creativo del designer. Macchine fotografiche, libri, fotografie (tra cui uno spazio speciale assegnato proprio a David Bowie), dischi e vecchi televisori che riproducono tango argentino. Uno sguardo privilegiato sul mondo privato di un artista che non smette di ispirare e lasciarsi ispirare da più di quarant’anni.
Ma non sarebbe fashion week senza i party, uno tra tutti quello di Diesel che sceglie proprio la London Collections Men per lanciare la sua nuova innovativa campagna. Metti una notte, Shoreditch (mecca creativa dell’est London), una warehouse, musica e commistioni visive e la ricetta per decodificare la cultura digitale. Offline and online si fondono e gli emojii diventano un nuovo alfabeto universale in quella ricerca di libertà di espressione tipica del DNA Diesel.
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