La regina degli scacchi: i costumi e i look ispirati ad Anya Taylor-Joy
Di buone ragioni per dare una chance a “La regina degli scacchi” - la miniserie targata Netflix più seguita del momento - ce ne sarebbero diverse: la trama decisamente insolita, ispirata all’omonimo romanzo di Walter Tevis del 1983 che racconta un mondo competitivo e sinora poco esplorato sullo schermo come quello degli scacchi; la magistrale interpretazione di Anya Taylor-Joy nei panni della ragazza prodigio Elizabeth Harmon, che nella scacchiera trova il suo riscatto da una vita che non si è rivelata molto generosa nei suoi confronti; la fotografia di Steven Meizler, che è riuscito a trasformare ogni scena in un quadro affascinante e ricco di suggestioni.
Ma se “The Queen's Gambit” - questo il titolo originale dello show - si è guadagnata il podio nella top ten della piattaforma di streaming, il merito è anche degli splendidi costumi ideati da Gabriele Binder: un omaggio al glamour degli anni ‘50 e ‘60 che si traduce in gonne a vita alta, cappottini bon ton, abiti a trapezio e bluse a motivi geometrici che strizzano l'occhio alla op art.
Per la costruzione del guardaroba di Beth, la costumista è partita dal colore. «Abbiamo sviluppato la palette attorno al verde chiaro, nuance che fin da subito ci è parsa in linea con questo personaggio», ha rivelato in un panel tenutosi durante l’inaugurazione della mostra virtuale “The Queen and the Crown”, allestita dal Brooklyn Museum in collaborazione con Netflix e dedicata ai costumi più belli de “La regina degli scacchi” e a quelli della quarta, attesissima stagione della serie cult “The Crown”.
La Binder ha utilizzato questa tonalità nel corso di tutta la narrazione: è verde chiaro il vestito che la piccola Beth indossa quando fa il suo ingresso in orfanotrofio, così come l’abito dal colletto squadrato che sfoggia tempo dopo, in occasione di una delle competizioni. «Abbiamo cercato di capire quali fossero i momenti in cui questo colore potesse dar risalto alla sua forza».
Un altro elemento ricorrente sono i motivi a quadri: stampe check e quadretti vichy fanno capolino su abiti a ruota, costumi da bagno, capispalla, sottolineando come gli scacchi per Beth rappresentino molto più di un gioco.
La costume designer ha anche spiegato che ogni mise è in un certo qual modo influenzata dai luoghi in cui si svolgono le competizioni. «Quando Beth è a Parigi, ad esempio, acquista un abito nero e beige ispirato ai celebri modelli di Pierre Cardin degli anni ‘60. Quando invece si reca a Mosca per il torneo finale, tra i suoi key pieces c’è un cappotto a scacchi. Un pezzo molto più sofisticato rispetto a quelli precedenti, scelto per evocare la sua ritrovata fiducia in sé stessa».
Il riferimento alla scacchiera appare evidente anche nell'ultimo, memorabile outfit total white sfoggiato dalla protagonista in chiusura della serie: un cappottino di cashmere con bottoni rivestiti e un basco con pon pon nello stesso tessuto, ideato con il preciso intento di evocare il profilo del pezzo della Regina Bianca.
«Tutti i costumi sono stati prodotti nel nostro laboratorio di sartoria. Ci siamo ispirati alle principali icone di stile dell’epoca, da Audrey Hepburn a Edie Sedgwick. Pur trattandosi di abiti dalle linee abbastanza semplici, Anya ci ha reso tutto più facile perché è dotata di un’incredibile grazia naturale».
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