Karl Edwin Guerre: dietro e davanti l'obiettivo
Fotogallery Karl Edwin Guerre: dietro e davanti l’obiettivo
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Intervista al fotografo e icona di stile dello street-style
Maestro nel maneggiare una macchina fotografica e impeccabile in posa davanti a un obiettivo. Karl-Edwin Guerre, fotografo di Guerreisms , fa parte di quel ristretto circolo di blogger che vivono lo stile a 360 gradi: lo cercano incessantemente negli altri, catturando l'essenza in scatti dai colori nitidi da condividere online, e lo esprimono ogni giorno scegliendo con cura e naturalezza i capi da indossare. Abbiamo chiesto a Guerre cosa significa vivere in prima persona lo street style , leggete l'intervista e sfogliate le foto esclusive di Tamu McPherson .
Raccontaci un po’ la tua storia. Da dove vieni? E che cosa ti ha spinto verso lo street style?
Sono nato a Brooklyn da genitori haitiani. Prima di dedicarmi allo street style ho diretto un film di 55 minuti, autopubblicato due libri, e mi sono sempre espresso in senso artistico. Ho deciso di fare foto di street style perché pensavo di essere in grado di catturare il “cool” da una prospettiva di diversa, quella di qualcuno che apprezza lo stile ben prima della moda.
Che cosa cerchi in un look? Quando decidi di scattare proprio “quella” foto?
Guardo i particolari e il modo in cui la persona ha messo tutto insieme. Personalmente, non amo gli eccessi (di qualsiasi genere). Quello che cerco di immortalare è l’eleganza noncurante, lo stile con nonchalance.
Che cosa ami maggiormente dell’essere un fotografo di street style?
È un ottimo modo per condividere la mia idea di stile. Mi ha dato l’opportunità di viaggiare, allargando e ridefinendo la mia idea di stile. Lo street style è come una buona amica per me, è stata buona con me, quindi le rimango fedele. Non c’è una cosa che amo in particolare: non si può separare il positivo dal negativo.
Com’è cambiata la tua vita con l’esplosione del fenomeno street style?
Oggi faccio le stesse cose che facevo quando ho scattato la mia prima stagione, ma con una consapevolezza e determinazione diverse. L’esplosione dello street style è un invito costante a non ripetermi, a restare creativo, pur nel rispetto costante di questo mestiere.
Qual è il posto più alla moda che hai visitato? E quello in cui vorresti andare per fare qualche scatto?
Difficile a dirsi… Grazie a Internet tutti hanno accesso allo stile globale, e le sovrapposizioni tra cultura e moda sono sempre più numerose. Anche se non credo che esista una città con il monopolio sullo stile, in effetti ritengo che New York sia un posto fantastico in cui si vede un po’ di tutto. Quanto al luogo in cui vorrei andare a fare foto: dovunque mi porti la ricerca dello stile.
Qualcuno che ti piacerebbe fotografare?
Andre (3000) Benjamin.
Hai un’icona di stile che ti dà l’ispirazione per i tuoi look?
Credo che lo stile sia una questione di personalità e individualismo. Il mio stile è un riflesso del modo in cui vedo la vita. Pur apprezzando lo stile personale di uomini come Miles Davis, Frank Sinatra o Gianni Agnelli, mi rendo conto che i loro look funzionavano perfettamente solo per loro. L’ispirazione per il mio stile viene dalle mie esperienze di vita.
Sei un fotografo, ma anche il soggetto di moltissimi scatti di street style: i tuoi look hanno subito un cambiamento o un’evoluzione per questo?
Se i miei look si sono evoluti non è per le macchine fotografiche puntate su di me, ma perché sono cresciuto come persona. Pur continuando ad amare il colore, non faccio più certe combinazioni che avrei potuto scegliere in passato. Attualmente punto alla semplicità. È molto lusinghiero quando altri vogliono fotografarmi, ma il mio obiettivo principale è sempre stato quello di fare fotografie, non di esserne il soggetto. Mi vesto per la gioia di vestirmi, non a beneficio degli obbiettivi fotografici.
Se avessi 5000 dollari da spendere in moda, che cosa compreresti?
Tessuti! Amo entrare nei negozi di tessuti, scegliere il tessuto “perfetto” e rivolgermi a un sarto per creare il capo che ho in mente.
Tre stilisti che ami e perché.
Ne ho ben quattro:
Devon Scott: un giovane designer americano che mescola tagli classici a un’atmosfera “casual fly”. Ha un occhio incredibile per tessuti e colori, e crea collezioni contenute e incisive.
Sciamat by Valentino Ricci: per me riflette il meglio della maestria artigiana italiana. Gli abiti sono confezionati a mano, e sono senz’ombra di dubbio opere d’arte da indossare. Quando penso allo stilista in assoluto più attento ai particolari, penso a Valentino Ricci.
I cappelli di Borsalino e di Super Duper Handmade : non esco mai di casa senza un cappello, ed entrambi questi brand producono cappelli adatti al mio stile. Sono fissato con i dettagli e il cappello è spesso l’ultimo tocco al look prima di uscire di casa.
Berkenstein Bespoke: parlando di abiti fatti su misura, è uno dei miei negozi preferiti a New York. Riescono a realizzare esattamente quello che hai in mente!
Leggi qualche blog? Se sì, ne consiglieresti qualcuno ai nostri lettori?
Al momento sto lavorando ad alcuni progetti e da circa sei mesi non seguo nessun blog. Sto cercando di concentrarmi sulla creazione e non voglio lasciarmi influenzare da fattori esterni.
In ogni caso, ci sono moltissimi blog che hanno attirato la mia attenzione, e anche se l’elenco cambia continuamente, continuo a seguirne sempre due: CitizenCouture.com – uno dei primissimi blog “who’s who” del settore moda/stile e hypebeast.com – per tenersi informati in modo informale
Che cosa suggeriresti a giovani ragazze e ragazzi che vorrebbero fare un lavoro come il tuo?
Incoraggio i giovani in generale a seguire la propria passione. Se è lo street style, credo che chi ha successo sia chi non si limita a prendere in mano una macchina fotografica e giocare a vestirsi bene. C’è un’arte anche nello street style, proprio come nello scrivere o nel dipingere. Se volete farlo per svago, divertitevi; se volete farlo come hobby, fantastico; se vorrete farlo con il cuore, renderete il mondo un posto migliore.
Pensi che in futuro ci sarà ancora un mercato per lo street style o che si evolverà in qualcosa di diverso?
Credo che ci sarà ancora un mercato, ma che il mercato si evolverà, così come “l’arte” dello street style. La domanda non è se si evolverà, quanto piuttosto: chi promuove e pratica lo street style manterrà un’attitudine artistica?
Dove ti incontreremo nei prossimi mesi? Progetti per il futuro?
Nei prossimi mesi mi concentrerò su progetti che spero mi porteranno a NY, Las Vegas e Tokyo… spero di continuare a viaggiare, ma chissà cosa mi riserva il futuro. Di certo continuerò a presentare lo stile da una prospettiva diversa.
Quanto ai progetti per il futuro, almeno uno devo proprio tenerlo segreto, ma sicuramente ne sentirete parlare quando si realizzeranno.
© Riproduzione riservata
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