Haute Couture: il meglio dalle sfilate di Parigi per la Primavera-Estate 2018
Recap della quattro giorni parigina dedicata all’Haute Couture della Primavera-Estate 2018, tra abiti da sogno, avanguardia e contaminazioni artistiche
Un sogno chiamato Haute Couture. È quello andato in scena a Parigi, durante la quattro giorni dedicata alle sfilate d’alta moda della Primavera-Estate 2018.
Per coglierne l’essenza - quell’unicum d’arte e tradizione sartoriale, sperimentazione e savoir faire artigiano - basta guardare le creazioni di Maria Grazia Chiuri, da un anno e mezzo alla direzione creativa della maison Dior. È al surrealismo che si ispirano le minuziose lavorazioni di ogni singolo capo: la gabbia, protagonista di tante opere del periodo, è trasfigurata in corsetti di tessuto tubolare; le pieghe degli abiti da sera diventano pagine; le piume disegnano motivi fuori scala in bianco e nero. Un omaggio alla carismatica personalità di Leonor Fini, poliedrica artista e amica di Salvador Dalí, André Breton e dello stesso Christian Dior.
Dal surrealismo di Dior al romanticismo di casa Chanel. Karl Lagerfeld ci proietta - letteralmente - in un giardino fiorito, facendo sfilare romantiche mademoiselle con tanto di veletta tra rose, gelsomini e la grande fontana allestita per l’occasione al Grand Palais. Garbo e raffinatezza i leitmotiv della griffe, che sceglie il rosa come colore d’elezione, strizzando l’occhio alle millenials che non vogliono rinunciare al (buon) gusto di capi iconici e senza tempo.
Le sfumature del cielo sono invece il fulcro della sfilata di Armani Privé, un memento alla leggerezza con vaporosi micro dress, blazer con revers decorati, tubini e abiti-nuvola: un incanto per gli presenti, tra cui le attrici Marion Cotillard e Isabelle Huppert.
E a proposito di star, quella in passerella da Jean Paul Gaultier ha appena tre anni, si chiama Ioni e ha sfilato insieme alla mamma Coco Rocha - modella e musa dello stilista fin dai suoi esordi - indossando uno degli abiti scultura della collezione-tributo agli anni ‘80, tra fantasie optical, maxi spalline e coloratissime paillettes.
È in technicolor anche l’avanguardia di Maison Margiela. La collezione “Artisanal” realizzata da John Galliano è fatta di illusioni olografiche determinate dall’utilizzo di materiali quali poliuretano, PVC e Perspex, stratificati su piume, chiffon e tulle.
Riferimenti all’arte Masai per Schiaparelli, con frange e motivi naturalistici che ricorrono su camicie e completi, assieme a maxi farfalle e altre applicazioni a tema entomologico. Bertrand Guyon gioca con gli opposti, contrapponendo la fluidità degli abiti svasati al rigore dei dress bustier in rafia e perline, le sfumature della terra a nuance cangianti. Il risultato? In una parola "etno-deluxe"
Un po' come quello che abbiamo visto poco dopo sulla passerelle di Zuhair Murad con la sua "Indian Summer," interpretata da squaw in jupsuit e mini dress tutti lustrini e frange.
A farci viaggiare verso mete esotiche ci pensa anche Proenza Schouler che torna a Parigi con la collezione di prét à porter autunno-inverno 2018. Un viaggio eclettico che svela nei dettagli un’anima arigianale, con lavorazioni all'uncinetto su chiffon, tie-dye e intricati patchwork in pelle realizzati rigorosamente a mano.
Ritorni, grandi assenti (Atelier Versace) e debutti importanti, come quello della londinese Clare Waight-Keller da Givenchy, alla sua prima prova con l’alta moda dopo l’abbandono di Riccardo Tisci. Prova decisamente superata grazie all’approccio moderno che reinterpreta l’identità stilistica del marchio senza stravolgerla, raccordando l’opulenza delle texture al minimalismo formale.
In tutt’altra direzione si muove Elie Saab, uno dei nomi più apprezzati dalle celeb per le favolose creazioni da red carpet. La primavera-estate 2018 non fa eccezione con eleganti mise dal sapore anni ‘20, come suggeriscono i preziosi inserti Art déco degli abiti - gli stessi che impreziosiscono i copricapo delle modelle - le borsette a catena con frange e piume e i sandali T-bar.
Da sogno, come le proposte firmate da Giambattista Valli con rouches e volumi sontuosi enfatizzati da una delicata palette cromatica.
Chiude in bellezza - è proprio il caso di dirlo - Pierpaolo Piccioli con una standing ovation da parte del pubblico per lui e per tutte le sarte dell’atelier Valentino. Ogni abito porta il nome di chi lo ha realizzato, un omaggio dovuto secondo il direttore creativo che afferma: «In un'era virtuale caratterizzata da un'accelerazione tecnologica, sono orgoglioso e pieno di speranza all’idea di mantener vivo l'Atelier di Roma, che considero alla stregua di una bottega d’arte. Conosco e ammiro tutte le persone che ci lavorano. Dietro le loro mani e le loro capacità tecniche vedo storie umane, le stesse storie che hanno il potere di cambiare gli abiti».
Scoprite nella gallery i look più belli della Haute Couture parigina:
Haute Couture Primavera-Estate 2018
...
Ph. credits: Lucile Perron (per Chanel Haute Couture) / Nhu Xuan Hua (per Dior Haute Couture) / Getty Imagesper gli altri scatti presenti nel pezzo.
© Riproduzione riservata