Segni di Luce: Giorgio Armani celebra l'interiorità di un'eleganza senza tempo
«Qualche ora prima della sfilata ho pensato a cosa potevo fare io per ciò che succede, non è l'invio di soldi o vestiti, ma segnalare il mio battito del cuore» così Giorgio Armani, commosso, ha spiegato la scelta di presentare la sua ultima collezione senza musica a sostegno dell’Ucraina, una forte presa di posizione rispetto alla tragedia in corso «La cosa migliore è dare il segnale che non vogliamo festeggiare perché qualcosa intorno a noi ci disturba molto».
Nell’intima cornice del piccolo Teatro Armani in via Borgonuovo, il designer torna ancora una volta su quei tratti distintivi che identificano il suo stile iconico e senza tempo con la collezione Giorgio Armani Autunno Inverno 2022-2023.
Le modelle hanno sfilato lungo la passerella in silenzio, interrotto solo dagli applausi del pubblico in sala consapevole di assistere a un momento storico per la maison e la moda stessa. Se il messaggio arriva forte e chiaro, l’effetto è magico. L’attenzione è concentrata e tesa sugli abiti e sui fruscii che emettono passo dopo passo.
Armani riprende il filo narrativo che ha caratterizzato le sue precedenti collezioni svelando una nuova morbidezza, espressa attraverso silhouette fluide e allungate che sembrano danzare a ogni passo. Le linee esaltano il corpo eliminando il superfluo attraverso una precisione delle costruzioni che ritroviamo soprattutto nelle giacche che, proposte nelle tonalità argento e pastello, stampate o ricamate, sono le vere protagoniste della collezione.
Per l’uomo sono aderenti e corte in una palette che si muove dal blu profondo al grigio denso fino al nero, alternate alle versioni in pile con tasche lucide multiuso e a cardigan meno formali . A completare i look pantaloni morbidi dal tailoring confortevole, camicie bianche e cravatte. Essenziali gli accessori: scarpe con suole robuste e borse dal disegno architettonico.
Una collezione sobria per lui e per lei dove elementi come il velluto accompagnano le creazioni rendendole ancora più morbide. Gli abiti presentati in versione nera, blu, argento e con applicazioni paillettes mostrano la volontà dello stilista di rappresentare una donna elegante con un’interiorità che traspare attraverso ciò che indossa, come una pelle sottile e trasparente. Bagliori scintillanti accendono la notte e si riversano anche negli abiti da giorno.
Fil rouge della sfilata sono infatti proprio le tonalità scure che, sia per l’uomo che per la donna sono declinate in modi diversi, dal velluto al ciré al plissé ottenendo così risultati diversi a seconda delle varie combinazioni dei capi: pantaloni di velluto abbinati a giacche ricamate, pantaloni di paillettes con bluse monocolore o indossati sotto abiti con lustrini e gilet in velluto avvolti sotto abiti da lavoro.
Le figure si muovono in passerella con disinvoltura alternando broccati metallici e velluti che assorbono e riflettono la luce, e punte di colore come il rosa dei completi più strutturati e il bianco dei cappotti lunghi con colletto.
La passione di Giorgio Armani per l’Art Déco si riflette nelle superfici luccicanti, nere e argentate, nell’atmosfera della Jazz Age di una pelliccia sintetica in bianco e nero o nelle sfumature blu su un piumino lungo, anch’esso in velluto.
Presentata in maniera misurata e gentile, la collezione sembra essere un ritorno alle origini come ha dichiarato il designer: «Nella moda non si inventa niente, è come le metti insieme, le cose già viste che conta, facendo scelte precise che eliminano le cose superflue». Il risultato finale è la rappresentazione di un repertorio di elementi che mette al centro la persona e ne completa il carattere, come un artista che vede la realtà attraverso il filtro della sua immaginazione, senza che questo però venga imposto al soggetto.
Ph. Credits: Courtesy of Press Office/Getty Images
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