Dior, l’Alta Moda e l'affascinante mondo dei tarocchi
L’arte dei tarocchi prende vita nella collezione Haute Couture Primavera-Estate 2021 di Dior. Maria Grazia Chiuri, che con Monsieur Dior condivide l’amore per questa affascinante disciplina, affida alle carte e ai loro personaggi un racconto in bilico tra magia e realtà.
Come introduzione ai 46 look presentati, c’è il breve film Le Château du Tarot diretto da Matteo Garrone, che ci accompagna in un suggestivo viaggio all’interno del Castello dei Tarocchi. Qui una giovane donna si fa leggere le carte non per conoscere il proprio futuro, ma per conoscere se stessa. Muovendosi nei labirinti di questo castello, compie un percorso interiore scandito da incontri surreali: la Papessa, la Giustizia, il Matto, figure che la mettono davanti a una serie di decisioni da prendere.
Non è solo una favola dalle atmosfere quattrocentesche, ma una rilettura della contemporaneità, di un momento di crisi mondiale nel quale sembra ancora più ovvio porsi delle domande sul futuro. Quello che suggerisce la Chiuri è di farlo con maggiore lentezza e capacità di pensiero, e soprattutto senza avere paura di ciò che questo futuro può riservare.
E davanti a ricami meravigliosi, silhouette astratte e autentici bassorilievi, ogni timore scompare. Ci sono tutti gli elementi che portano la firma inconfondibile del nuovo corso Dior: regalità e sontuosità, interrotte da una vena maschile, da un tailleur giacca e pantalone, da un cappellino a la Garçonne. Quel qualcosa che sa rendere giovane la tradizionale idea di Alta Moda.
Tweed, organza e cashmere si alternano in un gioco di pesi e sovrapposizioni evidenziate bene dall'uso del colore. Una palette che sembra arrivare da un trittico d'epoca sforzesca, con accenti dorati, blu scuri ma brillanti, e l'immancabile grigio-simbolo della Maison. Il tutto reso con leggerezza, nonostante l'atmosfera scura e ricca, i drappeggi, le geometrie e gli oggetti imponenti che fanno da sfondo alla storia.
Una storia molto italiana se si pensa che l'ispirazione alla base di questa collezione, racconta Maria Grazia Chiuri, viene da uno dei primi mazzi di carte esistenti, realizzato da Bonifacio Bembo verso la metà del 1400 per intrattenere i Duchi di Milano. Un momento storico che non a caso, è quello del Rinascimento; che speriamo possa rivelarsi di buon auspicio.
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