Calvin Klein x Moda Operandi: l'intervista a Francisco Costa
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La mente creativa del brand racconta alla Ready to Wear Director di Moda Operandi, i suoi primi dieci anni nella maison
Francisco Costa, designer per Calvin Klein Collection, celebra i suoi primi dieci anni all'interno del brand. La collezione SS 2014 è in vendita esclusiva da Moda Operandi , l’unico website in cui è possibile ordinare i capi direttamente dalla sfilata, mesi prima che siano disponibili in altri store. Per l’occasione Indre Rockefeller, Ready to Wear Director di Moda Operandi ha intervistato in esclusiva per noi di Grazia.it Francisco Costa.
Cosa hanno significato per te dieci anni da Calvin Klein Collection?
«Il fatto che sia stato da Calvin Klein Collection per un decennio è per me un grande risultato. Sono molto grato al mio team, e in generale all’azienda per tutto il supporto che mi ha dato. Ho avuto l'opportunità di fare quello che amavo e di far crescere il brand».
Quali sono le ispirazioni per la collezione primavera estate 2014? Come sono state tradotte in forme e stoffe?
«Ci siamo sentiti molto liberi e ottimisti per questa nuova collezione, ho pensato fuori dagli schemi. La sfilata si è aperta con una serie di look in canvas a cui si sono aggiunti poi colore, filato e ricami. La collezione si districa con dettagli di orli sfilacciati e grezzi, è tutta un’evoluzione che porta all’eveningwear, completamente decostruito ma comunque sofisticato ed elegante».
Come trovi il modo di inserire il tuo punto di vista in ogni collezione e al tempo stesso rimanere fedele all’heritage del brand?
«Per ogni collezione cerco di raggiungere quella semplicità che è propria del brand e per cui è conosciuto e di renderla rilevante e contemporanea. E lo faccio introducendo nuovi tagli, tessuti innovativi e silhouette interessanti».
Quali artisti ti hanno influenzato in questa collezione e come hai integrato la loro influenza nel tuo lavoro?
«Per la collezione primavera estate 2014, mi sono ispirato al primitivismo di Jean-Michel Basquiat e alla pittura di Pablo Picasso, che si è tradotto in un’estetica urbana tribale. La palette multi color ha subito l’influenza dei dipinti di Cecily Brown, colori ricchi ottenuti strato su strato. Per i pezzi decostruiti e sfilacciati, invece, mi sono fatto ispirare da Gordon Matta-Clark, conosciuto per i tagli e le incisioni audaci dei suoi palazzi».
Ci descriveresti il processo di quei dettagli decostruiti e, nello specifico, la natura di questo?
«Volevo sentire l’intimità e l'essenza degli abiti. Tutte le stoffe sono state lavorate a mano, procedimento che ha conferito sia una qualità personale che eccentricità».
Cosa prevedi per Calvin Klein Collection nei prossimi dieci anni?
«Il mio obiettivo è quello di essere ancora più focalizzato e definito in ogni collezione».
Moda Operandi permette ai consumatori di pre-ordinare le collezioni che sfilano in passerella, come sono creati e selezionati i pezzi della sfilata rispetto al resto della collezione?
«Quando metti insieme una collezione da sfilata, stai costruendo una storia. Il processo di editing è una parte cruciale, devi analizzare la line-up e rimuovere ogni look che non si amalgama bene con il resto. Anche se quei pezzi probabilmente non sfileranno, possono comunque funzionare come parte di un progetto più ampio e diventare parte della collezione commerciale».
In che modo il consumatore "tecnologico" ha contribuito a far evolvere il tuo approccio in questi dieci anni?
«Al giorno d’oggi c’è un forte senso di immediatezza nella moda, anche per le nuove tecnologie e per come comunichiamo. In risposta a questo andamento noi lanciamo otto collezioni in un anno proprio per adattarci e incontrare l’esigenze della donna moderna, del suo guardaroba e delle sue abitudini».
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