15 anni di colore e gioia: il compleanno di "Wait & See", raccontato dalla Uberta Zambeletti
Nel dedalo di vie che corre alle spalle della trafficata e centralissima via Torino, nella zona in cui sorgeva il cuore della parte medioevale di Milano, da 15 anni Wait & See accoglie le sue clienti in via Santa Marta 14, in un universo unico di colore e "calore".
Non una semplice boutique di moda e design, come a centinaia pullulano nella capitale italiana della moda, ma un caleidoscopio di ispirazioni e gioia, dove trovare pezzi speciali, scelti con cura e un gusto eclettico da quella che è la "regina" di questo luogo, Uberta Zambeletti.
Sì perché questa "perla" di negozio, shopping destination amatissima dalle milanesi doc, condivide con lei la stessa energia, curiosità e solarità. Un luogo in cui perdersi tra arredi colorati, stampe ammalianti, e capi d'abbigliamento e accessori frutto di accurata ricerca.
Wait & See compie 15 anni il 16 settembre e si è rifatto il look: grazie alla collaborazione con lo studio di architettura Micro Studio, lo spazio è pensato per incoraggiare l’incontro, la conversazione e la scoperta. Una boutique che continua a “fare sentire come casa”, in un concentrato di energia e colore tra dettagli giocosi come il pavimento in resina decorato da coriandoli, oppure la zona camerini rivestita di moquette rossa a righe diagonale.
Inoltre per questa speciale occasione, in negozio troverà posto una speciale selezione di gilet unisex e scarpe da donna di varie fogge e materiali, scelti da Uberta in collaborazione con lo storico vintage retailer A.N.G.E.L.O. tra pezzi d’archivio degli anni ’80 e ’90, che celebrano la poesia sartoriale di Romeo Gigli, stilista che tra i primi ha ispirato la creatività della founder di "Wait & See".
Wait and See compie 15 anni! Ripensando a quel primo giorno di apertura, qual è l’emozione più forte che le torna in mente?
Dopo aver fatto l’alba allestendo il negozio, sono tornata a casa, ho fatto una doccia e la colazione e, insonne, ho tirato su la serranda, con una certa trepidazione, in una bellissima giornata di sole. Ero terrorizzata che non entrasse nessuno. Il negozio invece pullulò di clienti stupende ed entusiaste che compravano con gioia e buona lena. Tra queste arrivò mio padre, sorprendendomi con un mazzo di fiori gialli, e mi commossi profondamente.
Cosa l’ha spinta 15 anni fa ad aprire Wait and See?
Dopo anni come consulente e direttore creativo nel settore della moda mi accorsi che c’era un gap nel mercato tra i negozi della grande distribuzione e quelli del lusso. Ho dunque voluto creare uno spazio che avesse le seguenti prerogative:
- una grande ricerca a livello internazionale di brand di nicchia,
- buying curatissimo che desse la possibilità a tutte le donne, di tutte le taglie, di tutte le età, di trovare qui soluzioni inedite per ogni tipo di occasione d’uso
- un prezzo medio sotto i €200 che non superasse gli €800
- il tutto all’interno di un contenitore che avesse il calore e l’accoglienza di una casa
- permeato da un senso di ironia e di gioia e dominato dal colore
... Amo chiamare Wait and See “un veicolo di gioia”.
Il motto scelto per questo nuovo nuovo capitolo è “We Can’t Wait to See You!”. Come descriverebbe oggi la community che ruota attorno a lei e alla sua boutique? Cosa ha imparato in questi anni osservando le persone che sono passate da Wait and See?
Da 15 anni, i miei collaboratori e io constatiamo quanto le clienti che vengono da Wait and See siano per lo più persone davvero amabili e interessanti, e questo è davvero bellissimo. Per cui “We Can’t Wait to See You!” ci arriva dal cuore! Negli ultimi anni la clientela straniera che viene in negozio è aumentata esponenzialmente: oggi ammonta al 20% sul totale degli ingressi, il che, considerando che volontariamente ho scelto un luogo che è “un destination point”, è davvero tantissimo. Il termine “imparato”, in questo caso, mi fa molto riflettere sulla risposta. Credo che le cose fatte per gli altri, con onestà, entusiasmo, conoscenza e passione, vengano recepite dal cuore!
Wait and See nasce in uno degli angoli più particolari e antichi del cuore di Milano. Quanto questa città la ispira a livello creativo?
Benché io sia milanese di origine, arrivai a Milano solo 28 anni fa. All’epoca, ricordo che i milanesi si lamentavano di quanto fosse una città noiosa, cosa che rifiutai di credere. Mi misi dunque a "grattare sulla superficie" e ne scoprii risvolti entusiasmanti, persone straordinarie e molteplici focolai di ricerca e creatività. Milano va scoperta, anche oggi che è sbocciata rispetto a un tempo: è piena di sorprendenti e interessanti realtà.
Quali sono gli indirizzi o i luoghi che ama frequentare nella sua routine quotidiana?
Devo premettere che la parola “routine” non fa parte del mio vocabolario. Amo scoprire posti nuovi, ma tendo sempre a cercarli in quello che chiamo il “backstage” della città. Diciamo che prediligo i luoghi dove non conosco quasi nessuno ed è tutto da scoprire. Ad esempio, recentissimamente ho frequentato il Circolo Masada e ho passato una piacevolissima serata da Bicchierino Bar, luoghi per me nuovi. Non sono un’abitudinaria perché sono le nuove esperienze e i nuovi incontri che nutrono la mia vita e la mia creatività
Se dovesse immaginare il futuro di Wait and See tra altri 15 anni, come lo vedrebbe?
Il brand "Wait and See" cresce di stagione in stagione, per cui un progetto di distribuzione wholesale è sicuramente tra i miei obiettivi. Così come lo è l’apertura del concept store in altre città europee. "Wait and See" è il mio motto e la mia filosofia di vita: è fondamentale avere aspirazioni e obiettivi e “pedalare” nella loro direzione, ma bisogna sempre restare aperti a ciò che la vita ci presenta. Se questo processo viene vissuto con spirito di avventura e senza paura, il motto “La vita è bella”, tag line del mio amato "Wait and See", diventa attinente.
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