Milano Fashion Week, Day 4: il diario di bordo di Alessandra Airò


Ore 10:20. La giornata inizia a rilento, d’altronde è sabato, ieri c’è stato il DJ-set di A$AP Rocky e io mi merito un caffè americano, un muffin ai mirtilli e una centrifuga detossinante a letto. Ne sono certa.
Ore 12:00. Il sole alto illumina la Madonnina, che dalla balconata della Sala delle Cariatidi appare ancora più brillante, presente a sé stessa oltre che a noi. Siamo qui per la nuova collezione di Ferragamo dove il savoir faire del brand incontra il desiderio di rendere i pezzi del guardaroba “intelligenti”. E così la pelle del trench viene foderata di tessuto scuba e gli stivali di morbido e caldo shearling. Accompagnando il tutto con la nuova borsa di stagione: una mezza luna che è già un desiderio. Anche se ancora priva di un nome, e allora lo ripeto anche qui: Alessandra sarebbe una bellissima opzione.

Ore 13:40. Veloce (ma nemmeno troppo) lunch a Palazzo Parigi in compagnia di un paio di amici: l’ingresso dell’hotel è assediato di ragazzini urlanti lì, evidentemente, non per me. E subito mi pervade un briciolo di “invidia” quella bella per la capacità dei giovani di attendere. Pazientare. Aspettare. Un dono che se solo avessimo il cuore di coltivare anche da adulti ci renderebbe di certo più empatici. E meno stressati.
Ore 15:00. Un passaggio in agenzia a ritirare qualche invito e un paio di ingombranti buste, a prendere un caffè e a parlare con il mio agente, proiettati già verso la prossima settimana parigina con il suo tripudio di patatine fritte e traffico. In egual misura.

Ore 17:30. Da Philosophy, Lorenzo Serafini ha fatto qualcosa di bellissimo, iconico e inusuale in questi tempi dove imperversa il forever young: ha fatto crescere la sua donna. Rendendola consapevole del suo fascino, della sua bellezza come delle sue insicurezze. Vestendola di brillanti, di pizzo privi di ogni leziosità, di maglioni di Mohair da buttare su un vestito impalpabile. Non più bambola, non a caso le note che accompagnano la sfilata sono quelle di Patty Pravo (che Lorenzo ama e che sceglie spesso per le sue sfilate) ma in grado di girare e di far girare.
Bravissimo!

Ore 18:00. Motorino e via a dare un bacio a Salvo Rizza, designer di Des Phemmes. Uno dei giovani talenti italiani di cui essere fieri. Che davanti alle sue creazioni scintillanti e impreziosite da brillanti ci ricorda il lavoro che vi è dietro. Fatto di ricami a mano e di tinte, un mix di tecnicismi che rendono il capo bellissimo, iconico ed imperfetto. Il mio pezzo preferito senza alcun dubbio la bombì t-shirt e gonna in velluto! Ma si sa, sono pur sempre una party girl anche senza party.
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