In un gioco di luci e ombre, la sfilata di Giorgio Armani Privé chiude la seconda giornata della Haute Couture a Parigi. La Salle Pleyel, famosa per i concerti sinfonici, è la location scelta per il defilé: 91 uscite nel segno di un'eleganza senza tempo nonché un momento di evasione. La moda infatti è per Giorgio Armani uno dei motori artistici e creativi che ci permette di nutrire speranza per il futuro.
Una delle ispirazioni della collezione è proprio la forza e la spensieratezza degli anni '20, la cui energia ha permesso a un'intera generazione di lasciarsi alla spalle una guerra e aspirare ad un futuro diverso. Un dialogo che attraversa un secolo e che riesce a trasportarci in un mondo parallelo in cui si fondono due femminilità, quella di ieri e di oggi.
La silhouette proposta da Armani è asciutta e lineare con drappeggi che conferiscono movimento agli abiti mentre gonne ampie e vaporose vengono presentate insieme ad abiti sottoveste luminosi.
Echi dei Roaring Twenties sono ritrovati nelle cuffiette di paillettes e nella cascata di cristalli e perline che arricchiscono gli abiti. Le giacche, sia in versione corta che lunga, vengono indossate su top neri semi trasparenti mentre non mancano corpetti e bustier che caratterizzano i lunghi abiti a tubino.
È un'artista del passato l'altra fonte di ispirazione della collezione. Il suo nome è Tamara de Lempicka, pittrice polacca che ha sperimentato il fervore europeo dei primi anni del '900 e che si contestualizza oggi nella visione creativa di Giorgio Armani.
Uniti dalla stessa capacità di sintesi creativa, entrambi vedono l'arte come una fuga dalla realtà e la creazione di un sogno. Ed è proprio questo l'intento dello stilista: trasformando i sogni in abiti tangibili, la collezione diventa uno strumento per richiamare la vitalità e l'energia di epoche passate, tutto attraverso lo scintillio e la maestosità di capi senza tempo.
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