Se Chanel parla attraverso i film
L’impegno nel valorizzare attrici e registe coraggiose. Il restauro di celebri capolavori e il sostegno a pellicole come Couture, con Angelina Jolie, o documentari come Jean Cocteau. Elsa Heizmann, che segue i rapporti tra la maison e il cinema, racconta perché arte e passione sono il filo che unisce il marchio al grande schermo
«Con il cinema abbiamo un legame indissolubile che affonda le sue radici nella visione e nella lungimiranza di Gabrielle Chanel». Siamo nel sontuoso Palazzo Farnese a Roma con Elsa Heizmann, direttrice della Relazione della moda di Chanel con il cinema, per la proiezione di Jean Cocteau diretto da Lisa Immordino Vreeland. Dopo un cocktail in presenza dell’ambasciatore francese in Italia, Martin Briens, chiediamo a Heizmann di accompagnarci in un viaggio cinematografico per esplorare e approfondire l’impegno della maison nei con- fronti della cultura, e in particolare della settima arte, sostenendo voci femminili, autrici e dive capaci di osare, da Tilda Swinton a Kristen Stewart.
(Elsa Hheizmann, direttrice della relazione della moda di Chanel con il cinema - Courtesy Chanel)
Da sempre Chanel sostiene il cinema. Come si è intensificato questo legame negli anni?
«Lavoro da Chanel da 25 anni, quando avevamo come ambassador solo l’attrice Carole Bouquet. L’amicizia con i talenti del cinema caratterizza da sempre la maison: Gabrielle Chanel era amica di dive come Romy Schneider e cineasti come Luchino Visconti. Tempo fa parlavo con la regista Sofia Coppola del film Boccaccio 70 (film del 1962 diretto da Federico Fellini, Mario Monicelli, Vittorio De Sica, Luchino Visconti, ndr). Fu Visconti a chiedere a Chanel di vestire Schneider e inventare un nuovo look per lei. Non si trattava solo di abiti, ma di far indossare al suo personaggio di moglie ribelle in cerca di libertà una forza nuova».
(Un momento del documentario Jean Cocteau diretto da Lisa Immordino Vreeland - Courtesy Chanel )
Chanel sostiene la forza delle donne, con iniziative in tutto il mondo, da Through Her Lens: The Tribeca Chanel Women’s Filmmaker Program allo Chanel Women Writer’s Network al Toronto Film. E c’è anche lo Chanel Award for Best Woman in Film al Busan International Film Festival in Corea del Sud. Inoltre avete sostenuto il film Couture con protagonista Angelina Jolie, appena presentato alla Festa del Cinema di Roma.
«Se Mademoiselle Chanel fosse viva sono certa che le sarebbe piaciuto questo film. A discapito del titolo, non parla tanto di moda, quanto della libertà delle donne di essere ciò che sono, della voglia di cambiare il proprio destino e dell’audacia di tutte coloro che lottano (nel film Jolie è una regista che scopre di avere un tumore al seno, ndr). La regista Alice Winocour, amica della maison, ha saputo raccontare come la moda non sia superficialità ma sia fatta di persone, che attraversano varie esperienze di vita, anche traumatiche. Per sei mesi è venuta nei nostri atelier, ha parlato con le persone che lavorano da noi e restituito l’immagine della nostra maison in modo fedele. La prima scena si apre con Jolie che arriva da Chanel».
(Angelina in COUTURE di Alice Winocour - Courtesy Chanel)
Angelina Jolie è amica del marchio?
«È nostra cliente, compra molto vintage Chanel e a volte lo indossa, le piacciono gli orologi, ma non è una nostra ambassador. La stimo molto come attrice e come donna impegnata su più fronti. In Couture, lo vedrete, è straordinaria».
Vostra ambassador è l’attrice Kristen Stewart.
«Era giovanissima quando lo è diventata, è con noi da 15 anni. Abbiamo voluto sostenere il suo primo film da regista, Cronologia dell’acqua, presentato a Cannes. Alla prima lettura risultava un po’ ostico per le tematiche forti che affronta, ma ci siamo fidati di lei e abbiamo fatto bene: è un film interessante e di grande carattere. Sempre a Cannes è stato presentato un altro bellissimo film che abbiamo sostenuto: Nouvelle Vague di Richard Linklater con Zoey Deutch».
(La regista Alice Winocour - Courtesy Chanel)
Sostenere il cinema oggi significa anche sostenere l’arte e la speranza.
«Crediamo molto nel potere del cinema di aprire le menti e spalancare nuovi orizzonti. È importante far conoscere talenti emergenti e sostenere festival che valgono (da Biarritz a Villa Medici, da Lione a Dakar, ndr), ma anche restaurare capolavori del passato che meritano di essere riscoperti, come Les créatures di Agnès Varda, del 1966. In questo passaggio tra passato e futuro c’è un presente in cui il cinema, come dice la nostra cara amica Tilda Swinton, deve essere tutelato come forma d’arte collettiva. Infatti tra i nostri progetti c’è proprio l’apertura di un cinema».
(Un'immagine di Jean Cocteau nel 1934 - Courtesy Chanel)
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