Fotogallery Un ciondolo per Nicholas
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Così deve avere esclamato chi qualche anno fa gli ha regalato un pendente del designer greco Minas. È stato l'inizio casuale di una collezione che perdura fino a oggi
Così deve avere esclamato chi qualche anno fa gli ha regalato un pendente del designer greco Minas. È stato l'inizio casuale di una collezione che perdura fino a oggi
È bastato il dono di un pendente disegnato da Minas per scatenare in Nicholas Sotiriadis una duratura fascinazione. "Me l'hanno regalato cinque anni fa, è un ciondolo con l'iniziale del mio nome". Da allora il lavoro creativo del designer lo ha attratto al punto da eleggerlo a tema di una collezione. "Lui ha una potenza unica nel creare gioielli dalle linee molto semplici, che di solito seguono le forme del corpo". Così, dopo il primo ciondolo, ne è seguito un altro. "Rappresenta l'Acquario, il mio segno zodiacale. Ci tengo tanto e lo uso molto spesso". Ma l'oggetto più prezioso è frutto di un acquisto recente. "Ci ho pensato su per un po' prima di comprarlo, visto che è molto costoso. Si tratta di un pendente numerato, il "Terra e Luna". È stato prodotto in una limited edition di soli dodici pezzi- non in laboratorio, ma dalle mani di Minas in persona. Per me è il gioiello più bello in assoluto della sua linea, e sono contentissimo che a me sia toccato proprio il dodicesimo".
Neanche nelle occasioni più formali Nicholas rinuncia ai suoi gioielli. "Posso usare i gemelli, ad esempio. Nella vita di tutti i giorni, invece, ho sempre con me la molletta in argento per le banconote, che uso come portafogli. D'estate poi le collane con ciondolo stanno benissimo, ormai è una vera moda. Soprattutto a Mykonos, dove passo tutte le mie estati. Minas ha un negozio là, una tappa obbligata per me". Per non parlare di certi spazi in casa, colonizzati dagli oggetti di Minas. "La gruccia e il kit da barba fanno parte del mio ambiente. Mentre i gioielli sono riposti in un cassetto di camera mia, distinti per categoria. Gli anelli con gli anelli, i bracciali coi bracciali e così via. Ogni tanto li porto in negozio per farli lucidare, perché voglio sfoggiarli come se fossero sempre nuovi. È il minimo che posso fare per questi autentici capolavori".
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