A casa di Barbara Bonner per scoprire i suoi segreti
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Tutti i segreti della designer di borse direttamente dalla sua casa di Londra
Barbara Bonner , una designer, una mamma, una viaggiatrice e prima di tutto una donna. Accogliente come le sue morbidissime borse e complicata come le frange che contraddistinguono le sue creazioni. Fare quattro chiacchiere con lei è semplicemente rigenerante. Così un tè caldo in una grigia mattina londinese si è trasformato in un viaggio nella vita e nei pensieri di questa "sognatrice rigorosa".
Partiamo dall'inizio.
Quando e come è nata Barbara Bonner ?
Ho studiato psicologia all’Università poi però mi sono messa a creare jeans e sono entrata nel mondo della moda. Ho iniziato a fare delle borse e ho visto che vendevano più dei jeans e dell'abbigliamento quindi è nata l'idea del mio marchio. Poi mi sono trasferita ad Ibiza nel 2008 e qui è nata la "mia" prima borsa con le frange, e dal 2009 ho iniziato a produrre anche per altri negozi. Oggi inizio ad essere percepita come marchio di pelletteria a prescindere dalla frangia.
Chi è la donna Barbara Bonner?
Io la definisco “bohemian glam”, una viaggiatrice e una sognatrice. E' libertà, ribellione, spirito libero.
Tre parole per descriverti
Rigorosa, socievole, libera (Rigorosa anni fa non lo avrei mai detto!)
Tre parole per descrivere le tue creazioni
Fluide, non convenzionali, di qualità.
Come nasce una tua borsa?
Parto dal concerto di utilizzo. Anche se una borsa può sembrare frivola e superficiale voglio che sia comoda da usare. La borsa deve contenere. In più in ogni mia borsa non c’è nemmeno un singolo pezzo che non sia stato pensato e disegnato, questo la rende unica. Non c’è bisogno di logo, anche da lontano si deve capire che si sta indossando una Barbara Bonner.
Cosa fai quando crei?
Spengo telefono e computer. Sto in silenzio, no musica. Mi rilasso. La creatività è l'intelligenza che si diverte. Viene dalla pancia non dalla testa.
Miglior momento per l'ispirazione?
Assolutamente il viaggio. È nel mio DNA. Faccio sempre fatica a rispondere alla domanda su dove ti senti a casa, forse perché mia nonna era una gypsy!
Che cosa ami?
Mia figlia. Quando è nata sono nata di nuovo anche io e in forma migliore. Amo il mio lavoro. Amo la libertà, soprattutto la libertà di essere sé stessi. Negli altri amo la franchezza. Mi piace selezionare le persone reali e sincere anche nel campo della moda.
Che cosa odi?
Arroganza, falsità e pregiudizi.
Che cosa ti fa paura?
Non sono una paurosa. Sono abbastanza coraggiosa. A volte però ho paura di perdermi. Metto il navigatore anche per andare dietro l'angolo. Posso dire che il navigatore è il mio migliore amico!
Un oggetto dal quale non ti separeresti mai
Cambio spesso gioielli, ma non mi separo mai dall’anello che ho creato con mio nonnno a 16 anni. A pensarci bene ho un legame forte con i gioielli, forse perché li uso anche nelle borse. Un domani mi piacerebbe disegnarli.
La prima cosa che fai al mattino.
Controllo Instagram. Amo i social network.
Cosa ti mette di buon umore?
Lavorare, adoro quello che faccio. Cucinare e fare giardinaggio.
Cosa avresti fatto se non fossi diventata una designer?
Lo chef.
Cosa non sopporti?
Il disordine e la noncuranza. Ho bisogno di creare un set per la mia vita, l'ambiente in cui vivo è studiato.
Social network preferito?
Instagram e Pinterest. Quest’ultimo lo uso proprio per creare. Faccio la mia board e poi condivido. Penso che sia un momento storico nuovo, dove la parola chiave sia proprio “condivisione” e non segretezza. Quello che ti distingue è puntare sulla qualità per ovviare alla mancanza di effetto sorpresa.
Gruppo musicale del cuore?
Tutto il rock "vecchio" degli anni 70, Lou Reed e gli Stones.
Se fossi un colore che cosa saresti?
Rosso.
E un luogo?
Marrakech.
Che cosa non ti ho chiesto che vorresti dirmi?
Vorrei fare un appello alle altre donne ed esortarle a credere in loro stesse. Penso che le donne si debbano piacere e che la moda sia un gioco che serve ad adornarsi, ma deve avere come base un io pensante. Le donne possono sia portare avanti una famiglia che un lavoro e sentirsi orgogliose e soddisfatte. Noi donne lavoriamo con i tacchi a spillo, doppi oneri, e nostra forza. Adesso che ci penso siamo tutte donne nella mia azienda, magari prenderemo un uomo la prossima volta!
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